Page 120 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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paesaggio culturale e ambiente del carso

E forse più che altro ebbero a persuadere ciò le parole del sig. cav. de Scrinzi, pre-
sidente della fu menzionata Società e dell’ingegnere sig. Carlo Juncker, i quali alle
nostre osservazioni risposero [... che] potessero i comunisti essere tranquilli, giachè
la Società disporrebbe che pel bisogno della villa venisse aperta una spina d’acqua
perenne. Però questa promessa non venne mai mantenuta né dalla Società né dal-
la Società della Ferrovia, la quale a quanto udiamo divenne cessionaria di quell’ac-
qua.

I rappresentanti della comunità ribadirono nuovamente che, a causa della promes-
sa non rispettata, gli abitanti erano condannati a servirsi delle scorte d’acqua estrema-
mente carenti delle cisterne (bastanti solo per quattro mesi all’anno) e che dovevano re-
carsi regolarmente a prendere l’acqua fino al mare, anche con il maltempo, o con i carri
sino a San Giovanni. Conclusero il reclamo osservando che le sorgenti si trovavano sul-
le loro terre comuni e che si aspettavano »quelle misure che crederà« più opportune »a
far cessare la violazione del nostro diritto di proprietà«.9

Il contenzioso era in attesa di soluzione ancora l’anno successivo, il 1862. L’ammini-
strazione municipale di Trieste si rivolse alla Società dell’Acquedotto di Aurisina chieden-
dole in quale modo intendeva risolvere il problema, e quest’ultima rimandò la questione
al suo proprietario, la Società delle Ferrovie Meridionali. Questa assunse una posizione,
in base alla quale scaricava la responsabilità per la soluzione del contenzioso sulla direzio-
ne della Società dell’Acquedotto.

In relazione alla vostra pregiata missiva del 15 marzo dello scorso anno, numero 194
in merito alla questione dell’acqua per coprire le esigenze del villaggio di Santa Cro-
ce nonché all’allacciamento all’acquedotto, comunichiamo alla spettabile direzione
che sfortunatamente non siamo in grado di accogliere la richiesta inoltrata.

Se durante le trattative per l’acquisizione della proprietà sui terreni della comunità
di Santa Croce per le necessità dell’investimento nell’impianto si è pensato ad una
forma di cessione dell’acqua quale forma di risarcimento, sarebbe necessario con-
siderare il rispetto di un tale accordo verbale tra quegli impegni che la spettabile
direzione ha assunto esplicitamente con il protocollo del 13 marzo 1859, e se deve
essere deciso a favore della comunità di Santa Croce, lo può realizzare solo la spet-
tabile direzione.10

A Santa Croce, quindi, pretendevano l’erogazione gratuita dell’acqua per le esigen-
ze della comunità. La documentazione citata non rivela come sia stato risolto il conten-
zioso.

In ogni caso, nei decenni successivi la Società dell’Acquedotto di Aurisina fu ber-
saglio di numerose critiche a causa dell’elevato prezzo dell’acqua. Le tariffe elevate e la
scarsa qualità (nel 1897 causò un’epidemia di tifo) e quantità dell’acqua di fronte all’inces-
sante crescita demografica della città, sollevarono fin dagli anni ’80 polemiche e propo-
ste per la realizzazione di un secondo acquedotto, più moderno. Esse rimasero senza
esito e il comune di Trieste persistette nel rinnovare i contratti con il fornitore monopo-
lista. Secondo alcuni gli azionisti della Società dell’Acquedotto d’Aurisina traevano grossi

9 La particella era contrassegnata: N.T. 3348 cat. 454, AGCT, CM, 10/8-1, n° 12248/1333 (9.9.1861); AST,
CF, 1029 (S. Croce), Protocollo particelle fondi.

10 AGCT, CM, 10/8-1, n° 11966/1237 (9. 5. 1862).

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