Page 10 - Studia Universitatis Hereditati, vol. 4(2) (2016)
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vidia verso tutti gli scrittori che elevano lastudia universitatis her editati, letnik 4 (2016), številk a 2 10zia che, in queste «pagine divaganti e quotidia-
frontiera a metafora di lacerazioni esclusi- ne», come in quelle «definitive e solenni»3 dei
vamente interiori e magari soltanto priva-hereditati romanzi, «si manifesta un Tomizza al quadrato,
te. Dirò dunque che frontiera reale, frontie- che riflette su se stesso, ricostruisce il proprio iti-
ra “per antonomasia”, è per me quel territorio nerario biografico, fa i conti con la tradizione e la
sempre conteso, e in definitiva sempre estra- storia e coraggiosamente affronta le divisioni po-
neo ai contendenti, che alla sommità dell’A- litiche, etniche e religiose con la certezza che nes-
driatico si insinua tra Italia, Austria e Jugo- suna frontiera ha scavato un solco incolmabile,
slavia, nel quale si radicano il mio destino di anzi che i valori che accomunano tutti gli uomi-
uomo e la mia ricerca di narratore. ni sono più numerosi e più forti di quanti li divi-
dano e li contrappongano».4
La condizione dell’uomo e dello scrittore di
frontiera, una condizione che arricchisce inte- Dopo tensioni interiori, confusioni e malin-
riormente, pur se contrassegnata da storie di sra- conie alla fine del 1954, quando i confini tra la
dicamenti e di tragedie personali e collettive, è zona A e la zona B sono stabiliti definitivamen-
stata delineata esemplarmente da Fulvio Tomiz- te con il Memorandum di Londra, Tomizza im-
za nel dialogo con Riccardo Ferrante, svoltosi tra bocca la via della diaspora, lascia l’Istria e si tra-
l’ottobre del 1991 e il gennaio del 1992, nel perio- sferisce a Trieste. Nell’articolo intitolato Nel
do in cui la Jugoslavia implodeva con una guer- golfo di Trieste, inserito nella prima parte de Le
ra sanguinosa.1 Tomizza ha sentito sempre in sé mie estati letterarie. Lungo le tracce della memo-
la frontiera, ha vissuto in essa cercando in ogni ria, una parte dedicata prettamente a Trieste e al
modo di abbatterla, inguaribilmente nomade, suo retroterra, Tomizza scrive:
perennemente impegnato nella ricerca di una co-
erenza interiore che gli appariva spesso irragiun- Trieste ci viene incontro con il faro della Vit-
gibile, instancabilmente immerso nel tentativo toria, a cui subito seguono le banchine e gli
di sciogliere quel «contrasto irriducibile» e at- edifici identici tra loro e regolarmente alli-
tuare l’«impossibile riconciliazione» tra cultu- neati del porto vecchio, primo ricetto per i
re diverse, giammai avverse, che egli sentiva pre- profughi istriani e poi tornati a costituire un
senti nella sua identità di uomo di frontiera. Una borgo morto nella città. […] Lembo estre-
«riconciliazione» che ha cercato di concretare mo del suolo nazionale, Trieste inalbera la
nel corso di tutta la vita sia come uomo sia come sua italianità, com’è naturale in questo seco-
scrittore, con lo scopo di pervenire a quella con- lo nel quale si sono combattute due guerre
dizione ideale per non dover più «scegliere tra mondiali e si è vissuto un aspro dopoguerra
le diverse e magari opposte componenti di san- per conquistarla e assicurarla all’Italia. Ma se
gue, di cultura, di mentalità, ma tentando piut- estendiamo la riflessione ai secoli preceden-
tosto di accordarle, riconoscendole proprie di ti, mentre conserviamo nello sguardo la sua
un uomo di frontiera, sentendole stimolanti an- struttura urbanistica, non possiamo non ri-
ziché gravose».2 Nell’Introduzione alla raccol- conoscere che la sua funzione primaria è
ta di scritti pubblicata postuma, di cui si sugge- quella di attrarre e amalgamare nuclei di et-
risce la lettura perché lumeggiano molti aspetti nie, di culture e di civiltà diverse. Il suo futu-
della vita, della narrativa e delle abitudini scrit- ro nel Duemila sarà reso possibile soltanto
torie del Nostro, Cesare De Michelis eviden- da un ripristino di tale ruolo e di tale spirito.

1 L’intervista è stata pubblicata nel 1992 con il titolo Destino di frontie- A Trieste comincia a scrivere nei primi anni
ra: Fulvio Tomizza, Destino di frontiera (Genova: Marietti Editore, Sessanta dello scorso secolo, quando l’Istria si
1992).
3 Cesare De Michelis, “Introduzione”, in Le mie estati letterarie. Lungo
2 Fulvio Tomizza, M’identifico con la frontiera (San Donà del Piave: le tracce della memoria (Venezia: Marsilio, 2009), 14.
Biblioteca civica, 1999), 23.
4 De Michelis “Introduzione”, 11-12.
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