Page 50 - Studia Universitatis Hereditati, vol 9(1) (2021)
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o d.C.). A sua volta la basilica risultava sovrap-studia universitatis her editati, letnik 9 (2021), številk a 1 / volume 9 (2021), number 1 50con Cittanova (Civitas Nova Eracliana), un al-
posta a una precedente aula mononave, di ancor tro porto più arretrato nella laguna e quindi più
più ridotte dimensioni e ipoteticamente inter-hereditati prossimo alla Via Annia, che a sua volta consen-
pretata come edificio religioso per analogia con tiva i collegamenti con altri importanti centri del
gli edifici successivi. Quest’ultima struttura, da- comprensorio, quali Altino, Concordia e Oder-
tata al V secolo d. C., è correlata strettamente al zo. Rimane però incerto se la mansio di Equilus
periodo cronologico preso in considerazione in sia sorta in seguito a un diretto interessamento
questa sede e per questo sarà più esplicitamente statale, quindi in funzione anche della gestione
esaminata (fig. 3). fiscale e del controllo della viabilità, o se possa
essere stata frutto di un’iniziativa privata, più di-
L’insediamento equilense tardoantico è sta- rettamente dedicata quindi agli interessi di natu-
to identificato con una mansio, un nodo essen- ra commerciale dell’alto Adriatico (Gelichi et al.
ziale in funzione della viabilità endolagunare, 2017; Negrelli 2018).
potenziata proprio in quel periodo di transizio-
ne, in seguito a una serie di trasformazioni di ca- Le aree di scavo hanno restituito resti strut-
rattere politico ed economico che avevano in- turali e piani d’uso di almeno due quartieri di-
teressato l’intero impero romano d’occidente stinti dell’insediamento tardoantico. La prima
e in particolare l’area settentrionale della peni- area, più prossima all’aula monoabsidata, rin-
sola italiana (Bosio 1991: 239-243; Uggeri 1987: venuta in corrispondenza delle Antiche Mura, è
343-344). Lo spostamento del baricentro dall’en- occupata da un grande edificio (l’area messa in
troterra verso l’area adriatica, già assestato gra- luce finora misura 20x15 metri, ma le dimensio-
zie alla centralità politica e religiosa conferita ad ni complessive nel senso della lunghezza potreb-
Aquileia, culminò al principio del V secolo con bero essere il doppio), articolato in numerosi am-
la scelta di Ravenna come capitale dell’impero bienti, distribuiti in successione ordinata lungo
d’occidente (402 d.C.). Tra III e V secolo, dun- tre file contigue (i settori di scavo corrispondono
que, la viabilità nell’arco dell’alto Adriatico co- alle Unità Topografiche di Scavo (UTS) 6000,
nosce diversi interventi di ristrutturazione e po- 7000, 8000). È stata proprio la morfologia di
tenziamento soprattutto nella rete legata alle questo edificio ad aver suggerito da subito l’iden-
aree lagunari (Corsi 2000, 171). Tra i centri in- tificazione con una struttura ricettiva (hospitium
seriti all’interno di questa rete alcuni siti furo- o deversorium) e, quindi, l’ipotesi della funzione
no rifunzionalizzati, altri vennero creati apposi- di Equilus come luogo di sosta. Non solo la carat-
tamente. Tra i primi, per esempio, si ricordano terizzazione degli ambienti, analoghi per dimen-
San Basilio di Ariano Polesine (D’Abruzzo et sioni e dotati di focolari in mattoni, ma anche la
al. 1982) e Corte Cavanella di Loreo, identificata presenza di una strada ammattonata, orientata
con la mansio Fossis della Tabula Peutingeriana sudest-nordovest, perfettamente parallela a uno
(Sanesi Mastrocinque et al. 1986). Un caso rap- dei lati lunghi dell’edificio appariva pertinente a
presentativo dei secondi sembra essere, invece, tale interpretazione. Oltre a questa area, in gran
proprio quello di Equilus, che in base agli itinera- parte rappresentativa dell’ultima fase d’uso del
ri noti e alla sua connotazione di insula alla con- deversorium, distrutto e sigillato da un incendio,
fluenza tra la foce del Piave e una bocca di porto e delle sue immediate pertinenze esterne, a circa
tra mare e laguna, sembrerebbe avere avuto un le- 30 m in linea d’aria in direzione nord-est, sono
game esclusivo con le vie d’acqua, essendo priva stati indagati altri 4 settori (UTS 1000, 2000,
di un collegamento diretto con un percorso ter- 3000, 4000), tra loro in contiguità e quindi rap-
restre di una certa portata. L’ipotesi al momento presentativi di un’altra porzione dell’insedia-
più plausibile è che si tratti di un nuovo insedia- mento tardoantico, caratterizzato dalla presen-
mento litoraneo, nato soprattutto in funzione za di un’area aperta occupata da un pozzo e da
commerciale, probabilmente in diretto contatto edifici di dimensioni limitate composti da uno o
posta a una precedente aula mononave, di ancor tro porto più arretrato nella laguna e quindi più
più ridotte dimensioni e ipoteticamente inter-hereditati prossimo alla Via Annia, che a sua volta consen-
pretata come edificio religioso per analogia con tiva i collegamenti con altri importanti centri del
gli edifici successivi. Quest’ultima struttura, da- comprensorio, quali Altino, Concordia e Oder-
tata al V secolo d. C., è correlata strettamente al zo. Rimane però incerto se la mansio di Equilus
periodo cronologico preso in considerazione in sia sorta in seguito a un diretto interessamento
questa sede e per questo sarà più esplicitamente statale, quindi in funzione anche della gestione
esaminata (fig. 3). fiscale e del controllo della viabilità, o se possa
essere stata frutto di un’iniziativa privata, più di-
L’insediamento equilense tardoantico è sta- rettamente dedicata quindi agli interessi di natu-
to identificato con una mansio, un nodo essen- ra commerciale dell’alto Adriatico (Gelichi et al.
ziale in funzione della viabilità endolagunare, 2017; Negrelli 2018).
potenziata proprio in quel periodo di transizio-
ne, in seguito a una serie di trasformazioni di ca- Le aree di scavo hanno restituito resti strut-
rattere politico ed economico che avevano in- turali e piani d’uso di almeno due quartieri di-
teressato l’intero impero romano d’occidente stinti dell’insediamento tardoantico. La prima
e in particolare l’area settentrionale della peni- area, più prossima all’aula monoabsidata, rin-
sola italiana (Bosio 1991: 239-243; Uggeri 1987: venuta in corrispondenza delle Antiche Mura, è
343-344). Lo spostamento del baricentro dall’en- occupata da un grande edificio (l’area messa in
troterra verso l’area adriatica, già assestato gra- luce finora misura 20x15 metri, ma le dimensio-
zie alla centralità politica e religiosa conferita ad ni complessive nel senso della lunghezza potreb-
Aquileia, culminò al principio del V secolo con bero essere il doppio), articolato in numerosi am-
la scelta di Ravenna come capitale dell’impero bienti, distribuiti in successione ordinata lungo
d’occidente (402 d.C.). Tra III e V secolo, dun- tre file contigue (i settori di scavo corrispondono
que, la viabilità nell’arco dell’alto Adriatico co- alle Unità Topografiche di Scavo (UTS) 6000,
nosce diversi interventi di ristrutturazione e po- 7000, 8000). È stata proprio la morfologia di
tenziamento soprattutto nella rete legata alle questo edificio ad aver suggerito da subito l’iden-
aree lagunari (Corsi 2000, 171). Tra i centri in- tificazione con una struttura ricettiva (hospitium
seriti all’interno di questa rete alcuni siti furo- o deversorium) e, quindi, l’ipotesi della funzione
no rifunzionalizzati, altri vennero creati apposi- di Equilus come luogo di sosta. Non solo la carat-
tamente. Tra i primi, per esempio, si ricordano terizzazione degli ambienti, analoghi per dimen-
San Basilio di Ariano Polesine (D’Abruzzo et sioni e dotati di focolari in mattoni, ma anche la
al. 1982) e Corte Cavanella di Loreo, identificata presenza di una strada ammattonata, orientata
con la mansio Fossis della Tabula Peutingeriana sudest-nordovest, perfettamente parallela a uno
(Sanesi Mastrocinque et al. 1986). Un caso rap- dei lati lunghi dell’edificio appariva pertinente a
presentativo dei secondi sembra essere, invece, tale interpretazione. Oltre a questa area, in gran
proprio quello di Equilus, che in base agli itinera- parte rappresentativa dell’ultima fase d’uso del
ri noti e alla sua connotazione di insula alla con- deversorium, distrutto e sigillato da un incendio,
fluenza tra la foce del Piave e una bocca di porto e delle sue immediate pertinenze esterne, a circa
tra mare e laguna, sembrerebbe avere avuto un le- 30 m in linea d’aria in direzione nord-est, sono
game esclusivo con le vie d’acqua, essendo priva stati indagati altri 4 settori (UTS 1000, 2000,
di un collegamento diretto con un percorso ter- 3000, 4000), tra loro in contiguità e quindi rap-
restre di una certa portata. L’ipotesi al momento presentativi di un’altra porzione dell’insedia-
più plausibile è che si tratti di un nuovo insedia- mento tardoantico, caratterizzato dalla presen-
mento litoraneo, nato soprattutto in funzione za di un’area aperta occupata da un pozzo e da
commerciale, probabilmente in diretto contatto edifici di dimensioni limitate composti da uno o