Page 115 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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senz’acqua: il treno a vapore in carso

vača, Sesana, Prosecco e Aurisina che facevano parte del Litorale austriaco e si trovavano
in Carso.1 La costruzione della ferrovia sul terreno carsico rappresentò per gli ingegneri
responsabili una sfida complessa, sia per quanto riguarda il superamento del terreno ir-
regolare (doline, avvallamenti, grotte), la bora e gli accumuli di neve, sia per la mancan-
za di sorgenti idriche per il rifornimento delle locomotive a vapore. Le difficoltà inerenti
al terreno, in particolare la discesa dall’altipiano carsico alla città di Trieste (con un disli-
vello compreso tra i 501 metri s.l.m. presso la stazione di Gornje Ležeče e i 3 metri s.l.m
alla stazione di Trieste) furono risolte con la costruzione di viadotti; diversi muri di prote-
zione furono invece predisposti per far fronte alle raffiche di bora e agli accumuli di neve
(Rustja, 1997, 34–37).

L’altro problema che si doveva affrontare era quello riguardante un adeguato rifor-
nimento d’acqua, sia potabile per le necessità delle migliaia di lavoratori e impiegati nel
corso della costruzione sia successivamente per le locomotive a vapore. L’ostacolo fu su-
perato convogliando l’acqua delle sorgenti presso Gornje Ležeče in due grandi bacini di
raccolta per poi rifornire d’acqua, mediante un condotto di 38 chilometri, le stazioni di
Divača, Sesana e Prosecco (Horn, 2007, 190; Mohorič, 1968, 33).

La costruzione della conduttura idrica per le esigenze della ferrovia rappresentò,
per gli abitanti del Carso, anche un’importante occasione per poter disporre di una fon-
te costante di acqua corrente. Alla Luogotenenza del Litorale (Stattshalterei), che segui-
va passo passo l’andamento degli acquisti dei terreni per la costruzione della ferrovia sul
Carso, pervenne una lettera del 1857 con la quale gli abitanti di Divača, Sesana e Gabro-
vizza (Gabrovec) chiedevano di poter utilizzare l’acqua in eccesso alle stazioni ferroviarie
di Divača, Sesana e Prosecco (quest’ultima si trovava sul territorio della comunità di Ga-
brovizza) dopo che le locomotive avevano fatto rifornimento, argomentando la supplica
con le note difficoltà causate dalla carenza d’acqua in Carso, per cui la possibilità di utiliz-
zare l’acqua eccedente avrebbe almeno in parte alleviato i loro disagi.

La carenza d’acqua in Carso è generalmente nota e si manifesta regolarmente ogni
estate, spesso anche in primavera come avvenuto di recente quando le sunnomi-
nate comunità già in aprile e maggio hanno sofferto per la mancanza d’acqua. […]
Questo incomodo potrebbe essere almeno in parte superato solo con grandi inve-
stimenti, tuttavia a ogni intervento di questo tipo si frappone quale ostacolo insor-
montabile la miseria degli abitanti del Carso (AST, LL, 74, 7353).

Con una situazione analoga si confrontavano anche ad Aurisina, dove le locomoti-
ve a vapore, dopo una ripida salita del tracciato dalla stazione costiera di Trieste e quella
di Aurisina (167 m. s.l.m.) e poi avanti sino a Prosecco (a 260 m. s.l.m.) sarebbero potute
rimanere senz’acqua (Werner, 1898, 188; Mohorič, 1968, 33–34; Volpi Lisjak, 1995, 69). La
necessità di garantire il rifornimento per le esigenze della ferrovia ha coincise, a seguito
del forte incremento demografico, con l’esigenza, sentita da tempo, di dotare di un nuo-
vo acquedotto la città di Trieste, che dipendeva ancora dal vecchio acquedotto teresia-
no. A metà Ottocento, infatti, a Trieste gli abitanti ancora si rifornivano d’acqua alle fon-
tane pubbliche oppure l’attingevano dalle cisterne e dai canali. Anche la popolazione del

1 Sul progetto di costruzione della ferrovia in generale si vedano in particolare Mohorič, 1968; Dienes,
1987; Artl, Gürtlich, Zenz, 2007; Bressan, 2007. Sulla tratta Lubiana-Trieste anche Rustja, 1997, 28–33 e
Poniž, 2001, 1311­ 36.

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