Page 12 - Luka Juri, Autopoiesi di sistemi-regione. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
P. 12
Introduzione
Sempre preponderante, soprattutto nelle sue interpretazioni, rima-
ne il territorio anche nell’opera di Karl Hausofer, che introduce – senza
però svilupparlo al di fuori della concettualità del territorio – la defi-
nizione spazio nella teoria del Lebensraum, ovvero spazio vitale, poi
interpretato dal nazismo per giustificare politiche espansionistiche ed
aggressive.
Questo concetto, che nella geografia assume dimensione statica
e bidimensionale, viene ampliato nel lavoro di Edward L. Ullman,
che sostiene che l’essenza del contributo intellettuale della geografia
umana può essere sintetizzata nei concetti di sito e di situazione (Ull-
mann 1980). Il sito viene così definito dalle condizioni concrete di un
luogo, di un’area, portando così all’analisi delle relazioni verticali che
concorrono tra l’uomo e l’ambiente, ovvero il territorio. Più comples-
12 sa invece la definizione di situazione: qui Ullman individua l’analisi
degli effetti che un’area, ovvero i fenomeni di un’area, producono su
un’altra area, ponendo quindi accento su relazioni orizzontali. Questo
secondo elemento apre quindi la strada alla geografia dell’analisi spa-
ziale. Al concetto di territorio se ne aggiunge un altro, più complesso
ed ampio: lo spazio (Vallega 1989, 44).
Con la definizione di spazio si aprono possibilità per una diversa,
più complessa ma anche più flessibile analisi geografica. Da un mero
studio verticale delle relazioni tra l’uomo come soggetto mobile ed il
territorio con palcoscenico geografico, oggetto immobile e privo di di-
mensione temporale, si passa ad una concezione di spazio nel quale
le relazioni sono tridimensionali e nel quale l’uomo si trova immer-
so, ne è parte e non vi è quindi più solamente sovrapposto. Lo spa-
zio può venir modificato, in quanto assume anche caratteristiche so-
ciali, cioè umane, e può essere visto in un’ottica soggettiva – anzi, lo
spazio, come concetto più astratto del territorio, si presta quasi esclu-
sivamente ad un’analisi inquinata dalla soggettività umana. Essendo
modificabile, lo spazio assume anche la necessaria accezione tempo-
rale, tetra-dimensionale, che amplia in modo evidente le possibilità di
osservazione e di analisi.
Ciò apre la strada all’abbandono dell’ecologismo geografico classi-
co, in cui si punta all’esaustività ed alla descrizione, per passare all’a-
nalisi spaziale che riduce il numero di elementi analizzati (spesso ri-
ducendoli ad uno solo). L’analisi inoltre si propone non solo di descri-
vere, ma di spiegare il fenomeno geografico, cercando le cause e ten-
tando di estrapolare possibili conseguenze. Prendono rilevanza i fe-
nomeni sociali e si tende a cercare di costruire modelli il più possibile
astratti e generalmente applicabili (Vallega 1989, 45).
Lo spazio, come accennato, può venir interpretato anche in modo
Sempre preponderante, soprattutto nelle sue interpretazioni, rima-
ne il territorio anche nell’opera di Karl Hausofer, che introduce – senza
però svilupparlo al di fuori della concettualità del territorio – la defi-
nizione spazio nella teoria del Lebensraum, ovvero spazio vitale, poi
interpretato dal nazismo per giustificare politiche espansionistiche ed
aggressive.
Questo concetto, che nella geografia assume dimensione statica
e bidimensionale, viene ampliato nel lavoro di Edward L. Ullman,
che sostiene che l’essenza del contributo intellettuale della geografia
umana può essere sintetizzata nei concetti di sito e di situazione (Ull-
mann 1980). Il sito viene così definito dalle condizioni concrete di un
luogo, di un’area, portando così all’analisi delle relazioni verticali che
concorrono tra l’uomo e l’ambiente, ovvero il territorio. Più comples-
12 sa invece la definizione di situazione: qui Ullman individua l’analisi
degli effetti che un’area, ovvero i fenomeni di un’area, producono su
un’altra area, ponendo quindi accento su relazioni orizzontali. Questo
secondo elemento apre quindi la strada alla geografia dell’analisi spa-
ziale. Al concetto di territorio se ne aggiunge un altro, più complesso
ed ampio: lo spazio (Vallega 1989, 44).
Con la definizione di spazio si aprono possibilità per una diversa,
più complessa ma anche più flessibile analisi geografica. Da un mero
studio verticale delle relazioni tra l’uomo come soggetto mobile ed il
territorio con palcoscenico geografico, oggetto immobile e privo di di-
mensione temporale, si passa ad una concezione di spazio nel quale
le relazioni sono tridimensionali e nel quale l’uomo si trova immer-
so, ne è parte e non vi è quindi più solamente sovrapposto. Lo spa-
zio può venir modificato, in quanto assume anche caratteristiche so-
ciali, cioè umane, e può essere visto in un’ottica soggettiva – anzi, lo
spazio, come concetto più astratto del territorio, si presta quasi esclu-
sivamente ad un’analisi inquinata dalla soggettività umana. Essendo
modificabile, lo spazio assume anche la necessaria accezione tempo-
rale, tetra-dimensionale, che amplia in modo evidente le possibilità di
osservazione e di analisi.
Ciò apre la strada all’abbandono dell’ecologismo geografico classi-
co, in cui si punta all’esaustività ed alla descrizione, per passare all’a-
nalisi spaziale che riduce il numero di elementi analizzati (spesso ri-
ducendoli ad uno solo). L’analisi inoltre si propone non solo di descri-
vere, ma di spiegare il fenomeno geografico, cercando le cause e ten-
tando di estrapolare possibili conseguenze. Prendono rilevanza i fe-
nomeni sociali e si tende a cercare di costruire modelli il più possibile
astratti e generalmente applicabili (Vallega 1989, 45).
Lo spazio, come accennato, può venir interpretato anche in modo