Page 31 - Luka Juri, Autopoiesi di sistemi-regione. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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1.3 L’Istria slovena – uno spazio/regione a sé stante? 31

parte non soddisfa appieno l’interpretazione delle dinamiche reali.
D’altra parte, l’utilizzazione della dicotomia circolazione/iconografia
di Gottmann permette di trovare una soluzione più bilanciata rispet-
to al pensiero di Huntigton nella ricerca di un nuovo paradigma. Il
concetto di iconografia infatti reintroduce il ruolo della cultura nel-
la geografia politica, non rendendolo però predominante. Un ruolo
dinamico, in quanto la funzione conservatrice e di partizione dell’ico-
nografia cambia costantemente, siccome nella ricerca di una risposta
alle mutevoli sfide poste dalla circolazione, ne cambiano gli elementi
costituenti. Il ruolo dell’economia, della tecnologia, delle migrazioni e
quant’altro, elementi costituenti dell’iconografia insieme alla cultura,
non vengono – al contrario del pensiero hungtintoniano – ignorati.

Tale applicazione si può trovare nel concetto di globalizzazione.
Quest’ultima può venire interpretata come un rapido rafforzarsi, nella
dialettica geografica, dell’elemento circolazione, dovuto a veloci svi-
luppi nel campo tecnologico, economico e politico. Nella sua essenza
non è un fenomeno nuovo o originale, è nuovo invece il fatto che la
circolazione sia diventata un fenomeno fortemente diffuso su pres-
soché tutto il globo. Non è questo il luogo di valutazione se ciò sia un
fenomeno positivo o negativo – è sicuramente possibile però prevede-
re – in termini gottmaniani e geopolitici – scenari probabili. È chiaro
che la globalizzazione sia un fattore che disgrega l’«ingiustizia geogra-
fica» (anche se permette l’affermarsi di altre ingiustizie), come tale è
però anche fortemente destabilizzante. Tale effetto è visibile in tutti i
campi, dalla finanza alla politica, come è stato dimostrato anche dal-
l’attacco al «World Trade Center» di New York l’undici settembre 2001.
Gli Stati uniti, come soggetti unificatori ed uniformatori, hanno anche
permesso la drammatizzazione di polarizzazioni antagoniste e l’inte-
riorizzazione di conflitti prima considerati periferici, permettendo a
questi di essere lo sviluppo evidente della destabilizzazione globale.
Questi diventano così le reazioni della periferia alla destabilizzazio-
ne portata dalla globalizzazione (dalla circolazione) e si concretizzano
nello sviluppo di nuove iconografie. Alla stessa maniera, anche nella
parte più liberale del globo (il cosiddetto Occidente), la reazione ai
conflitti e problemi periferici, dal terrorismo all’immigrazione clan-
destina, culminerà con il crescere di nuove iconografie (basta pensare
alla sempre più evidente xenofobia ed al rifiuto nei confronti dei mu-
sulmani) che agiranno in modo limitante nei confronti della circola-
zione. Gli effetti destabilizzanti della globalizzazione si stanno facen-
do sentire anche dai «vincitori» di questo processo, che per tutelare i
vantaggi acquisiti, pretenderanno sempre più limiti alla circolazione
(esigendo quindi stabilità, ovvero conservazione), creando nuove ico-
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