Page 58 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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paesaggio culturale e ambiente del carso

Branik sotto il castello di Reifenberg, coesistessero effettivamente case rurali di diverse
dimensioni e costituite da uno o più piani, ma si tratta di abitati e borghi particolari, situati
presso castelli. Le coperture mutarono nel tempo, passando progressivamente dal tetto
di paglia a quello in pietra fino alle »tegole carsiche« in terracotta (Fister, 1999). È comun-
que ragionevole presumere l’esistenza di differenze tra centri maggiori e minori, come
pure tenere conto della stratificazione della società contadina, e quindi sulla differenzia-
zione all’interno della popolazione delle campagne che si rispecchiava anche nel tetto che
aveva sopra la testa. Il catasto franceschino mostra come intorno al 1830 la maggioran-
za delle case d’abitazione in Carso fosse coperta di lastre di pietra, mentre i rustici di re-
gola avevano tetti di paglia. Allora prevalevano le case »basse«, costituite dal solo pian-
terreno (AST, CF).

Dal punto di vista del modello insediativo e dell’edilizia rurale, un elemento carat-
teristico del paesaggio culturale del Carso è costituito dalle fortificazioni rurali dette ta-
bor. La loro origine va individuata nella necessità di difesa all’epoca delle maggiori incur-
sioni turche provenienti dai Balcani, cui la popolazione rurale rispose, in particolare tra la
seconda metà del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, con diversi tipi di fortificazio-
ne, tutte dette tabor: semplici rifugi nella roccia, torri di guardia, chiese cinte da muri, for-
tificazioni presso i castelli, centri abitati completamente fortificati.

I tabor erano generalmente posti in cima ad alture, in luoghi panoramici, mentre i
villaggi erano situati negli avvallamenti, presso ogni zona di terreno un po’ più fertile. Per
questo è possibile sostenere che con la loro costruzione tra la fine del medioevo e gli inizi
dell’età moderna si sia riaffermato il doppio e parallelo sistema insediativo sui colli e nel-
le valli, presente nel paesaggio culturale del Carso al più tardi dall’epoca romana, costi-
tuendo quindi un tratto paesaggistico di lungo periodo (Slapšak, 1999, 145–163). Essi era-
no invero presenti non solo in Carso, ma su gran parte del territorio dell’odierna Slovenia
e della Carinzia e Stiria austriache (Fister, 1975, 292–309; Ebner, 1954). Analogie sono ri-
scontrabili anche con le fortificazioni rurali del vicino Friuli, dette centa).6 Due begli esem-
pi di abitati fortificati del Carso, S. Daniele e Škocjan, sono qui riportati nelle raffigurazio-
ni di Capellaris e Valvasor (Figura 4, Mappa 14).

Oltre alle funzioni difensive all’origine della loro costruzione, i tabor assunsero in se-
guito un ruolo piuttosto importante nella realtà socioeconomica rurale e in particolare
nell’attività commerciale che percorreva le campagne slovene (Grafenauer, 1962). In età
moderna, i traffici commerciali condotti dalla popolazione rurale erano importanti e vi-
vaci anche in Carso. In quanto siti sicuri e fortificati, i tabor divennero così ben presto an-
che il luogo dove, in caso di necessità, i contadini del circondario mettevano al sicuro le
proprie scorte (grano, vino e bestiame), come attestato nel 1606 dal conte Filippo di Ko-
benzl, futuro signore di S. Daniele, che ne descrisse il tabor (Taber), seppure con l’interes-
se a sminuirne il ruolo.

Questo luogo non è un piccolo borgo di mercato ma un villaggio, nel quale i suddi-
ti […] che abitano nei villaggi circonvicini hanno baracche e cantine nelle quali per
maggior sicurezza portano il vino e il grano che loro stessi producono, come in mol-
ti altri luoghi di questo tipo sul Carso e nella Pivka.

6 Degrassi, 2002. Vedi anche Colombo, 2002, 285–322.

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