Page 24 - Studia Universitatis Hereditati, vol. 4(2) (2016)
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dia universitatis hereditati, letnik 4 (2016), številka 2 24Tra queste lettere sono interessanti quel-che gli concesse una grossa provvigione. Nel 1570
le indirizzate ad alcuni concittadini di Capodi- scrisse l’Istoria Sacra, nella quale lotta contro gli
hereditatistria, e si potrebbero classificare come un’appen-errori e le frodi con cui gli eretici cercavano di of-
dice alle Vergeriane. Da esse sappiamo che nel fuscare le verità dei Vangeli. Scrisse inoltre: Dife-
1533 alcuni dotti cittadini di Capodistria si era- sa della messa, de’ santi, del papato, contro le be-
no uniti per formare un’accademia, come tante stemmie di Pietro Viretro (1565), la Beata Vergine
che si fondavano in Italia, con il nome di accade- incoronata (1567), il Coro pontificale (1570), Lette-
mici desiosi, decidendo che non si doveva men- re cattoliche (1571), la Selva odorifera (1572).17
zionare la religione per impedire qualsiasi conte-
sa o disputa. Naturalmente Muzio interpretò nel La questione della lingua italiana
peggiore dei modi la loro decisione e subito scris- Nei primi decenni del XVI secolo, abbandonata
se, da Venezia, la sua prima lettera agli accademi- l’idea umanistica di usare il latino come lingua
ci che considerarono l’intervento inutile e scan- letteraria, iniziarono accesi dibattiti intorno alla
daloso.13 lingua che miravano alla ricerca e alla determi-
nazione del tipo di lingua letteraria che avrebbe-
L’autore spesso, nella morale e nelle contro- ro dovuto usare tutti gli scrittori d’Italia e a fis-
versie teologiche, si dimostrò contraddittorio sare le regole grammaticali.18
con se stesso. Nei suoi scritti più volte criticò, de-
testando quello che pure lui stesso praticava. Ad Già Dante, nel De vulgari eloquentia si era
esempio, nel Trattato della comunione de’ laici e posto l’impegno di indicare agli scrittori in vol-
delle mogli de’ chierici (pubblicato con le Verge- gare un modello di lingua italiana, valido per
riane), lodò e sostenne la continenza, seppur an- tutti gli autori, al di là della frammentazione ge-
che lui viveva in concubinato e fu amante di Tul- ografica e politico-culturale che presentava già
lia D’Aragona.14 da allora l’Italia. Tale modello doveva essere una
koinè linguistica e cioè una lingua comune in cui
Nel 1533 pubblicò i Tre testimoni fedeli, dedi- venivano a mescolarsi i diversi volgari italiani nei
cato alla duchessa Vittoria Farnese, dove mostrò loro aspetti più “illustri” e cioè più nobili, depu-
quali erano le dottrine nelle chiese d’Europa, rati dai più evidenti elementi di rozzezza plebea,
d’Africa e d’Asia nel secondo, terzo e quarto se- sia in campo lessicale (il vocabolario) sia morfo-
colo dopo Cristo, spiegando le frodi d’Erasmo.15 logico e sintattico. Dante è stato perciò il primo
grande scrittore italiano a prefigurare una lin-
Sostenne, invece, l’autorità del concilio con gua unitaria di estensione “nazionale”. Tuttavia,
varie opere. Scrisse il Bulligero riprovato (1562), è evidente il fatto che, nella concretezza della sua
la De Romana Ecclesia (1563), l’Eretico infuriato scrittura, soprattutto nella “Commedia”, Dante
(1562), la Cattolica disciplina de’ Principi (1562), rimane in gran parte fedele al fondo toscano-fio-
l’Antidoto cristiano (1562), che parla delle men- rentino della lingua materna e il “volgare illu-
zogne che si trovano nelle prediche di Bernardi- stre” resta un modello ideale astratto, lontano da
no Ochino. Contro di lui aveva scritto anche le ogni possibilità di realizzazione concreta.19
Mentite ochiniane (1551).16
A cominciare dal Petrarca che, come affer-
Quando morì papa Pio IV nel 1566, Muzio mano alcuni critici, esercitò una dittatura lin-
si affidò a un altro potente protettore, papa Pio V guistica involontaria attraverso i secoli successi-
vi, si afferma sempre più il modello del fiorentino
13 Pio Paschini, “Episodi della Controriforma in lettere inedite di Gi- illustre e si apre, a partire dal ’500, un dibattito
rolamo Muzio,” in Atti e Memorie della società istiana di archeologia e
storia patria, Vol. XXXIX-fascicolo 1 (Trieste: Società istriana di ar- 17 Giaxich, Vita di Girolamo Muzio, 58-59.
cheologia e storia patria, 1927), 349-350. 18 Alberto Asor Rosa, Sintesi di storia della letteratura italiana (Firenze:
14 Pietro Stancovich, “Biografia degli uomini distinti dell’Istria,” in La Nuova Italia, 1978), 98-99.
Atti del Centro di Ricerche Storiche, Vol.3 (Rovigno-Trieste: Centro 19 Nives Zudič Antonič, Storia e Antologia della letteratura italiana di
di Ricerche Storiche di Rovigno, 1972).
Capodistria, Isola e Pirano (Capodistria: Unione italiana, 2014), 86.
15 Paolo Giaxich, Vita di Girolamo Muzio (Trieste: J. Papasch&Tip.,
1847), 52.
16 Giaxich, Vita di Girolamo Muzio, 58-59.
le indirizzate ad alcuni concittadini di Capodi- scrisse l’Istoria Sacra, nella quale lotta contro gli
hereditatistria, e si potrebbero classificare come un’appen-errori e le frodi con cui gli eretici cercavano di of-
dice alle Vergeriane. Da esse sappiamo che nel fuscare le verità dei Vangeli. Scrisse inoltre: Dife-
1533 alcuni dotti cittadini di Capodistria si era- sa della messa, de’ santi, del papato, contro le be-
no uniti per formare un’accademia, come tante stemmie di Pietro Viretro (1565), la Beata Vergine
che si fondavano in Italia, con il nome di accade- incoronata (1567), il Coro pontificale (1570), Lette-
mici desiosi, decidendo che non si doveva men- re cattoliche (1571), la Selva odorifera (1572).17
zionare la religione per impedire qualsiasi conte-
sa o disputa. Naturalmente Muzio interpretò nel La questione della lingua italiana
peggiore dei modi la loro decisione e subito scris- Nei primi decenni del XVI secolo, abbandonata
se, da Venezia, la sua prima lettera agli accademi- l’idea umanistica di usare il latino come lingua
ci che considerarono l’intervento inutile e scan- letteraria, iniziarono accesi dibattiti intorno alla
daloso.13 lingua che miravano alla ricerca e alla determi-
nazione del tipo di lingua letteraria che avrebbe-
L’autore spesso, nella morale e nelle contro- ro dovuto usare tutti gli scrittori d’Italia e a fis-
versie teologiche, si dimostrò contraddittorio sare le regole grammaticali.18
con se stesso. Nei suoi scritti più volte criticò, de-
testando quello che pure lui stesso praticava. Ad Già Dante, nel De vulgari eloquentia si era
esempio, nel Trattato della comunione de’ laici e posto l’impegno di indicare agli scrittori in vol-
delle mogli de’ chierici (pubblicato con le Verge- gare un modello di lingua italiana, valido per
riane), lodò e sostenne la continenza, seppur an- tutti gli autori, al di là della frammentazione ge-
che lui viveva in concubinato e fu amante di Tul- ografica e politico-culturale che presentava già
lia D’Aragona.14 da allora l’Italia. Tale modello doveva essere una
koinè linguistica e cioè una lingua comune in cui
Nel 1533 pubblicò i Tre testimoni fedeli, dedi- venivano a mescolarsi i diversi volgari italiani nei
cato alla duchessa Vittoria Farnese, dove mostrò loro aspetti più “illustri” e cioè più nobili, depu-
quali erano le dottrine nelle chiese d’Europa, rati dai più evidenti elementi di rozzezza plebea,
d’Africa e d’Asia nel secondo, terzo e quarto se- sia in campo lessicale (il vocabolario) sia morfo-
colo dopo Cristo, spiegando le frodi d’Erasmo.15 logico e sintattico. Dante è stato perciò il primo
grande scrittore italiano a prefigurare una lin-
Sostenne, invece, l’autorità del concilio con gua unitaria di estensione “nazionale”. Tuttavia,
varie opere. Scrisse il Bulligero riprovato (1562), è evidente il fatto che, nella concretezza della sua
la De Romana Ecclesia (1563), l’Eretico infuriato scrittura, soprattutto nella “Commedia”, Dante
(1562), la Cattolica disciplina de’ Principi (1562), rimane in gran parte fedele al fondo toscano-fio-
l’Antidoto cristiano (1562), che parla delle men- rentino della lingua materna e il “volgare illu-
zogne che si trovano nelle prediche di Bernardi- stre” resta un modello ideale astratto, lontano da
no Ochino. Contro di lui aveva scritto anche le ogni possibilità di realizzazione concreta.19
Mentite ochiniane (1551).16
A cominciare dal Petrarca che, come affer-
Quando morì papa Pio IV nel 1566, Muzio mano alcuni critici, esercitò una dittatura lin-
si affidò a un altro potente protettore, papa Pio V guistica involontaria attraverso i secoli successi-
vi, si afferma sempre più il modello del fiorentino
13 Pio Paschini, “Episodi della Controriforma in lettere inedite di Gi- illustre e si apre, a partire dal ’500, un dibattito
rolamo Muzio,” in Atti e Memorie della società istiana di archeologia e
storia patria, Vol. XXXIX-fascicolo 1 (Trieste: Società istriana di ar- 17 Giaxich, Vita di Girolamo Muzio, 58-59.
cheologia e storia patria, 1927), 349-350. 18 Alberto Asor Rosa, Sintesi di storia della letteratura italiana (Firenze:
14 Pietro Stancovich, “Biografia degli uomini distinti dell’Istria,” in La Nuova Italia, 1978), 98-99.
Atti del Centro di Ricerche Storiche, Vol.3 (Rovigno-Trieste: Centro 19 Nives Zudič Antonič, Storia e Antologia della letteratura italiana di
di Ricerche Storiche di Rovigno, 1972).
Capodistria, Isola e Pirano (Capodistria: Unione italiana, 2014), 86.
15 Paolo Giaxich, Vita di Girolamo Muzio (Trieste: J. Papasch&Tip.,
1847), 52.
16 Giaxich, Vita di Girolamo Muzio, 58-59.