Page 51 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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to secondario del dissodamento e quindi innanzitutto una forma di accumulo del pietra-
me, che svolge però anche le funzioni di limite tra particelle, di difesa del coltivo dal be-
stiame e di segnale del possesso individuale; la loro funzione era quindi »complessa«
(Gams, 1991b; Gams, 2003). L’analisi più approfondita appare tuttavia quella proposta da
Radinja, il quale ritiene che i muretti a secco fossero »multifunzionali«. La trama dei muri
in pietra del paesaggio del »carso chiuso« (enclosed karst) si sarebbe diffusa con l’avanza-
re del disboscamento e del denudamento (e in questo senso i muri costituiscono un »ri-
sultato secondario« dell’abbondanza di pietre), mentre in precedenza le chiusure sareb-
bero state costituite prevalentemente da recinti di legno. Le differenti funzioni dei muri
secondo Radinja comprendevano: il deposito del materiale di risulta del dissodamen-
to, la demarcazione dei confini di proprietà e di singole particelle (la più diffusa), la dife-
sa dall’intrusione del bestiame e la regolazione del suo accesso periodico per il pascolo
nell’ambito del sistema della rotazione agricola, lo sbarramento anti incendio e la dife-
sa dall’erosione causata dal vento (questa funzione veniva svolta anche da palizzate in le-
gno, appositamente erette) e, infine, nel caso delle scarpate in pietra dei terrazzamen-
ti, l’ostacolo al dilavamento causato dall’acqua. Più in generale, la caratteristica presenza
della pietra calcarea nel paesaggio culturale del Carso trarrebbe origine dal processo di
denudamento per mano dell’uomo, databile all’epoca storica, che avrebbe portato alla
progressiva scarsità di altri materiali da costruzione, soprattutto del legno (Radinja, 1987,
116–118, 121).

Al fine di individuare la funzione dei muri e quindi la ragione per la quale venisse-
ro costruiti, possiamo iniziare dalla semplice constatazione che essi erano costruiti con il
materiale di risulta delle operazioni si sistemazione e manutenzione della terra, che era
necessario depositare in qualche modo e luogo. Per questo prenderemo in considerazio-
ne la quantità di pietre che andavano a comporre il muro. Prescindendo dagli altri possibi-
li utilizzi, in Carso erano in uso soprattutto due pratiche di deposito del pietrame rimos-
so, i cumuli e i muri. Ammassare le pietre in un cumulo è un’operazione più semplice della
costruzione di un muro e consente al contempo di occupare una superficie inferiore, poi-
ché la medesima quantità di pietre riposta in un muro a secco occupa più spazio (Gams,
1991b, 33). Un cumulo di pietra largo e alto due metri e lungo tre contiene per esempio
la stessa quantità di pietre come un muro alto un metro, largo mezzo e lungo 24 metri,
che occupa però una superficie doppia. I muretti dovevano dunque avere altri vantaggi e
motivazioni che ne giustificavano la costruzione. Per questa ragione, nel tentativo di indi-
viduarne l’origine e il significato prenderemo innanzitutto in considerazione le loro fun-
zioni in diversi casi, a partire dal rapporto con i vicini, la comunità e gli estranei. Dato che
in Carso la posizione delle superfici coltivate dipende molto dalle possibilità offerte dal-
la morfologia del terreno, i campi, i prati e soprattutto le doline erano di regola discosti
l’uno dall’altro o sparsi nel territorio, per cui non necessariamente erano contigui e con-
finanti, tranne nell’area centrale delle terre coltivate in prossimità dei villaggi. Sulle terre
incolte circostanti, che costituivano gran parte della superficie agraria, era praticato il pa-
scolo. Tali campi, prati e doline lavorate appartenevano di norma a singoli, che le ritaglia-
vano entro boschi e lande che spesso erano terre comuni, su cui le comunità di villaggio
avevano diritto di pascolo. Per questa ragione, nei casi i cui si trattava di chiusure isolate,
la funzione dei muri è chiaramente individuabile nella protezione del terreno utilizzato
in modo intensivo dal bestiame al pascolo sulle circostanti terre comuni della landa. Ciò

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