Page 122 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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paesaggio culturale e ambiente del carso

Su questi presupposti possiamo constatare che anche nel caso triestino gli interes-
si economici e l’interpretazione dell’acqua come »capitale naturale« e non più come »ri-
sorsa naturale collettiva« erano risultati vincenti (Barca 2010). In tale contesto, un ruolo
importante fu svolto dal fatto che l’attenzione del comune di Trieste, oltre che alla cura
degli abitanti del suo territorio, era rivolta ad altri interessi, soprattutto a quelli econo-
mici in seno alla Società dell’Acquedotto di Aurisina e alla vendita dell’acqua attraverso
di essa. L’élite triestina si mostrava così, come nel caso delle autorità comunali nella Val-
le del Liri, in un doppio ruolo: da un lato avrebbe dovuto operare nell’interesse pubbli-
co, quello collettivo della città e del territorio, dall’altro sempre gli stessi circoli sfrutta-
vano questo ruolo per i propri profitti privati. Gli esponenti del ceto triestino al potere
erano coinvolti nella vicenda dell’acquedotto come rappresentanti pubblici e allo stesso
tempo come privati. In questo periodo il comune di Trieste puntava, infatti, a cedere la
gestione delle infrastrutture pubbliche e dei servizi ad aziende private (Panjek, 2003). In
questo processo lo stato austriaco si attenne alle proprie regole e avviò la procedura di
acquisto dei terreni, ma si ritirò dall’impresa prima che fossero risolte le vertenze anco-
ra aperte. La questione passò quindi in altre mani, ovvero in quelle di un’impresa privata
ancor più grande, la Società delle Ferrovie meridionali, che a sua volta affidò la soluzione
dei problemi alla direzione della Società dell’Acquedotto di Aurisina, dandole istruzione
di risolvere da sola la questione.

Il caso della privatizzazione della fonte idrica ad Aurisina non palesa impatti am-
bientali negativi, interpretabili come una dimostrazione del fatto che la gestione privata
di questa risorsa naturale avesse avuto effetti »non sostenibili«. D’altra parte è però pos-
sibile constatare che le conseguenze del passaggio in gestione privata di quella che sino
ad allora era stata una risorsa idrica collettiva, almeno a breve termine non furono social-
mente sostenibili per la popolazione locale.

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