Page 280 - Hrobat Virloget, Katja. 2021. V tišini spomina: "eksodus" in Istra. Koper, Trst: Založba Univerze na Primorskem in Založništvo tržaškega tiska
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mario

riconciliazione, genera solo rancori ancora maggiori che vanno ad alimen-
tare quella politica che di manipolazione delle sofferenze delle persone ha
fatto un mestiere.

L’«esodo»: storie di chi va, di chi resta e di chi arriva
Il numero complessivo degli emigrati istriani oscilla tra le 200.000 e le
300.000 unità, la stima dipende dal discorso nazionale che si prende in
considerazione. Gli optanti dell’Istria slovena ammontano, invece, a po-
co meno di 28.000 persone, di cui la maggior parte è di origine italiana
(70), mentre il resto è di origini slovene e croate. Nel 1960 la popolazio-
ne autoctona dell’Istria scende al di sotto della metà, al 33 nelle città un
tempo a prevalenza italiana. Reso possibile da due accordi internazionali,
i Trattati di pace di Parigi del 1947 e il Memorandum d’intesa di Londra
del 1954, l’«esodo» non si rivela, però, un processo di emigrazione unitario.
Il più grande calo demografico risale al 1956, anno in cui l’«esodo» termi-
nò. Rispetto al 1945 la presenza della popolazione italiana diminuisce del
92. L’apice dell’«esodo» ebbe dunque luogo un anno e mezzo dopo il 1954,
quando la zona B del tlt divenne parte della Jugoslavia. L’intensità varia-
bile dell’emigrazione, aumentata all’indomani del Memorandum di Londra
quando cioè divenne chiaro che l’Istria sarebbe passata sotto la Jugoslavia,
si riflette anche nelle memorie delle persone.

Per quanto si tratti di fenomeni numericamente non paragonabili, spes-
so come contrappeso all’«esodo» istriano viene citato il cosiddetto «con-
troesodo», vale a dire l’immigrazione motivata da ragioni ideologiche di
diverse migliaia (da 2.000 a 10.000?) di operai dal monfalconese.

Nel censire le identità nazionali dei migranti è necessario dare rilievo alla
fluidità, all’ibridismo e all’indefinitezza delle identità etniche provenienti
da tali contesti multiculturali. Scegliere di optare per molti significò deci-
dersi per un’identità nazionale, solitamente per quella italiana che preve-
deva aiuti di Stato per i profughi. Gli storici, a proposito dell’Istria del x i x°
e del x x° secolo, parlano di disinteresse e mutevolezza delle definizioni
etniche, pronte ad adattarsi di volta in volta alle diverse circostanze socio-
politiche e alle strategie di sopravvivenza, come d’altronde testimoniato
da numerosi scrittori e informatori istriani e avvalorato da affermazioni
come: «Siamo diventati sloveni». Le identità nazionali sono dunque fluide,
ma tendono a coagularsi in presenza di sconvolgimenti socio-politici qua-
li l’istituzione di confini di Stato. Allo stesso tempo alle identità etniche
si sovrappongono i conflitti di classe, come nel caso della presunzione di
superiorità dei cittadini rispetto ai contadini dell’entroterra urbano, bene

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