Page 88 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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paesaggio culturale e ambiente del carso

ri una piccola quantità di piante raccolte sui terreni paludosi nei dintorni delle sorgenti
del Timavo e del lago di Doberdò.9 Pure di questo sistema fu fatta un’accurata registra-
zione a Štorje.

Per lo strame viene adoperata soltanto una scarsa quantità di fogliame che con
gran stento vien racolto nei buchi, fra li scogli, dietro qualche muro, o cespuglio,
se l’impetuosa bora non priva la comune anche di queste, altro strame di bosco, o
paludo non esiste, e la paglia viene per lo più adoperata per foraggio invernale dei
bovi, essendo il fieno in scarsissima quantità (AST, CF, Štorje, S4).

I contadini concimavano con un composto che, ad esempio nella zona di Sesana
(Sežana), era costituito da »letame prodotto dall’animalia, e dalla straglia sottopostavi
consistente in foglie fresche e stagionate, accumulate nelli boschi e prati e pascoli cespu-
gliati, in paglia di saraceno e fusti di granoturco ed in rimasugli delli foraggi«.10 Anche al-
trove »a profitto della concimazione vengono poi diligentemente raccolte le foglie secche
dei prati boscati e boschi«.11 Laddove esistevano delle superfici boschive un po’ più este-
se, ossia sulle prime pendici dei Brkini, questo sistema funzionava particolarmente bene:
»La comune abbonda di prati boscati, e di effettivi boschi dai quali ritragono l’occoren-
te quantità di foglie per stendervi le stalle e li cortili, e con ciò aumenta la massa del con-
cime, mediante il quale vengono spesso fertilizzati li terreni arativi con una significante
quantità di letame per cui sono conservati sempre in buon stato produttivo« (AST, CF,
Naklo, S5). A parte lo strame e il letame, la questione della disponibilità di foraggio ci ri-
porta ai pascoli e ai prati, ma anche nuovamente agli alberi, tenendo conto che le diver-
se specie di bestiame avevano, ovviamente, necessità differenti.

Con la ricostruzione del sistema di allevamento, le diverse tipologie di terreni con
erba e alberi acquisiscono ognuna un proprio ruolo in un contesto organico. In primave-
ra i bovini si portavano al pascolo sui terreni comunali. Questi erano sia completamen-
te rocciosi, nudi, senza alberi e con poca erba tra i sassi, sia ricoperti da una vegetazione
arbustiva e arborea più o meno fitta. Talvolta il pascolo alberato poteva trasformarsi in
un’area con una maggiore copertura, più simile a un bosco, ma il suo utilizzo era lo stes-
so poiché fungeva da pascolo. Le differenti tipologie di terreno in uso collettivo aveva-
no un’altra caratteristica comune, quella cioè di essere lasciate alla vegetazione natura-
le e, di norma, stante l’eccessiva presenza di pietre, di non essere coltivate e migliorate.
Questa situazione fu evidenziata da alcune comunità, mentre quelle ubicate sul ciglione
carsico sopra Trieste evidenziarono che i rocciosi pascoli comunali ricoprivano gran par-
te del territorio.
I pascoli poi vengono abbandonati alla naturale loro facoltà produttiva. […] I pascoli

sono talmente scogliosi e ripieni di macigni, che senza una vistosa spesa, alla quale qu-
esti agricoltori non sono al caso di soportarvela, non possono essere levati (AST, CF,
Naklo, S5). I pascoli sono abbandonati alla naturale loro produzione, poiché impossibi-
litato di migliorarli per l’estrema quantità di macigni e scogli che li cuoprono (AST, CF,
Corgnale, S5). Questi sono li pascoli comunali in generale, li quali cuoprono una gran

9 AST, CF, Duino, S4; Jamiano, S4.

10 AST, CF, Sesana, S5, e tutte le comunità del suo distretto.

11 AST, CF, Kostanjevica na Krasu, S5; Komen, S5; Ivanji Grad, S5; Lipa, S5; Sveto, S5; Škrbina, S5; Temnica,
S5; Vojščica, S5.

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