Page 14 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
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dia universitatis her editati, letnik 7 (2019), številk a 2 14ribadiva un concetto fondamentale: la produzio-nua negli eventi culturali italiani succedutisi tra
ne letteraria in lingua italiana e nei dialetti loca- il medioevo e l’età moderna, una linea che invece
hereditatili degli autori istro-quarnerini va inserita all’in-molti insistevano e si sforzavano di riconoscere.
terno della tradizione letteraria italiana, d’Italia, Egli sosteneva che all’Italia di una storia potes-
come una sua componente naturale. se essere sostituita l’Italia di più storie, che all’I-
talia di una cultura dovesse sostituirsi l’Italia
Nell’impossibilità di riassumere in questo delle tante e plurime culture. A sua volta Dioni-
intervento il percorso di un’attività, soprattutto sotti evidenziava in maniera esplicita le storture
intellettuale, che si eleva nel dominio di una dot- della visione centralistica e unitaria “a tutti i co-
trina specialistica, in cui teoria letteraria e ster- sti”, e proponeva invece uno studio di vari autori
minata pratica di testi compongono l’arazzo di dalla prospettiva che era sempre stata loro, quel-
una ricerca e di una riflessione creativa che ri- la regionale. L’applicazione del concetto di geo-
chiederebbero un’analisi più acuminata ed esau- grafia della letteratura, proposto da Dionisotti e
stiva, nel prosieguo il contributo s’incentra spe- ripreso più recentemente da Alberto Asor Rosa
cificamente su La letteratura italiana dell’Istria nei volumi della Letteratura italiana da lui cu-
dalle origini al Novecento. Ma prima di passare rati per l’Einaudi, permette di cogliere meglio la
all’analisi di un lavoro imprescindibile per il suo specificità e la diversità di una proposta lettera-
significato, che rivela l’ampliarsi, anche metodo- ria e culturale, e consente soprattutto di non di-
logico, della problematica dello storico della let- sperdere il patrimonio di straordinaria ricchezza
teratura e della cultura, si reputa necessaria una e varietà che la tradizione letteraria italiana può
premessa. Ogni discorso incentrato sulle diffe- esibire forse più di ogni altra.
renze presenti nella tradizione letteraria italia-
na procede ormai da tempo, in termini metodo- Quando nel 1996 Bruno Maier scrisse la
logici, dal concetto di geografia della letteratura, Letteratura italiana dell’Istria dalle origini al
introdotto per la prima volta in Italia da Car- Novecento prese tutte quelle precauzioni che oggi
lo Dionisotti (1908-1998) in un saggio che è di- sono entrate nella deontologia dello storico della
ventato un classico della critica letteraria italia- letteratura, e in modo più rigoroso dopo i saggi
na, Geografia e storia della letteratura italiana. Il di Carlo Dionisotti. Pur senza nominare espres-
saggio venne pronunciato nel novembre del 1949 samente lo studioso piemontese, dall’imposta-
come relazione a un convegno a Bedford, in In- zione metodologica del lavoro è evidente che
ghilterra, dove lo studioso piemontese si era tra- Maier tenne conto delle sue istanze. La sua at-
sferito a conclusione della guerra. Il corposo sag- tenzione nei confronti dei suggerimenti di Dio-
gio di oltre venti pagine è entrato nel dibattito nisotti in merito alla geografia della letteratura
italiano solo molto tempo dopo, nel 1967, quan- è, difatti, una delle osservazioni che gli venne-
do Giulio Einaudi riuscì a convincere Dionisotti ro fatte al momento della pubblicazione dell’o-
a raccogliere alcuni dei suoi scritti più importan- pera. D’altro canto, nella Prefazione, lo studio-
ti in un libro che porta il medesimo titolo. Nel so triestino di origini capodistriane dichiara che
saggio Dionisotti si ricollega a uno scritto pole- l’opera intende essere “una trattazione rigorosa-
mico del 1936 di Benedetto Croce, Recenti con- mente storica, dove i vari autori e le loro opere
troversie intorno all’unità della storia d’Italia, sono inseriti nei periodi e nei movimenti cultu-
nel quale il filosofo napoletano negava che si po- rali cui appartengono, e sullo sfondo di un più
tesse parlare onestamente di una storia italiana vasto contesto, che supera gli ambiti naziona-
prima del Risorgimento, asserendo che sarebbe li e i ben definiti confini politici” (Maier 1996,
stato molto corretto parlare di una somma di sto- 8), e aggiunge che “accanto alle ragioni della sto-
rie: regionali, municipali, in taluni casi paesane, ria sono state prese in considerazione quelle della
diverse e talora antitetiche tra loro. Di fatto Cro- geografia, secondo un canone teorico oggi larga-
ce negava la presenza di una linea unitaria conti- mente, fruttuosamente utilizzato nella storio-
ne letteraria in lingua italiana e nei dialetti loca- il medioevo e l’età moderna, una linea che invece
hereditatili degli autori istro-quarnerini va inserita all’in-molti insistevano e si sforzavano di riconoscere.
terno della tradizione letteraria italiana, d’Italia, Egli sosteneva che all’Italia di una storia potes-
come una sua componente naturale. se essere sostituita l’Italia di più storie, che all’I-
talia di una cultura dovesse sostituirsi l’Italia
Nell’impossibilità di riassumere in questo delle tante e plurime culture. A sua volta Dioni-
intervento il percorso di un’attività, soprattutto sotti evidenziava in maniera esplicita le storture
intellettuale, che si eleva nel dominio di una dot- della visione centralistica e unitaria “a tutti i co-
trina specialistica, in cui teoria letteraria e ster- sti”, e proponeva invece uno studio di vari autori
minata pratica di testi compongono l’arazzo di dalla prospettiva che era sempre stata loro, quel-
una ricerca e di una riflessione creativa che ri- la regionale. L’applicazione del concetto di geo-
chiederebbero un’analisi più acuminata ed esau- grafia della letteratura, proposto da Dionisotti e
stiva, nel prosieguo il contributo s’incentra spe- ripreso più recentemente da Alberto Asor Rosa
cificamente su La letteratura italiana dell’Istria nei volumi della Letteratura italiana da lui cu-
dalle origini al Novecento. Ma prima di passare rati per l’Einaudi, permette di cogliere meglio la
all’analisi di un lavoro imprescindibile per il suo specificità e la diversità di una proposta lettera-
significato, che rivela l’ampliarsi, anche metodo- ria e culturale, e consente soprattutto di non di-
logico, della problematica dello storico della let- sperdere il patrimonio di straordinaria ricchezza
teratura e della cultura, si reputa necessaria una e varietà che la tradizione letteraria italiana può
premessa. Ogni discorso incentrato sulle diffe- esibire forse più di ogni altra.
renze presenti nella tradizione letteraria italia-
na procede ormai da tempo, in termini metodo- Quando nel 1996 Bruno Maier scrisse la
logici, dal concetto di geografia della letteratura, Letteratura italiana dell’Istria dalle origini al
introdotto per la prima volta in Italia da Car- Novecento prese tutte quelle precauzioni che oggi
lo Dionisotti (1908-1998) in un saggio che è di- sono entrate nella deontologia dello storico della
ventato un classico della critica letteraria italia- letteratura, e in modo più rigoroso dopo i saggi
na, Geografia e storia della letteratura italiana. Il di Carlo Dionisotti. Pur senza nominare espres-
saggio venne pronunciato nel novembre del 1949 samente lo studioso piemontese, dall’imposta-
come relazione a un convegno a Bedford, in In- zione metodologica del lavoro è evidente che
ghilterra, dove lo studioso piemontese si era tra- Maier tenne conto delle sue istanze. La sua at-
sferito a conclusione della guerra. Il corposo sag- tenzione nei confronti dei suggerimenti di Dio-
gio di oltre venti pagine è entrato nel dibattito nisotti in merito alla geografia della letteratura
italiano solo molto tempo dopo, nel 1967, quan- è, difatti, una delle osservazioni che gli venne-
do Giulio Einaudi riuscì a convincere Dionisotti ro fatte al momento della pubblicazione dell’o-
a raccogliere alcuni dei suoi scritti più importan- pera. D’altro canto, nella Prefazione, lo studio-
ti in un libro che porta il medesimo titolo. Nel so triestino di origini capodistriane dichiara che
saggio Dionisotti si ricollega a uno scritto pole- l’opera intende essere “una trattazione rigorosa-
mico del 1936 di Benedetto Croce, Recenti con- mente storica, dove i vari autori e le loro opere
troversie intorno all’unità della storia d’Italia, sono inseriti nei periodi e nei movimenti cultu-
nel quale il filosofo napoletano negava che si po- rali cui appartengono, e sullo sfondo di un più
tesse parlare onestamente di una storia italiana vasto contesto, che supera gli ambiti naziona-
prima del Risorgimento, asserendo che sarebbe li e i ben definiti confini politici” (Maier 1996,
stato molto corretto parlare di una somma di sto- 8), e aggiunge che “accanto alle ragioni della sto-
rie: regionali, municipali, in taluni casi paesane, ria sono state prese in considerazione quelle della
diverse e talora antitetiche tra loro. Di fatto Cro- geografia, secondo un canone teorico oggi larga-
ce negava la presenza di una linea unitaria conti- mente, fruttuosamente utilizzato nella storio-