Page 15 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
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ia universitatisgrafia letteraria (e non soltanto letteraria)” (Ma- una letteratura istriana rigorosamente intesa ap-
un capodistr iano illustr e: bruno maier 15 ier 1996, 8). Nella Prefazione Maier delimita il partengono soltanto gli autori attivi nel corso dei
campo della ricerca e stabilisce i limiti cronologi- secoli in Istria; non, invece, quelli espatriati, che
ci in cui essa si colloca quando dichiara: “ho pre- pure hanno contribuito all’arricchimento cultu-
so in considerazione le vicende letterarie e cultu- rale di altre regioni italiane o di Stati esteri. Ma-
rali della regione dal secolo XIII alla fine della ier non accoglie questa tesi che, anche se coeren-
seconda guerra mondiale; e quelle successive al te, gli appare tuttavia troppo drastica e radicale
1945 che, come è noto, si sono svolte, per opera e propone, invece, come precisa nella Prefazione,
degli intellettuali esuli, a Trieste e in altre città un criterio più duttile e aperto.
italiane; e, per iniziativa dei «rimasti» (e di for-
ze nuove, anche provenienti dall’Italia), nel ter- Per quanto riguarda l’inquadramento sto-
ritorio istro-quarnerino passato alla Jugoslavia e rico degli avvenimenti culturali, la trattazione
diviso, a partire dal 1991, in una zona slovena e di Maier fa riferimento alla monografia Istria.
in una zona croata” (Maier 1996, 6). Richiaman- Storia di una regione di frontiera, redatta da
dosi al concetto di geografia letteraria o di spa- vari studiosi e curata da Fulvio Salimbeni. Nel-
zio letterario, Maier considera appartenenti alla la Prefazione Maier spiega il motivo della scelta,
letteratura istriana sia gli autori nativi e attivi in dettata dal fatto che l’opera è “contraddistinta
Istria (i cosiddetti “rimasti”, ovvero coloro che da un encomiabile impegno di oggettività, ovve-
dopo l’esodo massiccio degli Italiani dall’Istria, ro dall’intento di superare certe posizioni prece-
da Fiume e dalla Dalmazia, svoltosi in massima denti [di storici italiani, croati e sloveni], spesso
parte a conclusione del secondo conflitto mon- insoddisfacenti o deliberatamente faziose, per-
diale, scelsero di rimanere nei luoghi della loro ché inficiate da ideologie nazionalistiche, da di-
secolare presenza), sia quelli che, nati in Istria e a scutibili propositi attualizzanti, da deformazioni
Fiume, sono andati a vivere altrove (gli esuli), sia arbitrarie” (Maier 1996, 7). Il manuale curato da
infine coloro che, non nati in territorio istriano Salimbeni, che dedica quasi la metà delle cento-
o nella città quarnerina, sono venuti a stabilir- venti pagine di cui è costituito alla storia del No-
visi nel secondo dopoguerra, e con la loro attivi- vecento e alle vicende che vanno dal 1945 al 1995,
tà hanno contribuito efficacemente allo sviluppo propone invece una visione moderna, naziona-
della letteratura e della cultura regionale. Impo- le ed europea della storia e della cultura dell’I-
stando la storia letteraria e culturale dell’Istria e stria in un’ottica rivolta al futuro. Una visione
di Fiume su queste posizioni Maier, come spiega che combacia con le tesi e le posizioni assun-
nella Prefazione, si distanzia dalla Storia lettera- te da Maier, che nel suo lavoro ha evitato “ogni
ria di Trieste e dell’Istria (1924) di Baccio Ziliot- provincialismo, cioè ogni concezione angusta e
to che, a suo avviso, non aveva posto adeguata- ristretta di quella letteratura [della letteratura
mente in evidenza le diversità tra la letteratura istriana], spesso ritenuta erroneamente un cor-
triestina e quella istriana. La letteratura istriana, pus separatum privo di legami con una realtà cul-
infatti, spiega Maier, si situa in un territorio che turale più ampia, nazionale ed europea” (Maier
è stato dominato per secoli dalla Repubblica di 1996, 8), e ha inoltre rinunciato a “ogni propen-
Venezia, mentre la letteratura triestina si affer- sione apologetica, pur se dettata dall’amore per
ma in una città gravitante nell’orbita dell’Impe- la piccola patria o suggerita, comunque da mo-
ro asburgico, e poi appartenente, con l’Istria ex tivazioni sentimentali, patetiche, nostalgiche”
veneta, all’Austria fino al 1918, allorché Trieste e (Maier 1996, 8). La lezione più alta dello studio-
l’Istria furono annesse all’Italia. Ma Maier pren- so si desume dal passo che di seguito riportiamo,
de le distanze anche da Ernesto Sestan, autore di nel quale egli riassume con chiarezza aspettative
Venezia Giulia. Lineamenti di una storia etnica e e speranze comuni agli uomini che abitano terri-
culturale (1947). Nell’opera Sestan sostiene che a tori di frontiera che, con il loro carico di storia,
spesso travagliata, sembrano propizi alla lettera-
un capodistr iano illustr e: bruno maier 15 ier 1996, 8). Nella Prefazione Maier delimita il partengono soltanto gli autori attivi nel corso dei
campo della ricerca e stabilisce i limiti cronologi- secoli in Istria; non, invece, quelli espatriati, che
ci in cui essa si colloca quando dichiara: “ho pre- pure hanno contribuito all’arricchimento cultu-
so in considerazione le vicende letterarie e cultu- rale di altre regioni italiane o di Stati esteri. Ma-
rali della regione dal secolo XIII alla fine della ier non accoglie questa tesi che, anche se coeren-
seconda guerra mondiale; e quelle successive al te, gli appare tuttavia troppo drastica e radicale
1945 che, come è noto, si sono svolte, per opera e propone, invece, come precisa nella Prefazione,
degli intellettuali esuli, a Trieste e in altre città un criterio più duttile e aperto.
italiane; e, per iniziativa dei «rimasti» (e di for-
ze nuove, anche provenienti dall’Italia), nel ter- Per quanto riguarda l’inquadramento sto-
ritorio istro-quarnerino passato alla Jugoslavia e rico degli avvenimenti culturali, la trattazione
diviso, a partire dal 1991, in una zona slovena e di Maier fa riferimento alla monografia Istria.
in una zona croata” (Maier 1996, 6). Richiaman- Storia di una regione di frontiera, redatta da
dosi al concetto di geografia letteraria o di spa- vari studiosi e curata da Fulvio Salimbeni. Nel-
zio letterario, Maier considera appartenenti alla la Prefazione Maier spiega il motivo della scelta,
letteratura istriana sia gli autori nativi e attivi in dettata dal fatto che l’opera è “contraddistinta
Istria (i cosiddetti “rimasti”, ovvero coloro che da un encomiabile impegno di oggettività, ovve-
dopo l’esodo massiccio degli Italiani dall’Istria, ro dall’intento di superare certe posizioni prece-
da Fiume e dalla Dalmazia, svoltosi in massima denti [di storici italiani, croati e sloveni], spesso
parte a conclusione del secondo conflitto mon- insoddisfacenti o deliberatamente faziose, per-
diale, scelsero di rimanere nei luoghi della loro ché inficiate da ideologie nazionalistiche, da di-
secolare presenza), sia quelli che, nati in Istria e a scutibili propositi attualizzanti, da deformazioni
Fiume, sono andati a vivere altrove (gli esuli), sia arbitrarie” (Maier 1996, 7). Il manuale curato da
infine coloro che, non nati in territorio istriano Salimbeni, che dedica quasi la metà delle cento-
o nella città quarnerina, sono venuti a stabilir- venti pagine di cui è costituito alla storia del No-
visi nel secondo dopoguerra, e con la loro attivi- vecento e alle vicende che vanno dal 1945 al 1995,
tà hanno contribuito efficacemente allo sviluppo propone invece una visione moderna, naziona-
della letteratura e della cultura regionale. Impo- le ed europea della storia e della cultura dell’I-
stando la storia letteraria e culturale dell’Istria e stria in un’ottica rivolta al futuro. Una visione
di Fiume su queste posizioni Maier, come spiega che combacia con le tesi e le posizioni assun-
nella Prefazione, si distanzia dalla Storia lettera- te da Maier, che nel suo lavoro ha evitato “ogni
ria di Trieste e dell’Istria (1924) di Baccio Ziliot- provincialismo, cioè ogni concezione angusta e
to che, a suo avviso, non aveva posto adeguata- ristretta di quella letteratura [della letteratura
mente in evidenza le diversità tra la letteratura istriana], spesso ritenuta erroneamente un cor-
triestina e quella istriana. La letteratura istriana, pus separatum privo di legami con una realtà cul-
infatti, spiega Maier, si situa in un territorio che turale più ampia, nazionale ed europea” (Maier
è stato dominato per secoli dalla Repubblica di 1996, 8), e ha inoltre rinunciato a “ogni propen-
Venezia, mentre la letteratura triestina si affer- sione apologetica, pur se dettata dall’amore per
ma in una città gravitante nell’orbita dell’Impe- la piccola patria o suggerita, comunque da mo-
ro asburgico, e poi appartenente, con l’Istria ex tivazioni sentimentali, patetiche, nostalgiche”
veneta, all’Austria fino al 1918, allorché Trieste e (Maier 1996, 8). La lezione più alta dello studio-
l’Istria furono annesse all’Italia. Ma Maier pren- so si desume dal passo che di seguito riportiamo,
de le distanze anche da Ernesto Sestan, autore di nel quale egli riassume con chiarezza aspettative
Venezia Giulia. Lineamenti di una storia etnica e e speranze comuni agli uomini che abitano terri-
culturale (1947). Nell’opera Sestan sostiene che a tori di frontiera che, con il loro carico di storia,
spesso travagliata, sembrano propizi alla lettera-