Page 17 - Luka Juri, Autopoiesi di sistemi-regione. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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1.2 Il concetto di regione 17

relazione tra l’uomo ed il territorio, che verrà posteriormente svilup-
pato nel concetto di spazio, è presente anche nell’argomentazione di
Maximilien Sorre, che sottolinea come tra uomo e natura esistano re-
lazioni bidirezionali. In questa definizione possibilista, il rapporto tra
la natura (substrato) e l’uomo (gruppo umano) crea la regione (Sorre
1961).

L’abbandono della «fisicità» della regione è visibile anche nell’in-
terpretare il concetto di paesaggio. Quest’ultimo, già in parte impli-
citamente presente nella regione naturale, viene ripreso e riformula-
to dal pensiero possibilista che ne amplia la portata, riferendola an-
che alle forme di insediamento, alla copertura umana ed ai modi di
utilizzazione del territorio: dall’idea di paesaggio naturale si passa a
quella di paesaggio umanizzato, cioè di paesaggio in generale. La re-
gione geografica è un’astrazione e da ciò si deriva che anche il paesag-
gio che ne costituisce la fisionomia è un’astrazione. In questo senso,
mentre il paesaggio meramente naturale è concretamente rilevabile,
quello umano può essere concepito solo in funzione di tratti elaborati
e schematizzati, cioè convenzionali (Vallega 1983).

Sviluppando questa direzione di pensiero diventa chiaro che molti
paesaggi possano sovrapporsi nel tempo sullo stesso spazio: ad esem-
pio i mutamenti agricoli nelle contrade mediterranee, l’urbanizzazio-
ne dei bacini minerari, la bonifica di territori paludosi, eccetera (Juil-
lard 1978). L’estensione del paesaggio (e quindi della regione) viene
decisa dunque in modo del tutto discrezionale, portando alla creazio-
ne di termini come «subregione, microregione, zona, comprensorio, e
così via; termini vaghi nella misura in cui non poggiano su chiari ele-
menti di definizione e di delimitazione territoriale della regione, ma
che trovano ampio impiego» (Vallega 1983).

Il paesaggio esprime quindi lo stato momentaneo di certi rappor-
ti, di un certo equilibrio, instabile, tra condizioni naturali, tecniche di
trasformazione della natura, tipo di economia, strutture demografi-
che e sociali del gruppo umano. Inoltre, ogni paesaggio incorpora una
quantità variabile di componenti ereditate da combinazioni anteriori.
La forza di inerzia delle forme di organizzazione dello spazio conferi-
sce così al paesaggio una relativa stabilità. Realtà essenzialmente vi-
sibile, il paesaggio non si può spiegare senza fare appello a dei fattori
che sfuggono alla vista o non sono riportabili alla materialità topo-
grafica come, per esempio, l’idrologia sotterranea, la natalità, il regi-
me fondiario, la circolazione dei capitali, la pratica religiosa (Juillard
1978).

Il criterio di uniformità sul quale si fonda il concetto di regione for-
male è sicuramente il più diffuso, ma sicuramente non l’unico. Come
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