Page 11 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
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ia universitatisevince dalla lettura delle pagine del suo roman- terario risalente all’inizio del Novecento, nelle
un capodistr iano illustr e: bruno maier 11 zo, L’assente. sue opere Maier ha raccontato ciò che era rima-
sto di quelle tensioni letterarie che avevano nu-
Fu il clima instaurato dai nuovi dominatori trito la formazione di Svevo e di Joyce, e che ave-
nella mia cittadina a indurmi a lasciarla, sen- vano fatto di Trieste una delle culle del romanzo
za rimpianti e senza nostalgie. Era un clima del Novecento, un centro di cultura tra i mag-
sempre più pesante, irrespirabile, che venivo giori d’Italia nel corso dello scorso secolo, aper-
chiaramente avvertendo. /…/ E perciò scel- to ad orizzonti mitteleuropei. Frutto di questo
si l’esodo, anche se questo terribile termi- lavoro sono i volumi: Profilo della critica su Ita-
ne biblico mi sembra improprio, troppo au- lo Svevo (1892-1951) (1952); Invito alla letteratura
lico, solenne, enfatico. Semplicemente, un triestina del Novecento (1958); Introduzione a Ita-
giorno mi recai a Trieste e non feci più ritor- lo Svevo (1959); La letteratura triestina del Nove-
no nella mia città. Tutto qui. Avevo tagliato i cento (1969); Iconografia sveviana. Scritti, parole
ponti con un luogo che non sentivo più mio: e immagini della vita privata di Italo Svevo (in
e mi venivo inserendo in una realtà nuova e collaborazione con la figlia dello scrittore, Leti-
appagante, che già da alcuni anni si identi- zia Svevo Fonda Savio, 1981); Dimensione Trie-
ficava con il mondo universitario triestino. ste. Nuovi saggi sulla letteratura triestina (1987);
In quel mondo anche la solitudine era bel- Il gioco dell’alfabeto. Altri saggi triestini (1990). Il
la, gratificante. Là decisi di rimanere, e rima- suo ultimo libro, Compositori di vita (Hammer-
si (Maier 1994, 222-223). le Editori, Trieste) è uscito postumo nel 2002.
Questo elenco è solo parziale, ma sufficiente per
Infatti, corre l’obbligo di ricordare che Ma- capire, già solo dai titoli, lo scopo perseguito da
ier è stato per molti anni professore ordinario di Maier in tanta parte del suo lavoro di studioso:
Lingua e Letteratura italiana presso l’Universi- rendere esplicito il ruolo, la misura, si potrebbe
tà del capoluogo giuliano, e presidente dell’Uni- dire la cifra, di una città in quanto città della po-
versità Popolare di Trieste dal 1983 al 1998. Ma esia e della letteratura, una delle numerose città
i suoi primi studi Maier li aveva compiuti nella letterarie dell’Italia e del mondo. Se oggi esiste
città natale dove, prima di intraprendere gli stu- il concetto stesso di triestinità, se oggi Trieste è
di universitari prima a Pisa e poi a Trieste, ave- considerata città culturale a livello europeo, lo si
va frequentato il liceo “Carlo Combi”. Nella sua deve anche a Maier, che con i suoi studi sugli au-
lunga attività di critico letterario e di studioso, tori triestini ha contribuito a portare Trieste ai
capace di rivisitare con spunti innovativi ed ec- vertici dell’attenzione nazionale e internaziona-
cellenti anche i propri vecchi convincimenti in le. Per un elenco completo delle opere e dei sag-
quanto rispettoso delle ricerche sopravvenute, gi pubblicati da Maier si rimanda alla Bibliogra-
per cui la sua bibliografia mostra spesso ritorni fia di Bruno Maier, che in 140 pagine raccoglie
e riprese che in realtà sono riscritture e revisioni, l’elenco di tutti gli scritti del critico letterario,
si è occupato di numerosi autori, periodi, aspetti, scrittore e docente capodistriano, da molti con-
problemi della storia letteraria italiana, da Dan- siderato il massimo conoscitore dell’opera e della
te a Croce, da Boccaccio ad Alfieri, da Lorenzo il figura di Italo Svevo, che egli ha illuminato con
Magnifico a Tasso, da Poliziano a Della Casa, da raffinati e originali strumenti interpretativi. La
Castiglione a Cellini, a Cecco Angiolieri. Si può Bibliografia, curata da Diego Redivo e pubbli-
affermare senz’ombra di dubbio che sono pochi cata nel 2003 dal Circolo della Cultura e delle
i critici e i teorici della letteratura italiana in gra- Arti di Trieste, si avvale della prefazione di Elvio
do di competere con le sue ramificate conoscen- Guagnini. Per un’esaustiva informazione sulle
ze e doti di sottile esegeta. Forse ultimo critico opere pubblicate dallo studioso si consiglia an-
letterario erede di una “triestinità” da circolo let- cora la consultazione del volume Ricordo di Bru-
un capodistr iano illustr e: bruno maier 11 zo, L’assente. sue opere Maier ha raccontato ciò che era rima-
sto di quelle tensioni letterarie che avevano nu-
Fu il clima instaurato dai nuovi dominatori trito la formazione di Svevo e di Joyce, e che ave-
nella mia cittadina a indurmi a lasciarla, sen- vano fatto di Trieste una delle culle del romanzo
za rimpianti e senza nostalgie. Era un clima del Novecento, un centro di cultura tra i mag-
sempre più pesante, irrespirabile, che venivo giori d’Italia nel corso dello scorso secolo, aper-
chiaramente avvertendo. /…/ E perciò scel- to ad orizzonti mitteleuropei. Frutto di questo
si l’esodo, anche se questo terribile termi- lavoro sono i volumi: Profilo della critica su Ita-
ne biblico mi sembra improprio, troppo au- lo Svevo (1892-1951) (1952); Invito alla letteratura
lico, solenne, enfatico. Semplicemente, un triestina del Novecento (1958); Introduzione a Ita-
giorno mi recai a Trieste e non feci più ritor- lo Svevo (1959); La letteratura triestina del Nove-
no nella mia città. Tutto qui. Avevo tagliato i cento (1969); Iconografia sveviana. Scritti, parole
ponti con un luogo che non sentivo più mio: e immagini della vita privata di Italo Svevo (in
e mi venivo inserendo in una realtà nuova e collaborazione con la figlia dello scrittore, Leti-
appagante, che già da alcuni anni si identi- zia Svevo Fonda Savio, 1981); Dimensione Trie-
ficava con il mondo universitario triestino. ste. Nuovi saggi sulla letteratura triestina (1987);
In quel mondo anche la solitudine era bel- Il gioco dell’alfabeto. Altri saggi triestini (1990). Il
la, gratificante. Là decisi di rimanere, e rima- suo ultimo libro, Compositori di vita (Hammer-
si (Maier 1994, 222-223). le Editori, Trieste) è uscito postumo nel 2002.
Questo elenco è solo parziale, ma sufficiente per
Infatti, corre l’obbligo di ricordare che Ma- capire, già solo dai titoli, lo scopo perseguito da
ier è stato per molti anni professore ordinario di Maier in tanta parte del suo lavoro di studioso:
Lingua e Letteratura italiana presso l’Universi- rendere esplicito il ruolo, la misura, si potrebbe
tà del capoluogo giuliano, e presidente dell’Uni- dire la cifra, di una città in quanto città della po-
versità Popolare di Trieste dal 1983 al 1998. Ma esia e della letteratura, una delle numerose città
i suoi primi studi Maier li aveva compiuti nella letterarie dell’Italia e del mondo. Se oggi esiste
città natale dove, prima di intraprendere gli stu- il concetto stesso di triestinità, se oggi Trieste è
di universitari prima a Pisa e poi a Trieste, ave- considerata città culturale a livello europeo, lo si
va frequentato il liceo “Carlo Combi”. Nella sua deve anche a Maier, che con i suoi studi sugli au-
lunga attività di critico letterario e di studioso, tori triestini ha contribuito a portare Trieste ai
capace di rivisitare con spunti innovativi ed ec- vertici dell’attenzione nazionale e internaziona-
cellenti anche i propri vecchi convincimenti in le. Per un elenco completo delle opere e dei sag-
quanto rispettoso delle ricerche sopravvenute, gi pubblicati da Maier si rimanda alla Bibliogra-
per cui la sua bibliografia mostra spesso ritorni fia di Bruno Maier, che in 140 pagine raccoglie
e riprese che in realtà sono riscritture e revisioni, l’elenco di tutti gli scritti del critico letterario,
si è occupato di numerosi autori, periodi, aspetti, scrittore e docente capodistriano, da molti con-
problemi della storia letteraria italiana, da Dan- siderato il massimo conoscitore dell’opera e della
te a Croce, da Boccaccio ad Alfieri, da Lorenzo il figura di Italo Svevo, che egli ha illuminato con
Magnifico a Tasso, da Poliziano a Della Casa, da raffinati e originali strumenti interpretativi. La
Castiglione a Cellini, a Cecco Angiolieri. Si può Bibliografia, curata da Diego Redivo e pubbli-
affermare senz’ombra di dubbio che sono pochi cata nel 2003 dal Circolo della Cultura e delle
i critici e i teorici della letteratura italiana in gra- Arti di Trieste, si avvale della prefazione di Elvio
do di competere con le sue ramificate conoscen- Guagnini. Per un’esaustiva informazione sulle
ze e doti di sottile esegeta. Forse ultimo critico opere pubblicate dallo studioso si consiglia an-
letterario erede di una “triestinità” da circolo let- cora la consultazione del volume Ricordo di Bru-