Page 86 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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paesaggio culturale e ambiente del carso

legname da essere tagliabile di nuovo. […] Non essendo boschi di alto fusto, boschi
poco folti di legna cedua dura non somministrano del legno di costruzione. […] Si
trovano dei boschi, i quali per essere poco folti vengono utilizzati anche come pra-
ti, questi boschi come s’ha detto consistano la piu parte di legna dura e cedua e dei
cespugli, i fieni nei medesimi si tagliano una sol volta in anno (AST, CF, Brestovi-
ca pri Komnu, S4).

In questa comune non ci sono boschi, nei luoghi dove crescono gli alberi si falcia il
fieno e pertanto sono considerati anche come terreni prativi. In queste aree recinta-
te crescono querce, frassini, faggi ecc. I rami sono impiegati come legna da ardere e
per trarne pali, che si tagliano a settembre. […] Le selve di questo tipo sono, di fat-
to, i boschi della comune, sono come prati di queste comunità e si falciano solo una
volta l’anno. Questi boschi (terreni recintati) appartengono esclusivamente a priva-
ti. […] In effetti, in questa comune non ci sono prati, poiché dappertutto dove si ta-
glia il fieno ci sono superfici con cespugli e alberi e solo tra di essi e tra i folti arbusti
il contadino può raccogliere il fieno, con fatica e per lo più con il falcetto. In questa
comunità si possono trovare soltanto prati di questo tipo, chiamati ograde […], che
sono completamente abbandonati alla natura. […] Esistono unicamente alcuni al-
beri di quercia ad alto fusto, alcuni dei quali sono usati come legna da ardere, altri
come legno da costruzione (AST, CF, Sgonico, S4).

La maggior parte delle zone del Carso nelle quali erano presenti delle essenze ar-
boree non aveva né l’aspetto né la funzione esclusiva di bosco. Gli alberi e i cespugli di di-
mensioni più o meno rilevanti, si trovavano su superfici con diversa destinazione, sempre
a carattere misto e mai con una prevalenza dell’attività forestale. Si trattava soprattutto
di prati e pascoli con presenze arboree; gli spazi con fitta copertura vegetale erano rari.
L’impiego promiscuo ossia la molteplice destinazione d’uso di tutte le tipologie di terreni
è ben evidente nelle risposte registrate alle singole domande e voci nell’elaborato cata-
stale: vi si riscontra invariabilmente un approccio comune e la sovrapposizione delle for-
me di utilizzazione delle superfici boscate, dei pascoli e dei prati.

Nei casi in cui la popolazione del Carso conservava e curava gli alberi, la tipologia
di governo era quasi esclusivamente quella del bosco ceduo, nel quale i tronchi delle lati-
foglie si tagliano periodicamente rasente al terreno, in modo tale che dalle ceppaie si svi-
luppino nuovi polloni che dopo qualche decina d’anni potranno essere nuovamente ta-
gliati. Il bosco ceduo è particolarmente indicato per la produzione di legna da ardere, pali
e altro legname da opera di minori dimensioni e proprio tale era il suo impiego e la sua
destinazione in Carso. Sebbene negli elaborati delle fonti citate il termine »ceduo« ap-
paia solo raramente, dall’utilizzo indicato per gli alberi si può dedurre che questo tipo di
sfruttamento fosse largamente diffuso. Quando si fa riferimento alle forme d’impiego del
legno degli alberi si parla sempre di legna da ardere e di pali, soprattutto per la viticoltu-
ra. »Le frasche e li cimali«, che si tagliavano in autunno e in inverno, »vengono utilizzati
soltanto per uso di fuoco«.5 In effetti, praticamente tutte le superfici che nella parte sta-
tistica del catasto erano inserite nella categoria »bosco«, sono definite »bosco ceduo«.

In molti luoghi si menziona anche il legname per la riparazione degli attrezzi agrico-
li, più raramente si citano pezzi di dimensioni maggiori, adatte per ricavarne travi da im-

5 AST, CF, Duino, S4; Jamiano, S4; Tomaj, S5; Naklo, S5.

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