Page 57 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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passato, nonché, per i loro caratteri costruttivi e la collocazione, ai muretti. Dato il ca-
rattere sparso dei terreni coltivati, spesso essi si trovavano lontano dagli abitati. Analoga-
mente, il bestiame veniva condotto su aree estese e lontane alla ricerca di pascoli meno
magri. In tali casi poteva essere utile disporre di un riparo dalle intemperie e un luogo co-
perto in cui riporre gli attrezzi. I ricoveri del Carso, detti hiška (casetta), richiamano nei
loro caratteri costruttivi e funzionali le casite istriane e numerosi altri tipi di dimora tem-
poranea diffusi in area mediterranea. Il materiale costruttivo è costituito dalla pietra cal-
carea, la forma interna è circolare mentre quella esterna può essere quadrata o rettan-
golare, il tetto è a falsa cupola, il piccolo ingresso è posto al riparo dalla bora. In base alla
classificazione della Pagnini, sul Carso triestino sono presenti tre tipi di casite. Uno è inse-
rito nello spessore del muro carsico ed è frequente nelle aree coltivate, quindi nei murei
intorno alle doline e ai campi. Un secondo tipo è collocato nel punto d’incrocio tra due
muretti o è appoggiato agli stessi ed è quindi sporgente. Il terzo è invece costituito da co-
struzioni isolate ed è diffuso »nelle zone dei vecchi pascoli comunali«. Le casette del Car-
so sono, per la maggior parte, di fattura e dimensioni più modeste di quelle istriane (Pa-
gnini, 1966, 126–132). La ragione di ciò va individuata innanzitutto nella diversa qualità del
materiale costruttivo, in particolare nella disponibilità di pietre di forma piatta, che con-
sentono l’edificazione di strutture circolari e di tetti a falsa cupola (Gams, 1991b, 92). Ne-
gli ultimi anni l’interesse per le casette carsiche e più in generale per le tecniche di costru-
zione dei muri in pietra a secco è notevolmente aumentato, portando a una conoscenza
più dettagliata delle tipologie e tecniche costruttive (Belingar, 2014).

Passando ai centri abitati, si nota che la pianta dei villaggi del Carso è agglomerata
e irregolare, con vie strette e tortuose, il cui andamento segue la morfologia del terre-
no e contribuisce a smorzare l’intensità delle raffiche di bora. Le strade sono delimitate
dai muri dei cortili e dalle pareti esterne posteriori delle case. La casa rurale del Carso è
in pietra e, a seconda del tipo e dell’epoca di costruzione, dispone del solo pianterreno
o è a uno o due piani con, in alcuni casi, un sottotetto praticabile. Il rustico può fare par-
te dell’abitazione o costituire un edificio a sé stante, creando una corte (borjač) delimita-
ta dagli edifici stessi e da muri sufficientemente alti da impedire la vista dall’esterno, che la
riparano al contempo dalla bora. Vi si accede da un ingresso a portale, i cui esempi con-
servati risalgono per lo più all’Ottocento. In origine il tetto era prevalentemente di paglia,
sostituito in seguito da quello in lastre di pietra, mentre la copertura di paglia si è conser-
vata più a lungo per le stalle e i rustici. Per quanto riguarda la tipologia, la casa rurale del
Carso è stata classificata come »carsico-mediterranea«, con analogie con l’architettura
rurale friulana, ma anche semplicemente »architettura carsica«. L’architettura in pietra
del Carso è caratterizzata dal fatto di dare l’impressione di una completa fusione con il
territorio, con il quale compone un’immagine unitaria del paesaggio culturale del Carso.5

Questa ricostruzione corrisponde in buona parte alle descrizioni riportate nel pri-
mo capitolo, sebbene oltre alle piccole dimensioni delle case e dei villaggi bisogni ricor-
dare le affermazioni di Valvasor di fine Seicento, secondo il quale i villaggi del Carso era-
no relativamente grandi, mentre già allora alcune case erano coperte di lastre di pietra.
Anche dalle raffigurazioni qui riprodotte e tratte da Valvasor (1689) e da Capellaris (1752),
si rileva come nei borghi di una certa importanza quali S. Daniele e Senožeče, ma anche

5 Pagnini, 1966; Fister, 1999, 251–260; Lah, 1999, 260–271. Sulla casa carsica e sull’uso della pietra nell’ar-
chitettura vernacolare si vedano anche Ciglič 1993 e Renčelj, 2002.

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