Page 26 - Luka Juri, Autopoiesi di sistemi-regione. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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Introduzione

una reazione al crescente nazionalismo di Zagabria con il successo
del partito regionalista Dieta democratica istriana, che si impose gra-
zie ad una sorta di local-patriottismo, mentre in Slovenia la proposta
politico-sociale della Dieta non ebbe forte successo, grazie soprattut-
to alla politica più moderata, gradualistica e centralista portata avanti
dalle autorità nazionali a Lubiana.

Oltre a ciò, la parte croata dell’Istria venne risucchiata dagli even-
ti bellici anche nel senso che un gran numero di veterani di guerra
trasferito proprio nella Penisola, il che – a causa di un’immigrazio-
ne demografica poco numerosa ma fortemente caratterizzata da ele-
menti nazionalistici diversi da quelli autoctoni (pro-croati e non pro-
istriani) contribuì a modificare la struttura sociale presente. La Slo-
venia, al contrario, ebbe la fortuna di poter sfruttare il proprio ruolo
26 di ponte tra l’Unione europea ed i Balcani e su queste basi neutraliz-
zò velocemente i problemi nati dalla dissoluzione jugoslava e riuscì a
realizzare un discreto sviluppo economico e sociale. La parte slovena
dell’Istria, un fazzoletto di terra di nemmeno 400 chilometri quadra-
ti rispetto alla superficie totale della Penisola istriana che conta quasi
dieci volte tanto (3500 chilometri quadrati), si trovò anch’essa in una
situazione nuova, dove il progressivo avvicinamento della Slovenia al-
l’Unione europea e l’invischiarsi croato nel dramma balcanico la por-
tava sempre più a rivolgersi al resto della Slovenia ed in parte al nor-
dest italiano e sempre meno alla sua controparte in Croazia. La ricer-
ca di una propria identità, mista alla rinascita dell’orgoglio nazionale
sloveno ed alla crescente ed evidente differenza nello stile e standard
di vita tra la parte slovena e la parte croata dell’Istria, dette alla regio-
ne costituita dai tre comuni di Capodistria, Isola e Pirano una nuova
denominazione, quella di Istria slovena.

Sia dal punto di vista funzionalista, che da quello sistemico, i co-
muni di Capodistria, Isola, Pirano ed Ancarano possono costituire una
regione a sé stante, coadiuvata dai comuni a Nord di Hrpelje-Kozina
(Erpelle-Cosina), Divacˇa (Divaccia), Komen (Comino) e Sežana (Sesa-
na) ed a nordest di Ilirska Bistrica (Villa Monte Nevoso). Si tratta di
una regione ormai in fase di deindustrializzazione, dove il settore dei
servizi, basato principalmente sull’attività portuale e della logistica,
nonché del turismo, è fortemente sviluppato e dove l’industria medio-
pesante del periodo socialista sta lasciando spazio ad attività pro-
duttive ambientalmente meno marcanti. A detta di Frémont, si tratta
quindi di una regione esplosa, dove l’industrializzazione e la terzia-
rizzazione del territorio ha dato un’organizzazione robusta dal punto
di vista economico, che però cerca la propria identità nell’iconografia
regionale, a volte anche costruita su misura (Frémont 1984).
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