Page 92 - Hrobat Virloget, Katja, Kavrečič, Petra, eds. (2015). Il paesaggio immateriale del Carso. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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il paesaggio immateriale del carso

termine »sloveno« s’intende il territorio geografico che è abitato dalla popolazione slo-
vena, dove si è sviluppato un fenomeno specifico all’interno dell’ambito dell’insediamen-
to sloveno. Si tratta della continuità d’insediamento dalla tarda antichità al primo medioe-
vo. Attraverso l’assimilazione culturale degli antichi abitanti e degli Slavi si sono ntrecciatii
e conservati gli elementi più antichi del paesaggio mitico. All’interno del paesaggio sacro
sloveno dell’antica religionesi conservano ancora molte strutture paesaggistiche del pri-
mo medioevo, dell’antichità e della preistoria (Štular, Hrovatin, 2002, 43). Nella ricerca
del paesaggio mitico dobbiamo considerare che gli elementi più antichi spesso si nascon-
dono all’interno dei elementi e strutture successive (per esempio sistemazioni del pae-
saggio medioevali o dell’era moderna). Questo non significa tuttavia che nella ricerca del
paesaggio mitico del primo medioevo devono essere trascurate informazioni e strutture
la cui origine si ascrive a periodi più recenti (medioevo, età moderna); infatti alcune con-
servano in sé le più antiche componenti e che devono essere ancora scoperte.

Il tentativo di ricostruzione della rete viaria

Le indicazioni archeologiche riguardanti la tradizione popolare sulle strade e su la šembi-
lja è molto ampia. Sul collegamento di šembilja con la rete viaria nei periodi archeologi-
ci precedenti sono già stati prodotti alcuni studi (Slapšak e Kojić, 1976, Hrobat 2003, 96–
110). Nella tesi di laurea ho analizzato quattro categorie differenti di collegamento che ho
notato all’interno della tradizione popolare. Basandomi sui miei studi ho individuato sulle
carte la sussistenza di una rete basilare di sentieri nel paesaggio (allegato 1) (Hobič, 2013,
312–313). Abbiamo così le linee principali dei collegamenti lungo il margine di Matarsko
Podolje da Vremska dolina fino a Škocjan (San Canziano delle Grotte) nel Carso, lungo la
cresta di Brkini da Ajdovščina verso Artviže e oltre. Accanto a questi collegamenti, che
vanno in direzione Est-Ovest, ce ne sono altri due, che sono collegati in direzione Nord-
-Sud. Il primo è il collegamento da Matarsko podolje attraverso il passo di Prelovc verso
Podgrad pri Vremah (Nigrignano) verso la Vremska dolina e l’altro da Matarsko podolje
attraverso il passo presso il castelliere di Lukovica (Orehek presso Materija) nella valle di
Padež e oltre nella Vremska dolina.

Proseguendo la ricerca ho provato una mappa ricostruita della rete viaria sulle car-
te dei siti archeologici dell’antichità e quelli preistorici. Basandosi sullo studio dettaglia-
to di carte geografiche, si riscontra che la maggioranza dei siti archeologici si trova lungo
i collegamenti viari o nelle loro vicinanze. Questo conferma che i collegamenti erano im-
piegati già in età preistorica. Si era già mostrata la possibilità che nel gruppo di strade coi
nomi »più recenti« si trovassero anche collegamenti più antichi. È stato mostrato come
il castelliere di Debela Griža risalta per la sua lontananza da tutti i collegamenti ricostru-
iti, ma se sulla carta geografica tracciamo la čička pot (il sentiero di Cicceria), otteniamo
un collegamento tra il castelliere di Ajdovščina, attraverso Rodiško polje accanto alla De-
bela griža sulla strada principale Aquileia – Tharsatica. Questa soluzione mostra che sotto
collegamenti cronologicamente evidentemente molto tardi, potevano essere rimasti na-
scosti anche quelli più antichi (Hobič 2013, 315–316).

Come ho già scritto all’inizio del capitolo, šembilja è stata confermato come un mo-
tivo mitologico indicativo che si attacca ai collegamenti stradali con origine nell’antichità
o nella preistoria (Slapšak e Kojić, 1976, Hrobat, 2003, 96–110). Fino ad oggi è stato con-

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