Page 13 - Luka Juri, Autopoiesi di sistemi-regione. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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1.1 Dal concetto di territorio a quello di spazio 13
soggettivo, anzi diventa quasi dipendente da tale prospettiva. Così Ar-
mand Frémont identifica tre punti di vista attraverso i quali interpre-
tare lo spazio: spazio di vita, spazio sociale e spazio vissuto. Il primo
considera soltanto l’insieme dei luoghi frequentati da una persona o
un gruppo sociale, mentre il secondo si riferisce all’insieme dei luoghi
nei quali il gruppo umano intrattiene le relazioni sociali. La risultan-
te di questi due è lo spazio vissuto, che è quindi chiaramente limitato
all’esperienza dell’individuo (Frémont 1999, 48). Questa definizione
di spazio vissuto diventa particolarmente intrigante, in quanto non
bisogna considerare soltanto lo spazio nel quale il soggetto si muove
o intrattiene relazioni sociali in prima persona, anche tutto lo spazio
nel quale il soggetto vive in modo virtuale. È chiara quindi l’importan-
za dei media d’informazione e d’intrattenimento che contribuiscono
ad allargare a scala planetaria – benché limitata a determinati punti
del globo – lo spazio vissuto di un individuo, mentre la memoria stori-
ca, orale o scritta, contribuisce a dare anche una profondità tempora-
le. È interessante così notare come lo spazio vissuto – mediato e non
necessariamente in prima persona – di un individuo si concentri nei
nodi più importanti della scala globale, come ad esempio le città mon-
diali o le regioni d’importanza strategica (Medio oriente, Singapore),
mentre non considera altre aree, quelle poco o per niente presenti nei
media (Siberia, Africa nera, ecc.).
Il concetto di spazio vissuto arriva inoltre a superare la dimensio-
ne geografica reale per raggiungerne di meramente mentali, ovvero
create dall’informatica. Spunta in primis lo spazio virtuale della rete
telematica (internet) che si è allargato negli ultimi anni di intensa in-
formatizzazione fino a comporre oggi un’importante fetta dello spa-
zio vissuto di un individuo integrato nei ritmi di vita «occidentali». Si
è quindi testimoni di un allargamento dello spazio vissuto definibi-
le quasi come una nuova dimensione – virtuale – dell’ecumene, nel-
la quale ci si relaziona, si commercia, si impara e si intrattiene le più
svariate attività sociali.
La tecnologia informatica, oltre ad aver allargato lo spazio vissuto
ad una dimensione virtuale ma reale dal punto di vista delle relazio-
ni umane, ne ha anche cambiato radicalmente le distanze. Numero-
se relazioni umane riescono infatti, grazie all’informatica, a superare
le barriere geografiche tradizionali, trasformando quindi radicalmen-
te i tempi e le distanze dello spazio vissuto. Con un adeguato equi-
paggiamento informatico (computer, palmare o telefono «intelligen-
te» e connessione ad Internet) è infatti possibile inviare informazioni
e commerciare alla stessa velocità con un soggetto lontano sia 10 che
10 mila chilometri.
soggettivo, anzi diventa quasi dipendente da tale prospettiva. Così Ar-
mand Frémont identifica tre punti di vista attraverso i quali interpre-
tare lo spazio: spazio di vita, spazio sociale e spazio vissuto. Il primo
considera soltanto l’insieme dei luoghi frequentati da una persona o
un gruppo sociale, mentre il secondo si riferisce all’insieme dei luoghi
nei quali il gruppo umano intrattiene le relazioni sociali. La risultan-
te di questi due è lo spazio vissuto, che è quindi chiaramente limitato
all’esperienza dell’individuo (Frémont 1999, 48). Questa definizione
di spazio vissuto diventa particolarmente intrigante, in quanto non
bisogna considerare soltanto lo spazio nel quale il soggetto si muove
o intrattiene relazioni sociali in prima persona, anche tutto lo spazio
nel quale il soggetto vive in modo virtuale. È chiara quindi l’importan-
za dei media d’informazione e d’intrattenimento che contribuiscono
ad allargare a scala planetaria – benché limitata a determinati punti
del globo – lo spazio vissuto di un individuo, mentre la memoria stori-
ca, orale o scritta, contribuisce a dare anche una profondità tempora-
le. È interessante così notare come lo spazio vissuto – mediato e non
necessariamente in prima persona – di un individuo si concentri nei
nodi più importanti della scala globale, come ad esempio le città mon-
diali o le regioni d’importanza strategica (Medio oriente, Singapore),
mentre non considera altre aree, quelle poco o per niente presenti nei
media (Siberia, Africa nera, ecc.).
Il concetto di spazio vissuto arriva inoltre a superare la dimensio-
ne geografica reale per raggiungerne di meramente mentali, ovvero
create dall’informatica. Spunta in primis lo spazio virtuale della rete
telematica (internet) che si è allargato negli ultimi anni di intensa in-
formatizzazione fino a comporre oggi un’importante fetta dello spa-
zio vissuto di un individuo integrato nei ritmi di vita «occidentali». Si
è quindi testimoni di un allargamento dello spazio vissuto definibi-
le quasi come una nuova dimensione – virtuale – dell’ecumene, nel-
la quale ci si relaziona, si commercia, si impara e si intrattiene le più
svariate attività sociali.
La tecnologia informatica, oltre ad aver allargato lo spazio vissuto
ad una dimensione virtuale ma reale dal punto di vista delle relazio-
ni umane, ne ha anche cambiato radicalmente le distanze. Numero-
se relazioni umane riescono infatti, grazie all’informatica, a superare
le barriere geografiche tradizionali, trasformando quindi radicalmen-
te i tempi e le distanze dello spazio vissuto. Con un adeguato equi-
paggiamento informatico (computer, palmare o telefono «intelligen-
te» e connessione ad Internet) è infatti possibile inviare informazioni
e commerciare alla stessa velocità con un soggetto lontano sia 10 che
10 mila chilometri.