Page 16 - Luka Juri, Autopoiesi di sistemi-regione. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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Introduzione

sto lavoro, si distingue quello più precoce di regione naturale. Già nel
1752, il francese Philippe Buache suddivise il territorio francese in ba-
cini fluviali, sostenendo che essi erano regioni naturali, in quanto il
fiume e la sua valle costituiscono una sede che determina – in mo-
do naturale – le forme di insediamento, di agricoltura e di allevamen-
to. Nel corso del secolo successivo il concetto si avvalse di numerosi
sviluppi, poiché il substrato fisico della regione naturale venne iden-
tificato nelle strutture geologiche, di cui il bacino idrografico è un’e-
spressione. Ad esempio, un bacino sedimentario di origine quaterna-
ria, un’area a rilievi di origine ercinica come gli Appalachi (340 milio-
ni di anni or sono), oppure uno scudo archeozoico, possono essere
considerati regioni naturali (Vallega 1995).

Il concetto di regione naturale trova ulteriore sviluppo nell’ambi-
16 to del pensiero geografico positivista. Per Friedrich Ratzel, i rappor-

ti tra consorzi umani ed ambiente vengono visti in chiave ecologica,
fermo restando però che il protagonista principale rimane l’ambiente
fisico: l’insediamento ed i fatti umani ne dipendono, subiscono effet-
ti e, entro certi limiti, reagiscono. In questo clima matura il concetto
di regione naturale come un grande soggetto geografico, ben definito
e chiaramente rilevabile, tanto per i confini che per i propri caratteri
essenziali (Ratzel 1923). Con questo approccio determinista si viene a
considerare l’ambiente fisico come il dante causa e le forme d’uso del
territorio come l’effetto, la conseguenza.

È con la concezione possibilista che l’uomo inizia progressivamen-
te a svincolarsi dall’ambiente e diventa protagonista della relazione
geografica. L’uomo diventa causa, piuttosto che effetto, plasma con
una certa autonomia l’ambiente piuttosto che subirne necessaria-
mente l’influenza. Diventa protagonista in una sorta di organismo,
costituito da aspetti fisici e apporto umano (Vallega 1983). È così che
al concetto di regione naturale Vidal de la Blache (1913) contrappone
quello di regione umanizzata, cioè di uno spazio in cui una comunità
umana, dotata di una propria cultura organizza un territorio, costitui-
to da un solo ambiente fisico, o da più ambienti fisici contigui. Pro-
prio la promozione a regionale di un territorio che fisicamente non
è necessariamente uniforme, ma che anzi può essere composto da
più ambienti fisici confuta il concetto di regione naturale, secondo il
quale una regione è necessariamente costituita da un solo ambiente
fisico. Da qui la negazione del principio di causalità unidirezionale,
in base al quale l’ambiente è la causa della regione. Infatti, se una
regione si stende su più ambienti fisici si deduce che a determinarla
siano anche altre cause, come soprattutto quella umana (Vidal de la
Blache 1913). L’abbandono dell’interpretazione unidirezionale della
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