Page 35 - Studia Universitatis Hereditati, vol 11(1) (2023)
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ia universitatis Questa forma, tipica del linguaggio parlato, alla scomparsa della denominazione del termine
si usava inizialmente nelle lingue slave, compre- piuccheperfetto, adoperato nella linguistica rus-
pr agmatica del piuccheperfetto nel russo e ucr aino contempor anei: convergenze e divergenze 35 so l’ucraino e il russo, con il significato prototi- sa fino al XIX-XX secoli, cosicché
pico dell’azione anteriore ad un’altra azione pre-
teritale. Tale peculiarità è descritta da Barentsen il russo è diventato l’unica lingua letteraria
come uno sguardo retrospettivo su un’azione da slava in cui non esiste la forma comunemen-
un punto di riferimento nel passato al fine di cre- te denominata pluskvamperfekt/davnoprošed-
are una digressione da una linea narrativa prin- šee, nonostante un’evidente eredità formale
cipale. Ricorrendo all’utilizzo del PQP il nar- e semantica di una delle storiche forme slave
ratore, invece di procedere con la narrazione, è e una notevole vicinanza semantica di que-
come si fermasse e guardasse indietro per eviden- sta forma al piuccheperfetto slavo-orientale
ziare un’azione avvenuta nel passato cui risulta- (Sičinava 2019, 33).
to o esistenza in qualche modo erano rilevanti in
qualità di sfondo per altre azioni relative alla li- Nella Russkaja grammatika (Švedova 1980)
nea narrativa principale (Barentsen 2015, 14). la forma viene definita come «struttura con la
particella bylo con la semantica dell’azione inter-
A partire dai secoli XV-XVII, nelle gramoty rotta o che non ha portato a un risultato sperato,
e negli annali in ucraino e russo, la nuova forma il cui uso è proprio dello stile letterario (in parti-
si attestò con la semantica antirisultativa, per poi colar modo della narrazione) e colloquiale» (Šve
affermarsi definitivamente verso la fine del XVII dova 1980, 102). La tesi sulla sua diffusione e co-
secolo (Bevzenko 1960, 320-321; Rusanovskij stante crescita nel discorso colloquiale (Knjazev
1971, 259-260; Vaillant 1966, 91; Žovtobrjuh et 2004, 296) è stata messa in discussione da Siči
al. 1980, 212). Il suo utilizzo in russo a partire nava (Sičinava 2013, 233-236): le sue ricerche, svol-
dal XVI secolo divenne alquanto limitato, no- te sul NKRJa, hanno rilevato una presenza piut-
nostante si riscontrassero delle tracce nei docu- tosto discreta del costrutto nel linguaggio col-
menti di carattere giuridico-amministrativo, al loquiale, pur confermando la sua ricorrenza
fine di rendere il linguaggio colloquiale dell’epo- nei testi letterari dell’ultimo decennio del XX
ca ove era consentita l’interferenza con l’uso col- secolo.
loquiale (Petruhin e Sičinava 2006, 193-194).
Nella lingua ucraina del periodo sovietico
Nel XVII secolo si avviò il processo della la norma letteraria rispecchiava quella della lin-
perdita della concordanza del participio dell’au- gua russa, per cui al peredmynulyj/davnomynulyj
siliare byti nel genere e nel numero. Ciò si pro- čas, oltre al valore di un’azione «temporanea e di
trasse fino all’inizio del XVIII secolo e vide la breve durata conclusasi prima dell’azione princi-
concorrenza delle forme (concordata e non con- pale» (Bilodid 1969, 377-378), si attribuiva il me-
cordata), pur prediligendo quella non concorda- desimo significato del costrutto russo con bylo,
ta bylo (Požarickaja 2015, 393). A partire dal 1780 ovvero quello di un’azione «interrotta, non por-
e nei primi decenni del XIX secolo, nella lingua tata a termine per una causa esplicitata nella frase
letteraria russa continuò ad affermarsi il proces- successiva» (Kurylo 2008, 82). Nell’ucraino con-
so di grammaticalizzazione della particella non temporaneo, pur essendo facoltativo (Rusano-
concordata bylo che espanse la sfera dell’uso e, vskij 1986, 94), il davnomynulyj čas costituisce
oltre a costituire il marker di questa forma ver- parte integrante del sistema preteritale e rappre-
bale, continuò a essere utilizzata con participi, senta uno degli strumenti più efficaci per espri-
gerundi e aggettivi. Un’ulteriore evoluzione di mere un’assoluta lontananza del percorso dell’a-
bylo si manifestò nell’indebolimento della leg- zione rispetto al momento dell’enunciazione (o
ge di Wackernagel (bylo diventò proclitica) e nel- dalla sua notifica) e la sua pertinenza o irrilevan-
la semantizzazione della particella nella clauso- za in relazione a quest’ultimo (Zagnitko 1996,
la. Tali trasformazioni formali contribuirono 40). A differenza del preterito semplice, che sta-
si usava inizialmente nelle lingue slave, compre- piuccheperfetto, adoperato nella linguistica rus-
pr agmatica del piuccheperfetto nel russo e ucr aino contempor anei: convergenze e divergenze 35 so l’ucraino e il russo, con il significato prototi- sa fino al XIX-XX secoli, cosicché
pico dell’azione anteriore ad un’altra azione pre-
teritale. Tale peculiarità è descritta da Barentsen il russo è diventato l’unica lingua letteraria
come uno sguardo retrospettivo su un’azione da slava in cui non esiste la forma comunemen-
un punto di riferimento nel passato al fine di cre- te denominata pluskvamperfekt/davnoprošed-
are una digressione da una linea narrativa prin- šee, nonostante un’evidente eredità formale
cipale. Ricorrendo all’utilizzo del PQP il nar- e semantica di una delle storiche forme slave
ratore, invece di procedere con la narrazione, è e una notevole vicinanza semantica di que-
come si fermasse e guardasse indietro per eviden- sta forma al piuccheperfetto slavo-orientale
ziare un’azione avvenuta nel passato cui risulta- (Sičinava 2019, 33).
to o esistenza in qualche modo erano rilevanti in
qualità di sfondo per altre azioni relative alla li- Nella Russkaja grammatika (Švedova 1980)
nea narrativa principale (Barentsen 2015, 14). la forma viene definita come «struttura con la
particella bylo con la semantica dell’azione inter-
A partire dai secoli XV-XVII, nelle gramoty rotta o che non ha portato a un risultato sperato,
e negli annali in ucraino e russo, la nuova forma il cui uso è proprio dello stile letterario (in parti-
si attestò con la semantica antirisultativa, per poi colar modo della narrazione) e colloquiale» (Šve
affermarsi definitivamente verso la fine del XVII dova 1980, 102). La tesi sulla sua diffusione e co-
secolo (Bevzenko 1960, 320-321; Rusanovskij stante crescita nel discorso colloquiale (Knjazev
1971, 259-260; Vaillant 1966, 91; Žovtobrjuh et 2004, 296) è stata messa in discussione da Siči
al. 1980, 212). Il suo utilizzo in russo a partire nava (Sičinava 2013, 233-236): le sue ricerche, svol-
dal XVI secolo divenne alquanto limitato, no- te sul NKRJa, hanno rilevato una presenza piut-
nostante si riscontrassero delle tracce nei docu- tosto discreta del costrutto nel linguaggio col-
menti di carattere giuridico-amministrativo, al loquiale, pur confermando la sua ricorrenza
fine di rendere il linguaggio colloquiale dell’epo- nei testi letterari dell’ultimo decennio del XX
ca ove era consentita l’interferenza con l’uso col- secolo.
loquiale (Petruhin e Sičinava 2006, 193-194).
Nella lingua ucraina del periodo sovietico
Nel XVII secolo si avviò il processo della la norma letteraria rispecchiava quella della lin-
perdita della concordanza del participio dell’au- gua russa, per cui al peredmynulyj/davnomynulyj
siliare byti nel genere e nel numero. Ciò si pro- čas, oltre al valore di un’azione «temporanea e di
trasse fino all’inizio del XVIII secolo e vide la breve durata conclusasi prima dell’azione princi-
concorrenza delle forme (concordata e non con- pale» (Bilodid 1969, 377-378), si attribuiva il me-
cordata), pur prediligendo quella non concorda- desimo significato del costrutto russo con bylo,
ta bylo (Požarickaja 2015, 393). A partire dal 1780 ovvero quello di un’azione «interrotta, non por-
e nei primi decenni del XIX secolo, nella lingua tata a termine per una causa esplicitata nella frase
letteraria russa continuò ad affermarsi il proces- successiva» (Kurylo 2008, 82). Nell’ucraino con-
so di grammaticalizzazione della particella non temporaneo, pur essendo facoltativo (Rusano-
concordata bylo che espanse la sfera dell’uso e, vskij 1986, 94), il davnomynulyj čas costituisce
oltre a costituire il marker di questa forma ver- parte integrante del sistema preteritale e rappre-
bale, continuò a essere utilizzata con participi, senta uno degli strumenti più efficaci per espri-
gerundi e aggettivi. Un’ulteriore evoluzione di mere un’assoluta lontananza del percorso dell’a-
bylo si manifestò nell’indebolimento della leg- zione rispetto al momento dell’enunciazione (o
ge di Wackernagel (bylo diventò proclitica) e nel- dalla sua notifica) e la sua pertinenza o irrilevan-
la semantizzazione della particella nella clauso- za in relazione a quest’ultimo (Zagnitko 1996,
la. Tali trasformazioni formali contribuirono 40). A differenza del preterito semplice, che sta-