Page 117 - Hrobat Virloget, Katja, Kavrečič, Petra, eds. (2015). Il paesaggio immateriale del Carso. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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tradizione dei segni scolpiti sui portali e sulle colonne in pietra del carso

Queste tre regole vennero seguite fino alla prima guerra Immagine 10 (immagi-
mondiale, poi cominciarono a perdersi. Con l'impiego massiccio ne sulla quarta di co-
di utensili moderni, macchinari ed altri materiali (malte, mattoni pertina): Chiave di
e tegole) iniziarono a perdersi tutte le regole ed usanze antiche volta di un porta-
degli scalpellini. Tali regole da qualche parte suscitavano talvolta le (p`rtuon) a Škrbina
persino derisione e scherno e questo anche per le decorazioni e con la morca nel cer-
per i modelli degli antichi segni. Dopo la prima guerra mondiale chio magico e con
scomparvero completamente dai portali e rimaserosolamente le una tripletta di spi-
incisioni centrali dei motivi cristiani nella forma delle lettere IHS e rali.
delle croci. Negli anni settanta del secolo scorso nel Carso come Immagine 11: Colon-
anche altrove iniziò »l'adorazione« dei nuovi materiali fra i qua- na (k`luonja) a Plisko-
li proprio il cemento! L'utilizzo di nuove macchine agricole, come vica con due morce e
macchine per la fienagione, il spandiconcime, il caricaletame e così con la chiave di volta
via, portò all'abbattimento dei portoni e all'allargamento degli in- degli archi con con
gressi che vennero sostitutiti da colonne in cemento assoluta- avente una tripletta
mente brutte. Addirittura le vere dei pozzi (šapla štirn) e gli scalini di spirali.
(finirono negli immondezzai o vennero frantumati con mazzuo- Immagine 12: Dejbuh
le e impastati col cemento. Venne così distrutta l'arte dell'incisio- sull'architrave, sulla
ne a mano nei laboratori degli scalpellini e perduta la conoscenza chiave di volta e an-
che si trasmetteva da generazione in generazione. Anche gli anti- cora sulle tre spira-
chi simboli venivano rimossi con la scusa che erano troppo all'an- li della colonna por-
tica. Per fortuna nel Carso alla fine dello scorso millennio comin- tante del portale dei
ciarono ad arrivare stranieri che compravano le case antiche e le Kosmač, a Gabrovica
restauravano in modo appropriato. Non gettavano via neanche la presso Komen.
più piccola pietruzza. Solo quando gli abitanti del Carso si resero Immagine 13: Su que-
conto e divennero consapevoli di quanto importante era la pie- sto portale a Kre-
tra ed i manufatti in pietra per gli stranieri, cominciarono ad esse- plje si trova la miglio-
re orgogliosi del proprio patrimonio. Nuove generazioni di scal- re rappresentazione
pellini hanno di nuovo ripreso i martelli e, anche con gli utensili del Dejbuh. In cima
moderni, creano opere seguendo le tradizioni antiche. La lavora- ad enrambe le co-
zione ha preso la direzione giusta nelle nuove costruzioni. Cosi' lonne sul portan-
anche nelle case antiche si é ricominciato a porre nuovi portali o te c'è la croce di Sve-
rinnovare quelli antichi e su di essi sono apparsi come elemento tovid, su ogni lato
decorativo, accanto ai segni cristiani o addirittura senza di essi, dell'architrave si tro-
anche i simboli antichi. Il loro significato tuttavia è rimasto tuttog- va Dejbuh col figlio e
gi purtroppo sconosciuto alla maggior parte della popolazione. due trojnik di Dejbuh.
In mezzo alla felce
Durante le mie ricerche ho letto alcuni libri sull'arte di scol- nel cerchio intreccia-
pire la pietra scritti da diversi autori ma in uno solo (Ivan Pertot, to c'é Dejbuh e an-
1997, Kamnita dediščina Krasa, Trst: Mladika) ho trovato la de- cora quattro più pic-
scrizione di tutte le decorazioni ed i segni dell'antica religione. La coli. Sulle porte di
maggior parte degli altri autori considerano i segni e la tematica legno due rombi che
che li simboleggiano pura superstizione. Non è però così: si tratta rappresentano il se-
di una posizione spirituale dei nostri antenati in relazione alla na- gno di Svetovid.
tura, che é nata in tempi remoti e che, nonostante la cristianizza-
zione, si é trasmessa da generazione in generazione.

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