Page 16 - Studia Universitatis Hereditati, vol. 4(2) (2016)
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baracca di Gusto. E subito pensai a qualchestudia universitatis her editati, letnik 4 (2016), številk a 2 16redimersi confessandosi al cugino sacerdote, ma
disgrazia […]. Ma vedevo gli altri tranquilli e non riesce ad andare fino in fondo: «Ha pecca-
allora ricordai la lontana parentela esistentehereditati to sfidando non i roveri né le bestie né gli uomi-
tra Stefania [la moglie di Gusto] e il signor ni, ma direttamente Dio; ha osato andare contro
Marino [il padre di Giustina], entrambi dei Lui e la sua regola e prendersi per sé quello che
Giurgevich. […] Nell’andarmene, ora che ci è riservato a Lui solo. Perché Dio è tutto quel-
ripenso, ebbi l’impressione che la ragazza lo che non si deve fare. E la punizione, a sua vol-
mi stesse guardando con occhi suppliche- ta, ecco che le viene direttamente da Lui».28 Di
voli, come chiedendomi di portarla via con conseguenza Giustina «sente qualcosa di minac-
me a quel posto di lavoro o dove volevo, qua- cioso gravarle sul capo per quella sua colpa; una
si fosse in mia facoltà di prenderla in braccio mano terribilmente ferma».29
e posarla in un luogo dove si sarebbe trova-
ta meglio, in un’altra baracca o addirittura a Per quella ragazza semplice è impossibile en-
Petrovia.22 trare nella realtà nuova e appena intuita durante
il suo breve soggiorno al Campo profughi, mol-
Giustina ha oltrepassato il confine ed è to diversa da quella lasciata a Petrovia. Anche se
giunta al Campo spinta da ragioni squisitamen- scossa dal senso della sua colpa, sola con l’inti-
te affettive, sorretta dalla pia illusione di poter- ma sua verità, Giustina è pur consapevole di una
si inserire nel «cerchio magico», il solo ordine sua più profonda dignità che la rende infine libe-
che conosce e dal quale l’alcolismo del padre Ma- ra. Libera di decidere di ritornare a Petrovia, no-
rino, rinnegato dai paesani, l’aveva esclusa. De- nostante il permesso scaduto che avrebbe dovu-
sidera incontrare il figlio di Gusto, Vinicio, il to precluderle il rientro, libera di obbedire a quel
padre del figlio che porta in grembo, che l’ha la- suo istinto sentito come un dovere. Giustina:
sciata partendo per Trieste. Vinicio aveva «qual-
cosa del ragazzo cattivo, pronto a picchiarti sen- […] sente ora distintamente che non potreb-
za ci sia una ragione e senza dimostrarsi neppure be accettare la relegazione in quello sgabuz-
arrabbiato; anche sua madre e suo padre lo te- zino né in alcun altro dei cento e cento che
mevano».23 Dopo l’ultimo e decisivo incontro sono ordinatamente allineati al Campo; né
col giovane al Tabor, la collina prossima al paese potrebbe barattare la sua colpa con alcun
col cucuzzolo «netto di roveri»,24 dove «lui l’a- tipo di pena che la escludesse dalla cornice
veva visitata e le aveva lasciato qualcosa di sé»,25 del mandorlo, della casa, dell’orto e di Teresa
Giustina aveva vissuto un mese di smemoramen- [l’unica persona con la quale si confida, simi-
to, fatto di gioia e di ricordi. Giunta al Campo le a lei perché come lei esclusa dai compaesa-
vuole guardarlo per un istante fisso negli occhi ni dal «cerchio magico»]. Poiché d’improv-
«come una giovenca che aspetta la mazzata fi- viso ha compreso l’esatto valore di quei
nale»,26 Legata a un costume arcaico e a sensi di contorni che sono i soli, gli unici al mondo
colpa di radice cattolica, senza nessuno che possa a poter racchiudere i suoi giorni futuri […]
difenderla o consolarla, sente fortemente il peso Ed è esattamente questa considerazione [ol-
della colpa. Chiede il perdono di Dio per la sua tre alla nostalgia per il mondo lasciato al di
«grande vergogna» (l’essersi data a Vinicio), per là del confine letta negli occhi di Vinicio, e
aver «osato e preteso per sé qualcosa»,27 cerca di di tutti i profughi incontrati nel suo breve
soggiorno al Campo] a far sì che non si sen-
22 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 136, 137, 138. ta peggio e più in basso degli altri; la facol-
tà che ha solo lei di poter prendere l’indoma-
23 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 48-49. ni la corriera e scendere proprio davanti alle
acacie di Gervasio. Che cos’è infatti codesto
24 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 52.
28 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 66.
25 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 53.
29 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 66.
26 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 125.
27 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 54.
disgrazia […]. Ma vedevo gli altri tranquilli e non riesce ad andare fino in fondo: «Ha pecca-
allora ricordai la lontana parentela esistentehereditati to sfidando non i roveri né le bestie né gli uomi-
tra Stefania [la moglie di Gusto] e il signor ni, ma direttamente Dio; ha osato andare contro
Marino [il padre di Giustina], entrambi dei Lui e la sua regola e prendersi per sé quello che
Giurgevich. […] Nell’andarmene, ora che ci è riservato a Lui solo. Perché Dio è tutto quel-
ripenso, ebbi l’impressione che la ragazza lo che non si deve fare. E la punizione, a sua vol-
mi stesse guardando con occhi suppliche- ta, ecco che le viene direttamente da Lui».28 Di
voli, come chiedendomi di portarla via con conseguenza Giustina «sente qualcosa di minac-
me a quel posto di lavoro o dove volevo, qua- cioso gravarle sul capo per quella sua colpa; una
si fosse in mia facoltà di prenderla in braccio mano terribilmente ferma».29
e posarla in un luogo dove si sarebbe trova-
ta meglio, in un’altra baracca o addirittura a Per quella ragazza semplice è impossibile en-
Petrovia.22 trare nella realtà nuova e appena intuita durante
il suo breve soggiorno al Campo profughi, mol-
Giustina ha oltrepassato il confine ed è to diversa da quella lasciata a Petrovia. Anche se
giunta al Campo spinta da ragioni squisitamen- scossa dal senso della sua colpa, sola con l’inti-
te affettive, sorretta dalla pia illusione di poter- ma sua verità, Giustina è pur consapevole di una
si inserire nel «cerchio magico», il solo ordine sua più profonda dignità che la rende infine libe-
che conosce e dal quale l’alcolismo del padre Ma- ra. Libera di decidere di ritornare a Petrovia, no-
rino, rinnegato dai paesani, l’aveva esclusa. De- nostante il permesso scaduto che avrebbe dovu-
sidera incontrare il figlio di Gusto, Vinicio, il to precluderle il rientro, libera di obbedire a quel
padre del figlio che porta in grembo, che l’ha la- suo istinto sentito come un dovere. Giustina:
sciata partendo per Trieste. Vinicio aveva «qual-
cosa del ragazzo cattivo, pronto a picchiarti sen- […] sente ora distintamente che non potreb-
za ci sia una ragione e senza dimostrarsi neppure be accettare la relegazione in quello sgabuz-
arrabbiato; anche sua madre e suo padre lo te- zino né in alcun altro dei cento e cento che
mevano».23 Dopo l’ultimo e decisivo incontro sono ordinatamente allineati al Campo; né
col giovane al Tabor, la collina prossima al paese potrebbe barattare la sua colpa con alcun
col cucuzzolo «netto di roveri»,24 dove «lui l’a- tipo di pena che la escludesse dalla cornice
veva visitata e le aveva lasciato qualcosa di sé»,25 del mandorlo, della casa, dell’orto e di Teresa
Giustina aveva vissuto un mese di smemoramen- [l’unica persona con la quale si confida, simi-
to, fatto di gioia e di ricordi. Giunta al Campo le a lei perché come lei esclusa dai compaesa-
vuole guardarlo per un istante fisso negli occhi ni dal «cerchio magico»]. Poiché d’improv-
«come una giovenca che aspetta la mazzata fi- viso ha compreso l’esatto valore di quei
nale»,26 Legata a un costume arcaico e a sensi di contorni che sono i soli, gli unici al mondo
colpa di radice cattolica, senza nessuno che possa a poter racchiudere i suoi giorni futuri […]
difenderla o consolarla, sente fortemente il peso Ed è esattamente questa considerazione [ol-
della colpa. Chiede il perdono di Dio per la sua tre alla nostalgia per il mondo lasciato al di
«grande vergogna» (l’essersi data a Vinicio), per là del confine letta negli occhi di Vinicio, e
aver «osato e preteso per sé qualcosa»,27 cerca di di tutti i profughi incontrati nel suo breve
soggiorno al Campo] a far sì che non si sen-
22 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 136, 137, 138. ta peggio e più in basso degli altri; la facol-
tà che ha solo lei di poter prendere l’indoma-
23 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 48-49. ni la corriera e scendere proprio davanti alle
acacie di Gervasio. Che cos’è infatti codesto
24 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 52.
28 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 66.
25 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 53.
29 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 66.
26 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 125.
27 Tomizza, La ragazza di Petrovia, 54.