Page 42 - Luka Juri, Autopoiesi di sistemi-regione. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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L’organizzazione dello spazio sociale ed economico

missi dominici, rappresentanti di Carlo Magno. Nell’accordo tra il po-
tere feudale franco e quello municipale, alle città fu riconosciuta l’au-
tonomia, ma le terre del contado non vennero restituite. Quanto agli
Slavi, il duca Giovanni si impegnò che avrebbero lasciato le terre del
contado (prevalentemente a nord del fiume Risano vicino a Capodi-
stria) se avessero fatto dei danni o arrecato molestie. Tale accordo è
importante dal punto di vista storico-geografico, in quanto definisce i
territori fino a dove potevano insediarsi le comunità prevalentemen-
te agricole di etnia slava e dove invece vigeva la sovranità autonoma
del comune, delimitando così involontariamente il confine etnico tra
slavi ed italici nell’Istria slovena ed anche più a sud. Tale divisione eb-
be influssi a lungo termine nella geografia etnica della regione, tanto
che il limite dell’espansione etnica degli sloveni e degli italiani rimase
42 praticamente invariato fino alla fine della Seconda Guerra mondia-
le. Chiaramente, questo confine non era un confine fisico, naturale o
definito dall’uomo, ma soltanto un limite alla presenza maggiorita-
ria di ciascuna delle due comunità, beninteso che c’erano numerosi
italiani insediati nelle aree a maggioranza slovena e numerosi sloveni
insediati nelle aree a maggioranza italiana. Dopo la Seconda Guerra
mondiale, le ferite inter-etniche lasciate dai brutali eventi bellici, la
divisione ideologica tra Italia e Slovenia e le nuove politiche d’inse-
diamento etnico, cambiarono radicalmente la mappa della presenza
etnica di italiani e sloveni nell’Istria slovena. Gli italiani diminuirono
in modo radicale, sostituiti non solo da sloveni provenienti dalle aree
rurali della regione, ma anche da sloveni dell’interno del Paese e da
appartenenti ad altre etnie delle altre repubbliche dell’ex-Jugoslavia
(bosniaci, serbi, albanesi, ecc.).

Nonostante ciò, l’Istria slovena è riuscita a conservare, più nell’i-
dentità collettiva che nei numeri, una propria identità multicultura-
le, che si sta tra l’altro ulteriormente sviluppando. Grazie alla politica
delle relazioni tra Jugoslavia ed Italia, la comunità nazionale italiana è
riuscita a mantenere una propria vitalità e visibilità. L’istruzione ele-
mentare, media e superiore (tranne quindi quella universitaria) pos-
sibile anche in lingua italiana, i media regionali come TV e Radio Ca-
podistria ed i notevoli aiuti finanziari agli organismi di autogestione
della comunità nazionale italiana riuscirono a mantenere viva una co-
munità nazionale che altrimenti, vista la sua esiguità, si sarebbe pro-
babilmente assimilata completamente alla maggioranza della popo-
lazione di etnia slovena. Questa forte visibilità di una minoranza co-
munque esigua nei numeri (il 2,33% secondo l’ultimo censimento)3 e

3. Censimento del 2002, dati dell’Istituto della statistica della R. di Slovenia.
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