Page 17 - Lazar, Irena, Aleksander Panjek in Jonatan Vinkler. Ur. 2020. Mikro in makro. Pristopi in prispevki k humanističnim vedam ob dvajsetletnici UP Fakultete za humanistične študije, 2. knjiga. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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pier paolo vergerio il vecchio e la pedagogia umanistica
gnia. L’unico momento di insegnamento morale è rappresentato dal buon
servo Stichus che avverte il pubblico di voler pagare qualcuno per annun-
ciare l’arrivo del padre di Paulus in città: Stichus spera infatti di spaventare
Paulus e di ricondurlo sulla retta via, rimpiange i tempi nei quali il proprio
padrone aveva cominciato a studiare con diligenza, e sostiene la tesi che l’a-
giatezza è nemica dello studio, facendosi così portavoce di un moralismo
pedagogico che “riecheggia, in tono minore, una nota fondamentale della
personalità di Vergerio che alla cultura letteraria attribuì costantemente un
alto valore formativo” (Perosa 1965, 59). Ma questo fatto non si realizza mai
e neanche Stichus non ricompare più nella commedia.
L’opera non ha avuto grande successo di pubblico né nel suo tempo né
più tardi, probabilmente perché ritenuta incompiuta, senza una trama pre-
cisa e senza un finale definitivo. È possibile però tracciare alcuni punti in
comune con il trattato che verrà scritto dieci anni dopo, e cioè la condan-
na della dissolutezza e dell’agiatezza dei giovani e la marchiatura dei peri-
coli e dei tranelli nei quali possono incorrere i giovani studenti. Gli stessi
temi verranno ripresi anche nel De ingenuis moribus et liberalibus adule-
scentiae studiis.
3. Il trattato De ingenuis moribus et liberalibus adulescentiae
studiis: le influenze antiche e i valori della pedagogia
umanistica
È stata spesso citata come un’importate fonte di ispirazione l’influenza di
alcuni oratori e filosofi greci e romani sia sull’opera del Vergerio che sul-
la trattatistica pedagogica in generale (Garin 1958, 1975; Vecce 2009; Favero
2018; Cergol 2019). In particolare viene spesso menzionato l’insegnamen-
to di Isocrate sull’importanza della cultura che accomuna tutti i popoli:
“chiamiamo Greci quanti hanno in comune con noi la cultura piuttosto che
il sangue” che è possibile confrontare con un passo del De ingenuis mori-
bus, quando parla dell’estrazione famigliare dell’adolescente e dice: “Neque
enim opes ullas firmiores aut certiora praesidia vitae parare filiis genito-
res possunt quam si eos exhibeant honestis artibus et liberalibus discipli-
nis instructos, quibus rebus praediti et obscura suae gentis nomina et hu-
miles patrias attollere atque illustrare consueverunt”.1 Secondo il trattatista
1 In effetti, i genitori non possono fornire ai figli risorse e protezioni più sicure per la
vita di quelle che dà l’educazione in arti onorevoli e discipline liberali, con cui i fan-
ciulli riescono di solito ad elevare e rendere famoso il nome della propria famiglia,
anche se oscuro, e la stessa patria, anche se umile.
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gnia. L’unico momento di insegnamento morale è rappresentato dal buon
servo Stichus che avverte il pubblico di voler pagare qualcuno per annun-
ciare l’arrivo del padre di Paulus in città: Stichus spera infatti di spaventare
Paulus e di ricondurlo sulla retta via, rimpiange i tempi nei quali il proprio
padrone aveva cominciato a studiare con diligenza, e sostiene la tesi che l’a-
giatezza è nemica dello studio, facendosi così portavoce di un moralismo
pedagogico che “riecheggia, in tono minore, una nota fondamentale della
personalità di Vergerio che alla cultura letteraria attribuì costantemente un
alto valore formativo” (Perosa 1965, 59). Ma questo fatto non si realizza mai
e neanche Stichus non ricompare più nella commedia.
L’opera non ha avuto grande successo di pubblico né nel suo tempo né
più tardi, probabilmente perché ritenuta incompiuta, senza una trama pre-
cisa e senza un finale definitivo. È possibile però tracciare alcuni punti in
comune con il trattato che verrà scritto dieci anni dopo, e cioè la condan-
na della dissolutezza e dell’agiatezza dei giovani e la marchiatura dei peri-
coli e dei tranelli nei quali possono incorrere i giovani studenti. Gli stessi
temi verranno ripresi anche nel De ingenuis moribus et liberalibus adule-
scentiae studiis.
3. Il trattato De ingenuis moribus et liberalibus adulescentiae
studiis: le influenze antiche e i valori della pedagogia
umanistica
È stata spesso citata come un’importate fonte di ispirazione l’influenza di
alcuni oratori e filosofi greci e romani sia sull’opera del Vergerio che sul-
la trattatistica pedagogica in generale (Garin 1958, 1975; Vecce 2009; Favero
2018; Cergol 2019). In particolare viene spesso menzionato l’insegnamen-
to di Isocrate sull’importanza della cultura che accomuna tutti i popoli:
“chiamiamo Greci quanti hanno in comune con noi la cultura piuttosto che
il sangue” che è possibile confrontare con un passo del De ingenuis mori-
bus, quando parla dell’estrazione famigliare dell’adolescente e dice: “Neque
enim opes ullas firmiores aut certiora praesidia vitae parare filiis genito-
res possunt quam si eos exhibeant honestis artibus et liberalibus discipli-
nis instructos, quibus rebus praediti et obscura suae gentis nomina et hu-
miles patrias attollere atque illustrare consueverunt”.1 Secondo il trattatista
1 In effetti, i genitori non possono fornire ai figli risorse e protezioni più sicure per la
vita di quelle che dà l’educazione in arti onorevoli e discipline liberali, con cui i fan-
ciulli riescono di solito ad elevare e rendere famoso il nome della propria famiglia,
anche se oscuro, e la stessa patria, anche se umile.
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