Page 139 - Hrobat Virloget, Katja, Kavrečič, Petra, eds. (2015). Il paesaggio immateriale del Carso. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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tradizione dei segni scolpiti sui portali e sulle colonne in pietra del carso

La frazione del villaggio chiamata Mirišče dove stano queste due pietre sarebbe
molto più antica della parte più bassa di Prelože.

L'altezza della »pietra maschile« è di 75 cm, la larghezza di 70 cm e la lunghezza ver-
so ovest di 100 cm, quella femminile di ha dimensioni 55 cm, 65 cm e in diagonale 87 cm.

Babnek (Babnik)

Anche questo tipo di pietra rientra nelle simbologie e rituali dei villaggi. Il loro ruolo un
tempo era abbastanza segreto, nascosto e avvolto nel mistero; persino travisato. Secon-
do alcune spiegazioni, attorno a queste pietre si sarebbero incontrate le streghe (štrige)
del villaggio e avrebbero invocato il male a chiunque fosse passato durante le loro sedu-
te di stregoneria. Secondo altri invece si sarebbero radunate le guaritrici del luogo le qu-
ali si sarebbero scambiate le esperienze riguardanti le guarigioni con differenti metodi e
con le erbe. C'è anche una spiegazione più moderna, secondo la quale in quel luogo si in-
contravano le malelingue del paese – le babe del villaggio. Al giorno d'oggi queste pietre
non sono più luogo d'interesse (Mi è stato raccontato da mia nonna Olga Čok, Antoni-
ja Škabar e Francka Mljač.).

Srejnik

Lo stesso significato vale anche per queste pietre. Fino a qualche anno fà gli anziani del
villaggio si riunivano verso sera per sedersi su queste pietre quasi ogni giorno e ogni
domenica dalla primavera all'autunno. Seduti parlavano, discutevano e decidevano del-
le cose importanti. I bambini e le donne non osavano sedersi vicino. Gli srejniki veniva-
no posti in cerchio attorno ai tigli del paese. Ogni anziano sedeva sempre nella sua par-
te della pietra. Alcune pietre erano incise, altre invece erano naturali. Il nome di queste
pietre deriva probabilmente dal verbo incontrarsi (sreti – sestati) e non dal sostantivo
comunità di villaggio (srenja). Queste riunioni erano chiamate sreja. Gli anziani del vil-
laggio credevano che sotto le chiome degli antichi tigli si ottenessero dei consigli saggi.
Da qui proviene anche il detto: (letteralmente) Stai dritto come un dio del tiglio (»Stojiš
ku lipou buh«) per qualcuno che non si muove. Credevano anche che questi alberi pos-
senti avessero radici così profonde nela terra da poter attingere da essa la forza ma-
gica e che questa potesse raggiugerli. A Lokev c'erano due di questi srejnik, uno a Du-
lanj, sotto Rena ed uno a Britof. Fra i stagni artificiali di Pasic e Grdi kal a Dulanja vas
vennero piantati adirittura sette tigli in fila, affinché le proteggessero dal prosciugarsi.
Purtroppo sono tutti scomparsi. Le pietre sono state in buona parte rimosse perché
ostacolavano la circolazione stradale. Io invece penso che gli dei abbiano abbandona-
to le chiome degli alberi, perché sotto di esse non c'erano più saggi! (Me lo ha raccon-
tato mia nonno Jože Čok – Liletov.)

Breve riflessione sulla nascita dell'arte della scultura
della pietra nel Carso e la relazione con i simboli scolpiti

La fioritura dell'arte degli scalpellini e la massiccia presenza di portali (prtuoni) e corni-
ci (k`luonje) la possiamo collegare nel Carso con due fenomeni. Il primo, di importanza
vitale per tutti gli abitanti del Carso è connesso alle riforme feudali dell'imperatrice Ma-

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