Page 66 - Studia Universitatis Hereditati, vol. 4(2) (2016)
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destato una curiosità così morbosa da diven-studia universitatis her editati, letnik 4 (2016), številk a 2 66solo nella solitudine definitiva. Anche dal puno
tare il più importante. di vista spaziale il percorso di Lenny si profila cir-
hereditati colare: dalla macabra scena sognata in piazza San
- Non saprei. Diciamo… Philip Roth. Marco, a Venezia, in cui da una pila di neonati
morti ne emerge uno vivo si arriva, nell’ultimo
- No, è Salinger. Il regista cinematografico episodio alla medesima piazza per l’explicit della
più importante? serie. Su questo punto Sorrentino dice:
- Spielberg? Nel primo episodio c’è una scena splendida in
piazza San Marco: da una piramide di neona-
- No. Kubrick. L’artista contemporaneo? ti apparentemente morti ne emerge uno vivo. Che
vuol dire?
- Jeff Koons o Marina Abramović.
«Non lo so, non lo so. A volte mi vengono
- No. Banksy. Il gruppo di musica elettroni- queste immagini, le trovo potenti, intense,
ca? e decido di metterle, con disinvoltura, per-
ché nascono con un’intuizione istintiva. Poi
- Non so nulla di musica elettronica. affiora un collegamento con la storia, una
plausibilità che, in questo caso, devo anco-
- E poi dice che Harvard è una buona univer- ra scoprire. Un bambino di sette anni abban-
sità! Comunque, i Daft Punk. La più brava donato ha necessariamente a che vedere con
cantate italiana? la morte. E quella è una piramide di morte
perché quando i tuoi genitori ti abbandona-
- Mina. no – non muoiono, ti abbandonano, ed è an-
cora più doloroso – non c’è niente di più vici-
- Brava. E lo sa qual è il filo rosso che unisce no alla morte. Il fatto che Belardo, diventato
tutte queste figure che sono le più importan- adulto, esca da questa morte e diventi una
ti nei loro rispettivi campi? guida dei vivi è una specie di resurrezione».15
- No, non lo so. La resurrezione sognata da Lenny ha una
sua valenza nell’economia del personaggio e del-
- Non si fanno vedere. E non si fanno foto- la sua costante ambiguità, ma ne diremo più in
grafare.14 là. Per ora basti ricordare che è un percorso inver-
so rispetto a quello compiuto da Cristo, che pri-
L’interrogativo di Sorrentino, dalle tinte ma muore e poi resuscita. Ora, a non è dato saper
inevitabilmente autobiografiche, sembra ruota- se Lenny muoia o meno in seguito al malore per-
re attorno alla forza della solitudine ovvero dal- ché, in fondo non è importante: ha compiuto la
la quantità di forza che un uomo solo (in questo propria missione: nella folla radunatasi in Piaz-
caso al comando della Chiesa) può trarre dalla za San Marco ha trovato il proprio Dio credendo
propria esperienza di orfano per farsi strada nel- di individuare i propri genitori e vedendoli an-
la vita. La solitudine di Lenny va al pari passo darsene. Persino quest’ultimo fatto, per quanto
con il suo potere, è isolato in Vaticano (persino dolente, perde in importanza nonostane essi sia-
Suor Mary e Dussolier, o anche il mentore Spen- no stati l’oggetto di una vera e propria quête16 du-
cer gli voltano le spalle, a turno) e lo è anche sul
piano personale a causa della sua condizione di 15 Paola Zanuttini, Papale papale: intervista a Paolo Sorrentino su “The
orfano che, in ultima analisi, fa da propellen- Young Pope” , cit.
te nel suo percorso di ricerca. In questo senso, la
sigla d’apertura della serie si collega al finale in 16 Per Sorrentino, non credente, Dio s’identifica sovente con qualche
maniera circolare quando la cinepresa esce di sce- cosa che si desidera fortemente. Nel caso di Lenny si tratta dei ge-
na uscendo di fatto dal mondo, passando attra- nitori, un dettaglio, com’è noto che lo accomuna a Sorrentino stes-
verso le nuvole raffiguranti una figura crocifissa, so. In quel senso basti ricordare la scena di Youth (2015) in cui Fred
una visione di Dio, si presume, dopo che i geni-
tori gli hanno voltato ancora le spalle lasciandolo
14 Paolo Sorrentino, Il peso di Dio. Il Vangelo di Lenny Belardo, Torino, Ei-
naudi, 2017, pp. 24-25 (d’ora in avanti PD seguito dal numero di pagi-
na in coda alla citazione).
tare il più importante. di vista spaziale il percorso di Lenny si profila cir-
hereditati colare: dalla macabra scena sognata in piazza San
- Non saprei. Diciamo… Philip Roth. Marco, a Venezia, in cui da una pila di neonati
morti ne emerge uno vivo si arriva, nell’ultimo
- No, è Salinger. Il regista cinematografico episodio alla medesima piazza per l’explicit della
più importante? serie. Su questo punto Sorrentino dice:
- Spielberg? Nel primo episodio c’è una scena splendida in
piazza San Marco: da una piramide di neona-
- No. Kubrick. L’artista contemporaneo? ti apparentemente morti ne emerge uno vivo. Che
vuol dire?
- Jeff Koons o Marina Abramović.
«Non lo so, non lo so. A volte mi vengono
- No. Banksy. Il gruppo di musica elettroni- queste immagini, le trovo potenti, intense,
ca? e decido di metterle, con disinvoltura, per-
ché nascono con un’intuizione istintiva. Poi
- Non so nulla di musica elettronica. affiora un collegamento con la storia, una
plausibilità che, in questo caso, devo anco-
- E poi dice che Harvard è una buona univer- ra scoprire. Un bambino di sette anni abban-
sità! Comunque, i Daft Punk. La più brava donato ha necessariamente a che vedere con
cantate italiana? la morte. E quella è una piramide di morte
perché quando i tuoi genitori ti abbandona-
- Mina. no – non muoiono, ti abbandonano, ed è an-
cora più doloroso – non c’è niente di più vici-
- Brava. E lo sa qual è il filo rosso che unisce no alla morte. Il fatto che Belardo, diventato
tutte queste figure che sono le più importan- adulto, esca da questa morte e diventi una
ti nei loro rispettivi campi? guida dei vivi è una specie di resurrezione».15
- No, non lo so. La resurrezione sognata da Lenny ha una
sua valenza nell’economia del personaggio e del-
- Non si fanno vedere. E non si fanno foto- la sua costante ambiguità, ma ne diremo più in
grafare.14 là. Per ora basti ricordare che è un percorso inver-
so rispetto a quello compiuto da Cristo, che pri-
L’interrogativo di Sorrentino, dalle tinte ma muore e poi resuscita. Ora, a non è dato saper
inevitabilmente autobiografiche, sembra ruota- se Lenny muoia o meno in seguito al malore per-
re attorno alla forza della solitudine ovvero dal- ché, in fondo non è importante: ha compiuto la
la quantità di forza che un uomo solo (in questo propria missione: nella folla radunatasi in Piaz-
caso al comando della Chiesa) può trarre dalla za San Marco ha trovato il proprio Dio credendo
propria esperienza di orfano per farsi strada nel- di individuare i propri genitori e vedendoli an-
la vita. La solitudine di Lenny va al pari passo darsene. Persino quest’ultimo fatto, per quanto
con il suo potere, è isolato in Vaticano (persino dolente, perde in importanza nonostane essi sia-
Suor Mary e Dussolier, o anche il mentore Spen- no stati l’oggetto di una vera e propria quête16 du-
cer gli voltano le spalle, a turno) e lo è anche sul
piano personale a causa della sua condizione di 15 Paola Zanuttini, Papale papale: intervista a Paolo Sorrentino su “The
orfano che, in ultima analisi, fa da propellen- Young Pope” , cit.
te nel suo percorso di ricerca. In questo senso, la
sigla d’apertura della serie si collega al finale in 16 Per Sorrentino, non credente, Dio s’identifica sovente con qualche
maniera circolare quando la cinepresa esce di sce- cosa che si desidera fortemente. Nel caso di Lenny si tratta dei ge-
na uscendo di fatto dal mondo, passando attra- nitori, un dettaglio, com’è noto che lo accomuna a Sorrentino stes-
verso le nuvole raffiguranti una figura crocifissa, so. In quel senso basti ricordare la scena di Youth (2015) in cui Fred
una visione di Dio, si presume, dopo che i geni-
tori gli hanno voltato ancora le spalle lasciandolo
14 Paolo Sorrentino, Il peso di Dio. Il Vangelo di Lenny Belardo, Torino, Ei-
naudi, 2017, pp. 24-25 (d’ora in avanti PD seguito dal numero di pagi-
na in coda alla citazione).