Page 81 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
P. 81
senza bosco: la savana in carso

delle risorse naturali seppure in un ambiente mutato. Per tale motivo parliamo di forme
sostenibili di sfruttamento dell’ambiente antropizzato, ossia dell’ambiente naturale con
modifiche e adattamenti di origine antropica, capaci di contribuire anche alla sostenibili-
tà sociale del rapporto tra popolazione e risorse naturali. A differenza dell’approccio si-
nora prevalente, in questa sede cercheremo di applicare una prospettiva diversa. Tra i
due estremi, tra lo sfruttamento distruttivo e la gestione sostenibile delle risorse natura-
li, dove si colloca la storia dell’ambiente del Carso?

Poiché abbiamo avuto modo di delineare la storia dei boschi e dei pascoli carsici
già nel precedente capitolo, cercheremo la risposta alla domanda sulla sostenibilità dello
sfruttamento delle risorse naturali collettive da parte dei contadini del Carso comincian-
do con l’esaminare più da vicino lo stato e l’utilizzo delle aree boschive, descritti in due
fonti elaborate a distanza di un secolo. Si tratta dell’inventario redatto dagli ispettori ca-
merali nel 1724, che illustra la situazione e le possibilità di sfruttamento dei boschi nel Li-
torale austriaco, e del catasto franceschino e in particolare dei suoi elaborati, risalenti agli
anni 1820–1830. Questo è un periodo importante, che spazia dall’epoca in cui ebbe ini-
zio uno sfruttamento più intensivo dei boschi in un ampio settore dell’entroterra per le
necessità della »nuova« Trieste in espansione e per l’attività cantieristica dopo la procla-
mazione del porto franco, sino all’epoca in cui la »nudità« del Carso stava raggiungendo
il suo massimo storico. Infine faremo riferimento a un parere tecnico risalente al periodo
in cui già era in corso il rimboschimento (1873).

Nel 1724 l’area del Carso era quasi del tutto priva di boschi in grado di fornire quan-
tità sufficienti di legname per le nuove esigenze del settore navale. Alcune di queste aree
forestali si trovavano nelle immediate vicinanze di Trieste, sotto il Ciglione carsico, ma
nella zona del Carso se ne menzionano soltanto a Santa Croce (Križ) presso Trieste, nel-
la parte superiore della Val Rosandra (Glinščica) e sopra ad essa nonché presso Lipizza,
Hrpelje, Kozina, Senožeče, sul Gabrk e nelle vicinanze di Rodik, oltre ad altre più mode-
ste. Dalla maggior parte di queste superfici silvicole si potevano ricavare soltanto alcu-
ne centinaia di alberi di grandezza adeguata alle necessità. Nell’unico bosco di dimensio-
ni maggiori la Compagnia Orientale, costituita alcuni anni prima, aveva già abbattuto una
consistente quantità di vegetazione arborea.

Il bosco è a un’ora dal castello verso il Vipacco, si chiama Werda [Brda] e misura
ore tre per una e mezza. È formato di faggio, quercia e cerro di 1 a 3,5 piedi di dia-
mentro [30–110 cm], in parte svettati e potati. Il bosco è stato utilizzato di recente
dalla compagnia Orientale, che ha ricavato circa 20.000 piante. Esso è inoltre pa-
scolato (Piussi 1976, 33).

La Compagnia Orientale sfruttava già anche altri boschi più estesi e ricchi, che però
si trovavano tutti esternamente all’area del Carso classico: i più vicini, a partire da quello
di Rodik, erano ubicati per lo più nell’area dei Brkini, tra la valle del Timavo (Reka) e i li-
miti settentrionali dell’Istria.

Il bosco Rodik è situato presso il paese dello stesso nome sul Carso: misura tre
quarti d’ora per un quarto. È costituito principalmente da cerri di 8–30 once [20–
80 cm], con poche querce e rari tigli selvatici. La densità del bosco è buona ma la
statura delle piante è ridotta, l’accrescimento è scarso e la rinnovazione completa-
mente assente. Il legno è utilizzato come combustibile e anche, negli ultimi anni,

81
   76   77   78   79   80   81   82   83   84   85   86