Page 97 - Hrobat Virloget, Katja, Kavrečič, Petra, eds. (2015). Il paesaggio immateriale del Carso. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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tradizione popolare e paesaggio mitico dei brkini e della vremska dolina

no nell’ambito cultuale e come centro amministrativo del circondario, come confermato
da una iscrizione dedicata ad Augusto ritrovata accanto ai resti di un antico fortilizio. Di
entrambi i periodi a Škocjan e nei dintorni sono stati ritrovati molti siti e reperti. È sta-
to infatti trovato del materiale tardo antico nelle grotte, il che indica che quello spazio di
quella parte di paesaggio era abitato già all’epoca dell’arrivo degli Slavi in quel territorio
(Turk, 2012, 106). Da ciò possiamo concludere che nell’ambito del castelliere e delle grot-
teŠkocjan all’epoca dell’insediamento degli Slavi era ancora attiva la comunità autocto-
na. Dato che il spostamento dell’ultima popolazione è rimasta nella tradizione popolare,
si danno due possibilità degli eventi successivi. La prima presuppone che ci fosse stata,
dopo un certo tempo (nell’alto medioevo), nello stesso antico insediamento di Škocjan
una convivenza fra gli abitanti autoctoni e gli Slavi, che successivamente portò all’assimi-
lazione. I discendenti di quei abitansti di Škocjan si sono poi dispersi e stabiliti nei dintor-
ni del villaggio. La seconda possibilità spiega che gli antichi abitatori abbiano abitato tutti i
villaggi circostanti aventi come centro Škocjan. Da questo rapporto (centro – periferia) è
iniziato un legame fra padri e figli. Qui nel contatto tra antichi abitanti e gli Slavi si è giun-
to ad uno scambio di conoscenza, ad un parziale accoglimento dell’assetto del paesaggio
e anche dell’aspetto mitologico e cultuale della vita sociale. Entro un certo periodo si è
vista l’assimilazione degli antichi abitatanti con gli Slavi e linstalazione di questi ultimi ne-
gli insediamenti (villaggi).

Nelle Grotte di Škocjan, più esattamente nella Tominčeva jama (Grotta Tominz)
sono stati trovati reperti della tarda antichità, datati principalmente dal III al VI sec. d.C.
I reperti del primo medioevo sono stati datati tra il VI e il VII sec. (Leben, 1975, 132). Le
grotte si Škocjan nell’interpretazione dei reperti e nel contesto del sito vengono defini-
te come spazio destinato alla sfera del culto, sia nella preistoriapreistorico che nel perio-
do tardo antico. I reperti di terraglie con riga ondulata possono essere attribuiti sia all’in-
sediamento tardo antico come anche a quello nuovo slavo (Turk, 2012, 106, 114). Inoltre,
nella chiesa di Sveti Brikicij nel villaggio di Naklo, è stata ritrovata una tomba probabil-
mente della popolazione autoctona. Cosi all’epoca dell’insediamento degli Slavi vi si tro-
vava una chiesa (Pleterski, 2005, 119). Questi dati e le interpretazioni dei contesti ar-
cheologici né confermano né confutano nessuno dei modelli sopra esposti. Per questo
dovremmo includere il contesto abitativo. Ci danno la conferma, invece, che si tratta di
una continuità dell’insediamento della popolazione tardo antica a Škocjan e senza dubbio
anche nei dintorni più ampi. Lo stesso processo e collegamento si trova anche nel caso
di Ajdovščina sopra Rodik (trasferimento degli abitanti a Rodik, Brezovica e Slope), che ci
conferma la interpretazione del nucleo abitativo tardoantico.

Castelli

La tradizione popolare che parla di castelli è di regola strettamente connessa con due
aspetti. Il primo sono i castelli e i manieri medioevali, il secondo sono le tombe di pietra
nello spazio, di solito resti di terrapieni di pietra di castellieri preistorici. Ci sono comu-
nque delle eccezioni. Una di queste eccezioni che mi ha attirato sono le cosiddette ajdou-
šne, che come traspare dal nome si riferiscono ai castelli degli ajdi o dei giganti (Kerševan
N., Krebelj M., 2003, 138–139). Nella tradizione popolare appaiono quattro ubicazio-
ni dei castelli degli ajdi, ovvero a Pristava sopra Podgrad presso Vreme, Boršt sopra Po-

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