Page 10 - Studia Universitatis Hereditati, vol 6(2) (2018)
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dia universitatis her editati, letnik 6 (2018), številk a 2 101971, 778). Nella storia si pone più attenzione alaveva molte fonti (Cato, Orig. 76; Var., gent. 34;
suo status che alle sue azioni – Numano Remu- Hom., Ody. 8.248, Serv., ad Aen. 9.600), da cui
hereditatilo è, infatti, il cognato di Turno, ovvero il mari-trarre ispirazione (Horsfall 1971, 1108; Thomas
to della sorella di Turno. La storia, però, non ne 1982, 99; Dickie 1985, 168). Proprio l’esempio
descrive le gesta eroiche, e quindi rimane una fi- dell’Odissea è quello più evidente e a portata di
gura marginale. mano: Alcinoo attacca i vizi dei Feaci e ne criti-
ca soprattutto le vesti ricche, i tipi di danze scon-
Il discorso di Numano è più lungo di quello venienti e la pigrizia. Nell’Eneide simili critiche
di Tarconte, ma contiene anche la descrizione dei vengono ascritte sia ai Troiani che agli Etruschi.
componenti dei Rutuli e il confronto della loro Alcuni ricercatori sono concordi nell’affermare
educazione contrapposta allo stile di vita troia- che Virgilio non prese ispirazione da altre fon-
no. Lo scopo del discorso di Numano Remulo si ti, bensì riportò la rappresentazione stereotipata
esplica nel vantarsi del coraggio e della perseve- e idealizzata tradizionale del contadino romano
ranza di Rutulo (duritia) e nel marchiare il ca- e l’immagine negativa degli abitanti effemina-
rattere molle (mollitia) e la lussuria (luxuria) dei ti del vicino oriente (Horsfall 1971; Dickie 1985;
Troiani. L’obiettivo di Tarconte è diverso: con le Thomas 1982). Anche Matthew Dickie, che nella
sue parole, infatti, vuole spronare i propri solda- sua analisi si dedica alle similitudini fra gli Etru-
ti a una lotta ancora più dura contro i nemici e li schi e i Feaci del racconto di Odisseo, si chiede-
invita a dimostrare di non essere deboli e viziati, va se queste rappresentazioni stereotipate fosse-
ma coraggiosi e abili in battaglia. Nell’introdu- ro semplici topoi letterari e culturali, oppure se
zione del discorso di Numano il poeta sottolinea dietro si nascondessero effettivamente veri stere-
il fatto che il cognato di Turno parlasse di “cose otipi, e di conseguenza anche le idee che i con-
degne e non degne di essere ridette”, e quindi è temporanei di Virgilio avevano riguardo a un de-
rimasto solo ciò che risultava accettabile. Numa- terminato popolo (Dickie 1982). La conclusione
no Remulo attacca i Troiani in questo modo: a cui giunse Dickie è effettivamente ancora più
Vobis picta croco et fulgenti murice vestis, problematica dell’ipotesi stessa, infatti non offre
Desidiae cordi, iuvat indulgere choreis, una risposta concreta, ma si orienta verso l’ipo-
Et tunicae manicas et habent redimicula mitrae. tesi che Virgilio avesse incluso di proposito alcu-
O vere Phrygiae (neque enim Phyrges), ite per alta ni elementi stereotipati dell’immagine dei Tro-
Dindyma, ubi adsuetis biforem dat tibia cantum! iani. Anche personalmente ci orientiamo verso
Tympana vos buxusque vocat Berecyntia Matris questa ipotesi: nonostante il fatto che le cattive
Idaeae: sinite arma viris et cedite ferro.« abitudini che sia Tarconte, sia Numano Remulo
(9.614–620) imputano ai Troiani e/o agli Etruschi, siano ti-
piche per la rappresentazione stereotipata di un
Tarconte utilizza le seguenti parole per spro- determinato popolo, Virgilio rincara la dose e le
nare i propri compagni alla battaglia: sottolinea ulteriormente per mettere in paralle-
Femina palantis agit atque haec agmina vertit! lo la sorte degli Etruschi e dei Troiani. Inoltre,
Quo ferrum quidve haec gerimus tela inrita dextris? nel caso degli Etruschi, ha voluto ribadire ulte-
At non in Venerem segnes nocturnaque bella riormente quell’aspetto che però non si trova nei
Aut ubi curva choros indixit tibia Bacchi Troiani, ovvero la presenza di un vecchio aruspi-
Exspectate dapes et plenae pocula mensae ce che avverte gli Etruschi riguardo alla dimen-
(hic amor, hoc studium), dum sacra secundus haruspex sione religiosa della loro missione (Cairns 1990,
nuntiet ac lucos vocet hostia pinguis in altos!« 127 ss.; Cergol 2011).
(11.734–740)
Già all’inizio del primo discorso si osserva
Numerosi ricercatori hanno già ribadito che un confronto immediato con il mondo femmi-
soprattutto il primo discorso assume tratti carat- nile: mentre Numano Remulo nella parte fina-
teristici di una vituperatio, per la quale Virgilio
suo status che alle sue azioni – Numano Remu- Hom., Ody. 8.248, Serv., ad Aen. 9.600), da cui
hereditatilo è, infatti, il cognato di Turno, ovvero il mari-trarre ispirazione (Horsfall 1971, 1108; Thomas
to della sorella di Turno. La storia, però, non ne 1982, 99; Dickie 1985, 168). Proprio l’esempio
descrive le gesta eroiche, e quindi rimane una fi- dell’Odissea è quello più evidente e a portata di
gura marginale. mano: Alcinoo attacca i vizi dei Feaci e ne criti-
ca soprattutto le vesti ricche, i tipi di danze scon-
Il discorso di Numano è più lungo di quello venienti e la pigrizia. Nell’Eneide simili critiche
di Tarconte, ma contiene anche la descrizione dei vengono ascritte sia ai Troiani che agli Etruschi.
componenti dei Rutuli e il confronto della loro Alcuni ricercatori sono concordi nell’affermare
educazione contrapposta allo stile di vita troia- che Virgilio non prese ispirazione da altre fon-
no. Lo scopo del discorso di Numano Remulo si ti, bensì riportò la rappresentazione stereotipata
esplica nel vantarsi del coraggio e della perseve- e idealizzata tradizionale del contadino romano
ranza di Rutulo (duritia) e nel marchiare il ca- e l’immagine negativa degli abitanti effemina-
rattere molle (mollitia) e la lussuria (luxuria) dei ti del vicino oriente (Horsfall 1971; Dickie 1985;
Troiani. L’obiettivo di Tarconte è diverso: con le Thomas 1982). Anche Matthew Dickie, che nella
sue parole, infatti, vuole spronare i propri solda- sua analisi si dedica alle similitudini fra gli Etru-
ti a una lotta ancora più dura contro i nemici e li schi e i Feaci del racconto di Odisseo, si chiede-
invita a dimostrare di non essere deboli e viziati, va se queste rappresentazioni stereotipate fosse-
ma coraggiosi e abili in battaglia. Nell’introdu- ro semplici topoi letterari e culturali, oppure se
zione del discorso di Numano il poeta sottolinea dietro si nascondessero effettivamente veri stere-
il fatto che il cognato di Turno parlasse di “cose otipi, e di conseguenza anche le idee che i con-
degne e non degne di essere ridette”, e quindi è temporanei di Virgilio avevano riguardo a un de-
rimasto solo ciò che risultava accettabile. Numa- terminato popolo (Dickie 1982). La conclusione
no Remulo attacca i Troiani in questo modo: a cui giunse Dickie è effettivamente ancora più
Vobis picta croco et fulgenti murice vestis, problematica dell’ipotesi stessa, infatti non offre
Desidiae cordi, iuvat indulgere choreis, una risposta concreta, ma si orienta verso l’ipo-
Et tunicae manicas et habent redimicula mitrae. tesi che Virgilio avesse incluso di proposito alcu-
O vere Phrygiae (neque enim Phyrges), ite per alta ni elementi stereotipati dell’immagine dei Tro-
Dindyma, ubi adsuetis biforem dat tibia cantum! iani. Anche personalmente ci orientiamo verso
Tympana vos buxusque vocat Berecyntia Matris questa ipotesi: nonostante il fatto che le cattive
Idaeae: sinite arma viris et cedite ferro.« abitudini che sia Tarconte, sia Numano Remulo
(9.614–620) imputano ai Troiani e/o agli Etruschi, siano ti-
piche per la rappresentazione stereotipata di un
Tarconte utilizza le seguenti parole per spro- determinato popolo, Virgilio rincara la dose e le
nare i propri compagni alla battaglia: sottolinea ulteriormente per mettere in paralle-
Femina palantis agit atque haec agmina vertit! lo la sorte degli Etruschi e dei Troiani. Inoltre,
Quo ferrum quidve haec gerimus tela inrita dextris? nel caso degli Etruschi, ha voluto ribadire ulte-
At non in Venerem segnes nocturnaque bella riormente quell’aspetto che però non si trova nei
Aut ubi curva choros indixit tibia Bacchi Troiani, ovvero la presenza di un vecchio aruspi-
Exspectate dapes et plenae pocula mensae ce che avverte gli Etruschi riguardo alla dimen-
(hic amor, hoc studium), dum sacra secundus haruspex sione religiosa della loro missione (Cairns 1990,
nuntiet ac lucos vocet hostia pinguis in altos!« 127 ss.; Cergol 2011).
(11.734–740)
Già all’inizio del primo discorso si osserva
Numerosi ricercatori hanno già ribadito che un confronto immediato con il mondo femmi-
soprattutto il primo discorso assume tratti carat- nile: mentre Numano Remulo nella parte fina-
teristici di una vituperatio, per la quale Virgilio