Page 26 - Studia Universitatis Hereditati, vol. 5(2) (2017)
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dia universitatis her editati, letnik 5 (2017), številk a 2 26I cambiamenti nell’autocoscienza etnicaciplinam victores Romani in multis secuti
delle popolazioni italiche prima e dopo sunt.18
hereditatila guera sociale
Parlare dell’appartenenza o dell’identità etnica Catone spiega che i Sabini erano duri, per-
vuol dire prendere in considerazione due pun- ché erano stati educati secondo severi principi
ti di vista diversi: quella dei “vincitori”, nel nos- educativi degli Spartani e continua con l’affer-
tro caso i Romani, e il punto di vista delle popo- mazione che proprio così come i Sabini, anche
lazioni sottomesse, cioè quello degli altri abitanti tutti i Romani devono essere coraggiosi e abili
italici. La maggior parte delle fonti ci descrive il nella guerra come lo erano stati i loro antenati.
punto di vista dei Romani, che risulta essere più I Sabini mantenevano la propria virtù integra e
chiaro, mentre invece più complesso è capire il facevano attenzione a non essere troppo in con-
senso di appartenenza etnica delle popolazioni tatto con altre popolazioni19. Come viene spie-
italiche. gato da Letta, lo scopo principale di Catone era
di propagare l’origine italica delle città romane,
I Romani perciò nella propria opera smentisce le sempre
La percezione dei Romani è analizzabile attra- più diffuse leggende sull’origine greca delle cit-
verso le fonti degli storici latini e greci, la guer- tà italiche e si avvicina invece di più alle origi-
ra civile fu infatti descritta dai storiografi greci, ni italiche con lo scopo di avvalorare la forza del-
come Appiano (Bella civilia), Diodoro (rimasti le popolazioni italiche come esempio di virtù per
solo alcuni frammenti) e Plutarco (Marius) e da i Romani. Tutta l’opera di Catone è segnata da
quelli latini, come Tito Livio (su questo periodo una forte ideologia italica che può essere percepi-
ci sono rimaste solo le Perioche), Velleio Paterco- ta soprattutto nel secondo e terzo libro, nel quale
lo e più tardi anche Floro. Catone spiega l’origine e lo sviluppo delle singo-
le tribù che avevano abitato o abitavano la peni-
Per conoscere meglio il rapporto che i Ro- sola italica. Il rapporto di Catone verso gli Itali-
mani avevano nei confronti degli Italici prima ci rimane comunque ambiguo; dal passo citato si
della guerra sociale è però necessario analizza- può interpretare che Catone fosse stato convinto
re anche alcuni frammenti delle Origines di Ca- delle origini sabine dei Romani (a parentibus orti
tone, soprattutto dal secondo e terzo libro, nei sunt). Purtroppo i rari frammenti non possono
quali lo scrittore latino si impegna a valorizzare darci un quadro più dettagliato e chiaro del rap-
le tradizioni degli italici. Catone infatti si prefig- porto di Catone verso gli Italici. Potremmo de-
ge lo scopo di sostenere quelle varianti della tra- durre che lo scrittore romano pensava ad un ori-
dizione secondo le quali erano stati i Sabini il gine comune dei Romani o forse che i Romani
popolo originario della penisola italica, dai quali fossero stati una mescolanza etnica tra gli Etru-
derivavano tutti gli altri popoli italici dell’Italia schi, i Sabini e i Latini, il che probabilmente era
centrale. Rileva inoltre l’unità italica che si basa anche l’opinione più diffusa a Roma. Non pos-
sui mores maiorum e sulle virtù come la fides, au- siamo però capire il rapporto di Catone verso gli
steritas, virtus, quest’ultima concepita soprattut- altri popoli italici, che venivano invece conside-
to come forza bellica. rati dei nemici dai Romani, come viene spiegato
da Tito Livio nel suo racconto sulla guerra socia-
Porro Lacedaemonios durissimos fuisse le. Lo storico romano appoggia la linea ufficiale
omnis lectio docet, Sabinorum etiam m[ai]
ores populum Romanum secutum idem 18 Fr. 93 = ORF3 128
Cato dicit: merito ergo »severis«, qui et a 19 Cesare Letta, “I legami tra i popoli italici nelle Origines di Cato-
duris parentibus orti sunt et quorum dis-
ne: tra consapevolezza etnica e ideologia” in Patria gentibus diversis
una? Unità politica e identità etniche nell’Italia antica, ed. G. Urso (Pisa,
2007): 171-195.
delle popolazioni italiche prima e dopo sunt.18
hereditatila guera sociale
Parlare dell’appartenenza o dell’identità etnica Catone spiega che i Sabini erano duri, per-
vuol dire prendere in considerazione due pun- ché erano stati educati secondo severi principi
ti di vista diversi: quella dei “vincitori”, nel nos- educativi degli Spartani e continua con l’affer-
tro caso i Romani, e il punto di vista delle popo- mazione che proprio così come i Sabini, anche
lazioni sottomesse, cioè quello degli altri abitanti tutti i Romani devono essere coraggiosi e abili
italici. La maggior parte delle fonti ci descrive il nella guerra come lo erano stati i loro antenati.
punto di vista dei Romani, che risulta essere più I Sabini mantenevano la propria virtù integra e
chiaro, mentre invece più complesso è capire il facevano attenzione a non essere troppo in con-
senso di appartenenza etnica delle popolazioni tatto con altre popolazioni19. Come viene spie-
italiche. gato da Letta, lo scopo principale di Catone era
di propagare l’origine italica delle città romane,
I Romani perciò nella propria opera smentisce le sempre
La percezione dei Romani è analizzabile attra- più diffuse leggende sull’origine greca delle cit-
verso le fonti degli storici latini e greci, la guer- tà italiche e si avvicina invece di più alle origi-
ra civile fu infatti descritta dai storiografi greci, ni italiche con lo scopo di avvalorare la forza del-
come Appiano (Bella civilia), Diodoro (rimasti le popolazioni italiche come esempio di virtù per
solo alcuni frammenti) e Plutarco (Marius) e da i Romani. Tutta l’opera di Catone è segnata da
quelli latini, come Tito Livio (su questo periodo una forte ideologia italica che può essere percepi-
ci sono rimaste solo le Perioche), Velleio Paterco- ta soprattutto nel secondo e terzo libro, nel quale
lo e più tardi anche Floro. Catone spiega l’origine e lo sviluppo delle singo-
le tribù che avevano abitato o abitavano la peni-
Per conoscere meglio il rapporto che i Ro- sola italica. Il rapporto di Catone verso gli Itali-
mani avevano nei confronti degli Italici prima ci rimane comunque ambiguo; dal passo citato si
della guerra sociale è però necessario analizza- può interpretare che Catone fosse stato convinto
re anche alcuni frammenti delle Origines di Ca- delle origini sabine dei Romani (a parentibus orti
tone, soprattutto dal secondo e terzo libro, nei sunt). Purtroppo i rari frammenti non possono
quali lo scrittore latino si impegna a valorizzare darci un quadro più dettagliato e chiaro del rap-
le tradizioni degli italici. Catone infatti si prefig- porto di Catone verso gli Italici. Potremmo de-
ge lo scopo di sostenere quelle varianti della tra- durre che lo scrittore romano pensava ad un ori-
dizione secondo le quali erano stati i Sabini il gine comune dei Romani o forse che i Romani
popolo originario della penisola italica, dai quali fossero stati una mescolanza etnica tra gli Etru-
derivavano tutti gli altri popoli italici dell’Italia schi, i Sabini e i Latini, il che probabilmente era
centrale. Rileva inoltre l’unità italica che si basa anche l’opinione più diffusa a Roma. Non pos-
sui mores maiorum e sulle virtù come la fides, au- siamo però capire il rapporto di Catone verso gli
steritas, virtus, quest’ultima concepita soprattut- altri popoli italici, che venivano invece conside-
to come forza bellica. rati dei nemici dai Romani, come viene spiegato
da Tito Livio nel suo racconto sulla guerra socia-
Porro Lacedaemonios durissimos fuisse le. Lo storico romano appoggia la linea ufficiale
omnis lectio docet, Sabinorum etiam m[ai]
ores populum Romanum secutum idem 18 Fr. 93 = ORF3 128
Cato dicit: merito ergo »severis«, qui et a 19 Cesare Letta, “I legami tra i popoli italici nelle Origines di Cato-
duris parentibus orti sunt et quorum dis-
ne: tra consapevolezza etnica e ideologia” in Patria gentibus diversis
una? Unità politica e identità etniche nell’Italia antica, ed. G. Urso (Pisa,
2007): 171-195.