Page 24 - Luka Juri, Autopoiesi di sistemi-regione. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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Introduzione

che della Penisola istriana, non si può sfuggire alla sensazione che es-
se siano anche la causa delle differenze culturali, etniche e sociali qui
formatesi. In base alle caratteristiche naturali la penisola si divide tra-
dizionalmente in Istria bianca, grigia e rossa. Il nord e il nordest dell’I-
stria è zona montuosa, con il Carso pedemontano, la Ciceria e il Mon-
te Maggiore (1401 m). Viene chiamata Istria bianca per il colore della
pietra calcarea di cui prevalentemente è composto il terreno spoglio.
A sudest si stende la zona collinare, nella cui composizione geologica
predomina la pietra arenaria. In molte parti l’erosione ha scoperto le
rocce di un caratteristico colore grigio, da cui il nome di Istria grigia.
La zona più bassa dell’Istria è la costa occidentale e meridionale della
penisola e dal caratteristico colore rosso della terra carsica prende il
nome di Istria rossa (Darovec 1993).
24 Dal punto di vista storico, le testimonianze lasciano concludere che
l’Istria è stata, per la maggior parte della sua storia, attraversata dagli
eventi in modo relativamente uniforme con una sola divisione storica
di lungo termine tra i territori controllati dalla Repubblica di Vene-
zia e quelli appartenenti alla Contea di Pisino e quindi alla Casa degli
Asburgo, il che ha contribuito alla formazione di una certa unità, più
culturale che politica. Nonostante le diverse etnie che si sono inse-
diate sul territorio della Penisola (dopo gli Istri, sconfitti e schiavizzati
dall’esercito di Roma, sono stati gli Italici e poi gli Slavi ad occupare la
maggior parte del territorio) si è sviluppata quindi una certa identità
istriana, soprattutto durante il periodo del secondo dopoguerra. L’I-
stria, quasi totalmente annessa alla Jugoslavia, dopo i conflitti etnici
e l’esodo più o meno forzato della maggior parte degli italiani autoc-
toni, trovava nella costruzione di una propria identità i canali per un
ritorno ad una convivenza armoniosa tra i tre principali gruppi etnici:
croati, sloveni ed italiani. Dall’altra parte del confine, gli esuli che la-
sciavano la penisola per andare in Italia, coltivavano la propria identi-
tà istriana come mezzo col quale conservare un nesso alla terra natia,
senza nascondere la speranza di poterci ritornare.

l’Istria si presentava quindi come un’identità regionale forte, para-
dossalmente rafforzata dai precedenti (e latenti) conflitti inter-etnici.
Nonostante ciò, la divisione della Penisola tra due repubbliche della
federazione jugoslava, la Slovenia e la Croazia, aveva posto la base per
una seguente lacerazione di quest’identità, soprattutto nelle genera-
zioni a venire.4 La dissoluzione della Jugoslavia, l’indipendenza della

4. Una minima parte dell’Istria (se si decide di escluderne Trieste) si trova anche
in Italia, identificata con i comuni di Muggia e San Dorligo della Valle. Per gli scopi di
quest’analisi, decidiamo comunque di non considerarla, essendo stata tagliata fuori
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