Page 55 - Studia Universitatis Hereditati, vol 9(1) (2021)
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ia universitatisstrada, avevano dimensioni lievemente maggio- un riflesso abbastanza fedele di quello che dove-
le crustae mar mor ee dalla mansio tar doantica di equilus-jesolo (venezia) 55 ri e una caratterizzazione più variegata dei reper- va essere il repertorio di materiali in uso all’in-
ti archeologici associati ai piani di calpestio, co- terno dell’edificio. La casistica di frammenti la-
stituiti da veri e propri piani in cocciopesto negli pidei rinvenuti negli ambienti I ed O è variegata,
ambienti M e Q. In particolare, l’ambiente O si tuttavia un sottoinsieme di una trentina di fram-
distingue nettamente dagli altri perché al di sot- menti è rappresentativo del medesimo litotipo di
to dello strato di crollo, caratterizzato dalla pre- colore grigio chiaro, con analoghi spessori (da 1,5
senza di frammenti di tegole e coppi che indizia- a 2,5 cm) e in alcuni casi fratture riconoscibili e
vano la tipologia di copertura dell’edificio, non ricomponibili. Si tratta propriamente di fram-
è stato documentato il consueto strato di coper- menti di lastre marmoree, probabilmente di di-
tura di limo giallastro, interpretato per gli altri mensioni medio-grandi, non di crustae. Inoltre,
vani come il risultato del crollo delle pareti co- presentano su una faccia un sottile ma omoge-
stituite da argilla cruda e materiale deperibile. neo rivestimento in calce bianca, segno eviden-
Lo strato di incendio, invece, era particolarmen- te della posa in opera probabilmente come pavi-
te consistente e ricco di materiale eterogeneo, tra mentazione all’interno dell’ambiente I, ipotesi
cui numerosi resti di fibre lignee carbonizzate e avvalorata dalla presenza del piano in battuto di
innumerevoli reperti paleobotanici, costituiti calce ben conservato su gran parte della sua su-
soprattutto da cereali e legumi carbonizzati. Al perficie. Non abbiamo analoghi evidenti indizi
di sotto di questo livello è stato possibile inter- per l’ambiente O, tuttavia all’interno dello stra-
cettare le tracce di una struttura in legno che de- to di crollo, sono stati rinvenuti frammenti del
limitava lo spazio interno formando una sorta di tutto analoghi a quelli dell’ambiente I. Data la
soppalco retto da travature disposte a ‘elle’, lungo presenza di un ambiente aperto e porticato in
il perimetro sud-orientale. Nell’angolo nord-oc- corrispondenza dell’ambiente O, è probabile che
cidentale, invece, si apriva un pozzo poco pro- i materiali ivi rinvenuti siano stati traslati dalle
fondo e di dimensioni ridotte, incamiciato con arature o dagli interventi di spoliazione rispet-
pezzame laterizio. Il piano di calpestio era costi- to al vicino ambiente I. Si ritiene, dunque, che
tuito da un battuto in limo sabbioso, compatto l’insieme di questi frammenti di lastre marmo-
e pulito, del tutto simile a quello dell’ambiente ree sia da riferire unitariamente alla decorazione
adiacente (N). I frammenti marmorei qui rinve- dell’ambiente I.
nuti sono con ogni probabilità da riferire proprio
all’apparato decorativo che ornava questi am- Il terzo contesto, infine, è dislocato nel set-
bienti prima della loro distruzione. Infatti, per tore più settentrionale dell’insediamento, in par-
l’intero edificio è stata verificata una sostanziale ticolare in corrispondenza dell’UTS 2000 nei li-
buona conservazione dei piani riferiti all’ultima velli di abbandono di un ambiente con funzione
fase d’uso, antecedente all’incendio che ne ha residenziale di cui non è stato possibile eseguire
determinato il definitivo abbandono, nonostan- un’indagine in estensione, ma la cui restituzione
te le innegabili azioni post-deposizionali. Infatti, di manufatti su una porzione limitata dei piani
sono state documentate vere e proprie oblitera- di calpestio risulta particolarmente significativa.
zioni dei depositi archeologici, dovute in parti- Infatti, pur non avendo potuto documentare in
colare alla spoliazione di alcune strutture mu- maniera complessiva i perimetrali di questo edi-
rarie e allo scavo di sepolture in fossa terragna, ficio, l’ambiente di forma rettangolare, parzial-
pertinenti al cimitero altomedievale (VI e VII mente messo in luce, presentava una successione
secolo) sviluppatosi a nord della basilica decora- di strati di abbandono ricchi di materiale cera-
ta a mosaici (Gelichi, Cadamuro, Cianciosi 2018, mico, per lo più contenitori da mensa di impor-
66-77). Tuttavia, i reperti rinvenuti, soprattutto tazione, da fuoco e da trasporto anche ricostru-
nei livelli di incendio indisturbati, forniscono ibili, molti frammenti in vetro, anche di pregio
(un paio di frammenti in vetro azzurro con de-
le crustae mar mor ee dalla mansio tar doantica di equilus-jesolo (venezia) 55 ri e una caratterizzazione più variegata dei reper- va essere il repertorio di materiali in uso all’in-
ti archeologici associati ai piani di calpestio, co- terno dell’edificio. La casistica di frammenti la-
stituiti da veri e propri piani in cocciopesto negli pidei rinvenuti negli ambienti I ed O è variegata,
ambienti M e Q. In particolare, l’ambiente O si tuttavia un sottoinsieme di una trentina di fram-
distingue nettamente dagli altri perché al di sot- menti è rappresentativo del medesimo litotipo di
to dello strato di crollo, caratterizzato dalla pre- colore grigio chiaro, con analoghi spessori (da 1,5
senza di frammenti di tegole e coppi che indizia- a 2,5 cm) e in alcuni casi fratture riconoscibili e
vano la tipologia di copertura dell’edificio, non ricomponibili. Si tratta propriamente di fram-
è stato documentato il consueto strato di coper- menti di lastre marmoree, probabilmente di di-
tura di limo giallastro, interpretato per gli altri mensioni medio-grandi, non di crustae. Inoltre,
vani come il risultato del crollo delle pareti co- presentano su una faccia un sottile ma omoge-
stituite da argilla cruda e materiale deperibile. neo rivestimento in calce bianca, segno eviden-
Lo strato di incendio, invece, era particolarmen- te della posa in opera probabilmente come pavi-
te consistente e ricco di materiale eterogeneo, tra mentazione all’interno dell’ambiente I, ipotesi
cui numerosi resti di fibre lignee carbonizzate e avvalorata dalla presenza del piano in battuto di
innumerevoli reperti paleobotanici, costituiti calce ben conservato su gran parte della sua su-
soprattutto da cereali e legumi carbonizzati. Al perficie. Non abbiamo analoghi evidenti indizi
di sotto di questo livello è stato possibile inter- per l’ambiente O, tuttavia all’interno dello stra-
cettare le tracce di una struttura in legno che de- to di crollo, sono stati rinvenuti frammenti del
limitava lo spazio interno formando una sorta di tutto analoghi a quelli dell’ambiente I. Data la
soppalco retto da travature disposte a ‘elle’, lungo presenza di un ambiente aperto e porticato in
il perimetro sud-orientale. Nell’angolo nord-oc- corrispondenza dell’ambiente O, è probabile che
cidentale, invece, si apriva un pozzo poco pro- i materiali ivi rinvenuti siano stati traslati dalle
fondo e di dimensioni ridotte, incamiciato con arature o dagli interventi di spoliazione rispet-
pezzame laterizio. Il piano di calpestio era costi- to al vicino ambiente I. Si ritiene, dunque, che
tuito da un battuto in limo sabbioso, compatto l’insieme di questi frammenti di lastre marmo-
e pulito, del tutto simile a quello dell’ambiente ree sia da riferire unitariamente alla decorazione
adiacente (N). I frammenti marmorei qui rinve- dell’ambiente I.
nuti sono con ogni probabilità da riferire proprio
all’apparato decorativo che ornava questi am- Il terzo contesto, infine, è dislocato nel set-
bienti prima della loro distruzione. Infatti, per tore più settentrionale dell’insediamento, in par-
l’intero edificio è stata verificata una sostanziale ticolare in corrispondenza dell’UTS 2000 nei li-
buona conservazione dei piani riferiti all’ultima velli di abbandono di un ambiente con funzione
fase d’uso, antecedente all’incendio che ne ha residenziale di cui non è stato possibile eseguire
determinato il definitivo abbandono, nonostan- un’indagine in estensione, ma la cui restituzione
te le innegabili azioni post-deposizionali. Infatti, di manufatti su una porzione limitata dei piani
sono state documentate vere e proprie oblitera- di calpestio risulta particolarmente significativa.
zioni dei depositi archeologici, dovute in parti- Infatti, pur non avendo potuto documentare in
colare alla spoliazione di alcune strutture mu- maniera complessiva i perimetrali di questo edi-
rarie e allo scavo di sepolture in fossa terragna, ficio, l’ambiente di forma rettangolare, parzial-
pertinenti al cimitero altomedievale (VI e VII mente messo in luce, presentava una successione
secolo) sviluppatosi a nord della basilica decora- di strati di abbandono ricchi di materiale cera-
ta a mosaici (Gelichi, Cadamuro, Cianciosi 2018, mico, per lo più contenitori da mensa di impor-
66-77). Tuttavia, i reperti rinvenuti, soprattutto tazione, da fuoco e da trasporto anche ricostru-
nei livelli di incendio indisturbati, forniscono ibili, molti frammenti in vetro, anche di pregio
(un paio di frammenti in vetro azzurro con de-