Page 12 - Lazar, Irena, Aleksander Panjek in Jonatan Vinkler. Ur. 2020. Mikro in makro. Pristopi in prispevki k humanističnim vedam ob dvajsetletnici UP Fakultete za humanistične študije, 2. knjiga. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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Lo scopo del presente contributo che prenderà in esame le sopracitate
opere di Pier Paolo Vergerio il Vecchio è quindi di presentare come lo stu-
dioso capodistriano si sia inserito nel dibattito umanistico sulla pedagogia,
da dove abbia preso spunto per le sue idee e come queste abbiamo infine in-
fluito sullo sviluppo di questo filone della trattatistica umanistica.

1. La pedagogia umanistica

Nel ‘300, con i cambiamenti politici in Italia, soprattutto con la nascita dei
Comuni, furono istituite nelle città anche le scuole comunali, libere dall’in-
flusso della Chiesa che aveva detenuto fino ad allora le redini dell’educazio-
ne e dell’istruzione. C’era una “tendenza dei laici a sopravanzare progres-
sivamente i chierici nel monopolio di questo tipo di istruzione e che vede
pure il sopravvento della scuola pubblica su quella privata” (Del Nero 2019,
5). Era riscontrabile quindi la necessità di promuovere una nuova cultu-
ra che fu largamente sostenuta dagli umanisti italiani, parecchi dei quali
la favorirono con la stesura di trattati pedagogici. L’educazione doveva in-
fatti formare una nuova generazione di buoni cittadini, colti, capaci di go-
dere del bello e del giusto, ma soprattutto uomini liberi, che conoscessero
quelle arti che rendevano libero l’animo. “Questa fu l’educazione umanisti-
ca: non, come a volte si crede, studio grammaticale e retorico fine a se stes-
so, bensì formazione di una coscienza davvero umana, aperta in ogni dire-
zione, attraverso la consapevolezza storico-critica della tradizione cultuale”
(Garin 1975, 13).

Si cominciò così a dibattere sul modello migliore per una nuova edu-
cazione e nacquero diverse opere che prendevano spunto da varie fonti,
soprattutto antiche, ma che mantennero lucido lo scopo primario dell’e-
ducazione contemporanea: “Siamo probabilmente di fronte ad un model-
lo anche formale di piccolo trattato pedagogico, nel quale gli umanisti tro-
veranno una sorgente per un genere destinato a forte successo” (Del Nero
2019, 3). Molte sono le voci che compongono questo quadro e diverse sono
le indicazioni dei singoli autori; è possibile però tracciare delle linee comu-
ni che sono riscontrabili soprattutto nello scopo comune, cioè quello di
creare un “modello formativo più organico, basato sugli studia humanita-
tis, che propone un preciso curricolo” (Del Nero 2019, 6). Oltre al Vergerio
è possibile citare ancora altri autori dello stesso filone. Tra i maestri dei pri-
mi umanisti viene annoverato Guarino Veronese, che seppure non scris-
se un vero e proprio trattato, godette della fama di importate educatore
e trasmettitore di testi educativi dal greco e latino. Un passo importante

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