Page 23 - Studia Universitatis Hereditati, vol. 5(2) (2017)
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ia universitatisnenza al proprio gruppo etnico e la preservazio- ves optimo iure, cioè dei cittadini romani con il
ne delle proprie tradizioni, e questo soprattutto diritto di voto. Così nascevano colonie che erano
icambiamentietnicisullapenisolaItalicadallaguerrasocialeallamortedell’imperatoreaugusto 23 dopo l’assoggettamento da parte dello stato ro- abitate sì da cittadini romani che però non ave-
mano. vano il diritto fondamentale di votare e quindi
non potevano partecipare alle decisioni politiche
Ciò che possiamo sicuramente affermare dello stato romano.
sul processo di romanizzazione è che di cru-
ciale importanza fu proprio il periodo tra la La seconda forma di collaborazione con lo
guerra sociale e la morte di Augusto – peri- stato romano era la latinitas; chi otteneva il tito-
odo, durante il quale il latino diventò la lin- lo di Latinus era un’abitante della penisola ita-
gua predominante e durante il quale molte lica con alcuni diritti e doveri all’interno dello
tradizioni culturali vennero introdotte stato romano, come per es. la possibilità di com-
nell’idea di romanitas, che si rispecchia nel merciare e di contrarre matrimoni con cittadini
sempre più alto grado di assimilazione tra gli romani e addirittura una forma limitata di col-
aristocratici romani e italici. Bisogna rilevare laborazione nella vita politica romana. A questo
che la romanizzazione non fu un processo punto è necessario rilevare che entrambe le con-
unilaterale (…), si può citare territori, sui qua- dizioni politiche (cioè Romanus, sia sine suffra-
li gli Italici segnarono la cultura romana.7 gio che optimo iure, come anche il Latinus) non
dipendevano dall’appartenenza etnica degli abi-
Possiamo dedurre che il processo della lenta ro- tanti o dalla loro origine genealogica: chiunque
manizzazione ottenne il suo scopo appena all’in- poteva diventare cittadino romano grazie ai me-
izio del principato di Augusto che nelle proprie riti che otteneva o per altre vie9. Massimo Cac-
Res gestae scrisse: “Iuravit in mea verba tota Ita- ciari sintetizza il senso della cittadinanza roma-
lia sponte sua«8 – il primo imperatore romano na:
aveva quindi l’idea che l’Italia fosse diventata
un’unità politica e culturale omogenea o almeno Civitas romana in quanto civitas augescens, città
questo era quello che voleva fare credere. che esiste in virtù della sua capacità di incor-
porare in sé nuove genti e nuovi territori, che
La conquista della penisola italica rappre- neppure potrebbe sopravvivere se non ten-
sentava un progetto a lungo termine, i Romani desse all’“imperium sine fine”. Perciò quel-
suggellavano con le popolazioni sottomesse vari la di civitas augescens rappresenta l’idea chiave
tipi di rapporti, perché l’annessione dei territo- per comprendere lo stesso mito dell’impero
ri conquistati all’ager romanus non era possibile. universale. Poiché non è pianta che sorga da
La soluzione più spesso trovata era di siglare dei una terra e da un sangue, poiché, in questo
patti con l’aristocrazia locale e così lasciare l’au- senso, non ha radice, la civitas romana è desti-
tonomia al territorio, assicurandosi però il con- nata ab origine a crescere sempre. Nulla può
trollo politico. Solo raramente i Romani erano “immobilizzarla”. Poiché la sua origine (po-
costretti ad assoggettarsi direttamente le popo- tissima pars!) esclude ogni idea di “purez-
lazioni sconfitte e mantenere il controllo diretto za”, essa potrà comprendere in sé, assimi-
sul territorio. Questo succedeva principalmente lare-trasformare in sé, ogni popolo e ogni
con le popolazioni che si opponevano più a lun- terra, essere Ecumene, essere Orbis, diventare
go e più aspramente. La forma più diffusa di as- per tutti Asylum.10
segnazione dei diritti politici era la fondazione di
colonie, cioè città, nelle quali gli abitanti erano Una terza forma di alleanza con lo stato ro-
principalmente cives sine suffragio, cioè cittadini mano erano i foederati, detti anche socii, cioè al-
romani senza diritto di voto, a differenza dei ci-
9 Lomas, Roman Italy.
7 Lomas, Roman Italy.
10 Massimo Cacciari, “Digressioni su impero e tre Rome”, Micromega
8 Aug. Res gestae, 25. 5 (2001): 43-63.
ne delle proprie tradizioni, e questo soprattutto diritto di voto. Così nascevano colonie che erano
icambiamentietnicisullapenisolaItalicadallaguerrasocialeallamortedell’imperatoreaugusto 23 dopo l’assoggettamento da parte dello stato ro- abitate sì da cittadini romani che però non ave-
mano. vano il diritto fondamentale di votare e quindi
non potevano partecipare alle decisioni politiche
Ciò che possiamo sicuramente affermare dello stato romano.
sul processo di romanizzazione è che di cru-
ciale importanza fu proprio il periodo tra la La seconda forma di collaborazione con lo
guerra sociale e la morte di Augusto – peri- stato romano era la latinitas; chi otteneva il tito-
odo, durante il quale il latino diventò la lin- lo di Latinus era un’abitante della penisola ita-
gua predominante e durante il quale molte lica con alcuni diritti e doveri all’interno dello
tradizioni culturali vennero introdotte stato romano, come per es. la possibilità di com-
nell’idea di romanitas, che si rispecchia nel merciare e di contrarre matrimoni con cittadini
sempre più alto grado di assimilazione tra gli romani e addirittura una forma limitata di col-
aristocratici romani e italici. Bisogna rilevare laborazione nella vita politica romana. A questo
che la romanizzazione non fu un processo punto è necessario rilevare che entrambe le con-
unilaterale (…), si può citare territori, sui qua- dizioni politiche (cioè Romanus, sia sine suffra-
li gli Italici segnarono la cultura romana.7 gio che optimo iure, come anche il Latinus) non
dipendevano dall’appartenenza etnica degli abi-
Possiamo dedurre che il processo della lenta ro- tanti o dalla loro origine genealogica: chiunque
manizzazione ottenne il suo scopo appena all’in- poteva diventare cittadino romano grazie ai me-
izio del principato di Augusto che nelle proprie riti che otteneva o per altre vie9. Massimo Cac-
Res gestae scrisse: “Iuravit in mea verba tota Ita- ciari sintetizza il senso della cittadinanza roma-
lia sponte sua«8 – il primo imperatore romano na:
aveva quindi l’idea che l’Italia fosse diventata
un’unità politica e culturale omogenea o almeno Civitas romana in quanto civitas augescens, città
questo era quello che voleva fare credere. che esiste in virtù della sua capacità di incor-
porare in sé nuove genti e nuovi territori, che
La conquista della penisola italica rappre- neppure potrebbe sopravvivere se non ten-
sentava un progetto a lungo termine, i Romani desse all’“imperium sine fine”. Perciò quel-
suggellavano con le popolazioni sottomesse vari la di civitas augescens rappresenta l’idea chiave
tipi di rapporti, perché l’annessione dei territo- per comprendere lo stesso mito dell’impero
ri conquistati all’ager romanus non era possibile. universale. Poiché non è pianta che sorga da
La soluzione più spesso trovata era di siglare dei una terra e da un sangue, poiché, in questo
patti con l’aristocrazia locale e così lasciare l’au- senso, non ha radice, la civitas romana è desti-
tonomia al territorio, assicurandosi però il con- nata ab origine a crescere sempre. Nulla può
trollo politico. Solo raramente i Romani erano “immobilizzarla”. Poiché la sua origine (po-
costretti ad assoggettarsi direttamente le popo- tissima pars!) esclude ogni idea di “purez-
lazioni sconfitte e mantenere il controllo diretto za”, essa potrà comprendere in sé, assimi-
sul territorio. Questo succedeva principalmente lare-trasformare in sé, ogni popolo e ogni
con le popolazioni che si opponevano più a lun- terra, essere Ecumene, essere Orbis, diventare
go e più aspramente. La forma più diffusa di as- per tutti Asylum.10
segnazione dei diritti politici era la fondazione di
colonie, cioè città, nelle quali gli abitanti erano Una terza forma di alleanza con lo stato ro-
principalmente cives sine suffragio, cioè cittadini mano erano i foederati, detti anche socii, cioè al-
romani senza diritto di voto, a differenza dei ci-
9 Lomas, Roman Italy.
7 Lomas, Roman Italy.
10 Massimo Cacciari, “Digressioni su impero e tre Rome”, Micromega
8 Aug. Res gestae, 25. 5 (2001): 43-63.