Page 284 - Hrobat Virloget, Katja. 2021. V tišini spomina: "eksodus" in Istra. Koper, Trst: Založba Univerze na Primorskem in Založništvo tržaškega tiska
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mario

croati era di antica memoria. Nell’interpretare il fenomeno dell’«esodo», il
discorso sloveno dominante parla di seguire ciecamente la massa. Sul pun-
to di optare gran parte delle famiglie degli informatori ha cambiato idea ed
è rimasta, soprattutto per attaccamento alla propria casa, per le condizio-
ni catastrofiche nei centri per profughi e a causa dell’accoglienza negativa
riservata in Italia più in generale ai profughi, che andava a infrangere tutte
le promesse di una «vita migliore». Gli esuli, alla stregua di chi restò, anche
nella «terra promessa di sole nuove opportunità» venivano percepiti come
fascisti. Tra coloro che restarono c’erano anche persone non coinvolte in al-
cun sistema politico-ideologico. Restarono tuttavia soprattutto le famiglie
italiane di orientamento antifascista e socialista, in seguito amaramente
deluse dal fatto che l’idea socialista internazionalista venisse sopraffatta
dai nazionalismi. Vanno inoltre incluse anche alcune migliaia di operai del
monfalconese che emigrarono in Jugoslavia per motivi ideologici, per «co-
struire il socialismo». Ai fini di adattarsi al nuovo contesto sociale, alla de-
cisione di restare doveva seguire la decisione di imparare una nuova lingua.
Sembra che anche chi non avesse nulla a che fare con nessuno dei due si-
stemi politici abbia deciso di restare; secondo le testimonianze si trattava
di persone appartenenti ai ceti più poveri che, a differenza dell’élite ita-
liana, maggiormente colpita dalle misure socialiste, non erano così tanto
esposti alle pressioni contrarie all’espressione della propria appartenenza
etnica.

La decisione di emigrare è dunque frutto delle complesse trasformazioni
accadute all’ombra di un nuovo ordine socio-politico e di un nuovo confi-
ne di Stato, il che ancora una volta confuta le semplificazioni e le rappre-
sentazioni, soprattutto italiane, di una pulizia etnica. Dal punto di vista
antropologico emerge tuttavia l’interrogativo sulla legittimità del parlare
di emigrazioni volontarie come sostengono i discorsi scientifici dominanti
sloveno e croato sulla base del diritto di opzione previsto dai trattati inter-
nazionali. Se si prendono in considerazione tutte le pressioni indirette che
portarono le persone a non riuscire a prospettare più alcun futuro per sé
stesse all’interno del nuovo sistema statale – per motivi etnici, economici
e sociali – scopriamo che solo all’apparenza quelli che in realtà sono ardui
dilemmi esistenziali erano di natura «volontaria», come invece ci piace im-
maginare. D’altra parte, però, proprio chi è rimasto, per quanto si tratti
solo del 10, ribadisce nelle proprie testimonianze il carattere «volonta-
rio» della decisione di partire. Eppure, quando il 90 di una popolazione
decide di andare in esilio, è facile metterne in discussione la natura «volon-
taria». Da un punto di vista giuridico si sarà forse davvero trattato di una

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