Page 52 - Luka Juri, Autopoiesi di sistemi-regione. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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L’organizzazione dello spazio sociale ed economico

I tre comuni storici dell’Istria slovena (con Ancarano come parte di
Capodistria) hanno in passato collaborato nell’ambito della «Comuni-
tà costiera», una forma di comunità di lavoro regionale, la quale è sta-
ta però abolita con l’entrata in vigore della nuova regolamentazione
dell’autonomia locale.

La cooperazione tra i comuni non è comunque mai stata effettiva-
mente fermata. Tuttora continua su progetti che superano le capacità
finanziarie dei singoli bilanci comunali o le dimensioni stesse dei co-
muni, come ad esempio lo smaltimento dei rifiuti o la costruzione di
impianti di purificazione delle acque fluviali.

Proprio queste effettive necessità di cooperazione regionale non
hanno mai fermato la lunga e finora infruttuosa discussione sulla re-
gionalizzazione della Slovenia, dove l’Istria slovena, come regione se-
52 parata, ha subito diversi destini a seconda della dimensione e del nu-
mero delle regioni che dovrebbero venir costituite. Considerando le
più recenti dichiarazioni politiche del governo sloveno, le regioni do-
vrebbero avvicinarsi al numero 15. Il numero delle regioni da costitui-
re è importante per capire il ruolo che sarà giocato dall’Istria slovena.
Sia nelle varianti che considerano meno, cioè 12 o 14 regioni, sia in
quelle che ne considerano di più, l’Istria slovena gioca un ruolo cen-
trale in una regione che comprende anche i comuni più mediterranei
del Carso (Cˇ okert 1999). Il ruolo di queste regioni sarà probabilmente
minore a quello che è il ruolo delle regioni nei maggiori paesi membri
dell’Unione europea (cioè le regioni a livello NUTS2), mentre dovreb-
be comunque superare le mere funzioni amministrative di coordina-
mento dei raggruppamenti comunali più piccoli, in Italia identificabili
come province, annoverate quindi a livello NUTS3.

Con l’istituzione delle regioni, l’Istria slovena avrà la possibilità di
coordinare meglio le proprie attività e soprattutto troverà nella guida
regionale un centro di coordinamento e guida politica finora venuto
a mancare e colmato in modo non soddisfacente dalla buona volontà
dei quattro sindaci dei comuni considerati.

Da notare inoltre il ripetersi, nelle varie proposte, dell’annessione
alla regione litoranea, cioè dell’Istria slovena, anche dei comuni più
meridionali del Carso (soprattutto Hrpelje-Kozina, Divacˇa, Komen e
Sežana) che si ritroverebbero quindi a giocare un ruolo di estensione
ed arricchimento di quello che è oggi il retroterra dell’Istria slovena.
Con tale regionalizzazione, il retroterra dell’Istria slovena avanzereb-
be a nord, dando alla regione un ruolo più collegato con il resto del
paese ma allo stesso tempo più legato, almeno dal punto di vista spa-
ziale, a Trieste, che la nascenda regione toccherebbe non più soltanto
da Sud, ma anche da Est e Nord-Est.
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