Page 25 - Studia Universitatis Hereditati, vol. 4(2) (2016)
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ia universitatisa più voci sulla lingua italiana, parlata e scritta, del Trecento e andava studiata attraverso i libri e
girolamo muzio letter ato capodistr iano 25 che si spinge fino al nostro tempo.20 la tradizione letteraria.22
Per tutto il Cinquecento la “questione del- Girolamo Muzio e la questione della lingua
la lingua” occupa un posto centrale. Si tratta so- Anche nella nostra regione, molti letterati af-
prattutto di proporre un codice linguistico per frontarono la questione della lingua italiana, in
gli scrittori, un modello cioè di lingua scritta particolar modo tra di loro si distinse Girolamo
(non parlata) nobile e adatto a temi elevati quali Muzio che studiò le teorie bembesche ed era suo
l’amore spirituale, la fede religiosa, le gesta eroi- fermo sostenitore.
che, ecc. Il più importante in tal senso è: “Le
prose della volgar lingua” del veneziano Pietro Muzio iniziò probabilmente ad occuparsi
Bembo. Nell’opera, tre libri in forma di dialogo della questione della lingua durante un suo viag-
(genere prediletto dai trattatisti del ’500), si so- gio in Dalmazia e precisamente sull’isola d’Ar-
stiene la seguente tesi: la lingua degli scrittori (a be dove si recò nel 1513. Nell’isola dalmata d’Ar-
differenza di quella di Dante che appare al Bem- be, Muzio discuteva con Antonio Mezzabarba,
bo troppo carica di forme plebee, di rozzezze, di discreto poeta veneziano e buon raccoglito-
neologismi astrusi) doveva basarsi sul fiorentino re di rime antiche, delle regole della lingua ita-
colto: quello usato dal Petrarca per la poesia e da liana e gli fece probabilmente conoscere le teo-
Boccaccio per la prosa.21 rie di Bembo. Inoltre, quando si trovò al servizio
di Pietro Bonomo, ebbe l’opportunità di entrare
La tesi del Bembo incontrò subito forti op- in contatto e leggere un libro di grammatica del
posizioni. Ne erano contrari soprattutto coloro dalmata Francesco Fortunio,23 e da Trieste dove
che pur considerando l’importanza del fioren- si trovava al servizio del vescovo Pietro Bonomo,
tino, non ne accettavano la preminenza e pre- Muzio ne scriveva con grande interesse ad Aure-
ferivano una lingua più variegata che prendes- lio Vergerio:
se spunto dalle forme delle varie parlate d’Italia.
Si trattava infatti del ritorno alla tesi dantesca, È stato mandato al vescovo mio un libro di
cioè a quella della koinè, ad essa si rifaceva Bal- grammatica volgare, di un messer Francesco
dassar Castiglione, con la sua opera il Cortegia- dalmatino; la quale a me è stata cara di vede-
no, e Giangiorgio Trissino, il principale avversa- re, perché egli insegna di molte cose, e della
rio del Bembo, veneto pure lui, il quale, nel 1529, ortografia, e della proprietà della lingua, del-
pubblicò un dialogo, il Castellano, in cui sostan- la variazion de’ nomi e de’ verbi.[….] E dob-
zialmente ripropone la teoria dantesca. Attorno biam sperar di vedere che la lingua in questo
a queste due tesi, da una parte il “fiorentinismo non si fermerà, che’ ne avremo anche degli
bembesco” e dall’altra la “lingua italiana” del altri scrittori.24
Trissino, si raccolsero tutti gli altri letterati che
intervennero nel dibattito sulla lingua da posi- Più tardi intervenne al dibattito con vari
zioni diverse. Chi volendo inserire nel modello scritti linguistici composti tra il 1533 e il 1574 e
bembesco anche termini tratti dalla lingua fio-
rentina parlata, chi affermando che la lingua da 22 Nives Zudič Antonič. “Girolamo Muzio e la questione della lingua
usare avrebbe dovuto essere quella toscana. Alla italiana,” in Hieronimo Mutio Iustinopolitano: Operette morali (Giolito,
fine però vinse la tesi del Bembo, e la lingua ita- in Vinegia 1550), Le Vergeriane (Giolito, in Vinegia 1550), Egloghe (Gio-
liana letteraria, fino alla metà del Settecento, era lito, in Vinegia 1550), Le battaglie (Dusinelli, in Vinegia 1582), Il duello
quella basata sul modello dei due grandi letterati (Compagnia de gli Uniti, in Venetia 1585), Lettere (Sermartelli, in Firen-
ze 1590), cur. Petre Štoka e Ivan Markovič (Capodistria: Biblioteca
20 Zudič Antonič, Storia e Antologia della letteratura italiana di Capodi- centrale Srečko Vilhar, 2013), 79-93.
stria, Isola e Pirano, 86.
23 La grammatica di Francesco Fortunio Regole grammaticali della vol-
21 Zudič Antonič, Storia e Antologia della letteratura italiana di Capodi- gar lingua (1516) era considerata la prima grammatica italiana a stam-
stria, Isola e Pirano, 86. pa.
24 Girolamo Muzio, Lettere inedite di Girolamo Muzio Giustinopolita-
no: pubblicate nel IV centenario della sua nascita (Capodistria: Comu-
ne, 1846), 11.
girolamo muzio letter ato capodistr iano 25 che si spinge fino al nostro tempo.20 la tradizione letteraria.22
Per tutto il Cinquecento la “questione del- Girolamo Muzio e la questione della lingua
la lingua” occupa un posto centrale. Si tratta so- Anche nella nostra regione, molti letterati af-
prattutto di proporre un codice linguistico per frontarono la questione della lingua italiana, in
gli scrittori, un modello cioè di lingua scritta particolar modo tra di loro si distinse Girolamo
(non parlata) nobile e adatto a temi elevati quali Muzio che studiò le teorie bembesche ed era suo
l’amore spirituale, la fede religiosa, le gesta eroi- fermo sostenitore.
che, ecc. Il più importante in tal senso è: “Le
prose della volgar lingua” del veneziano Pietro Muzio iniziò probabilmente ad occuparsi
Bembo. Nell’opera, tre libri in forma di dialogo della questione della lingua durante un suo viag-
(genere prediletto dai trattatisti del ’500), si so- gio in Dalmazia e precisamente sull’isola d’Ar-
stiene la seguente tesi: la lingua degli scrittori (a be dove si recò nel 1513. Nell’isola dalmata d’Ar-
differenza di quella di Dante che appare al Bem- be, Muzio discuteva con Antonio Mezzabarba,
bo troppo carica di forme plebee, di rozzezze, di discreto poeta veneziano e buon raccoglito-
neologismi astrusi) doveva basarsi sul fiorentino re di rime antiche, delle regole della lingua ita-
colto: quello usato dal Petrarca per la poesia e da liana e gli fece probabilmente conoscere le teo-
Boccaccio per la prosa.21 rie di Bembo. Inoltre, quando si trovò al servizio
di Pietro Bonomo, ebbe l’opportunità di entrare
La tesi del Bembo incontrò subito forti op- in contatto e leggere un libro di grammatica del
posizioni. Ne erano contrari soprattutto coloro dalmata Francesco Fortunio,23 e da Trieste dove
che pur considerando l’importanza del fioren- si trovava al servizio del vescovo Pietro Bonomo,
tino, non ne accettavano la preminenza e pre- Muzio ne scriveva con grande interesse ad Aure-
ferivano una lingua più variegata che prendes- lio Vergerio:
se spunto dalle forme delle varie parlate d’Italia.
Si trattava infatti del ritorno alla tesi dantesca, È stato mandato al vescovo mio un libro di
cioè a quella della koinè, ad essa si rifaceva Bal- grammatica volgare, di un messer Francesco
dassar Castiglione, con la sua opera il Cortegia- dalmatino; la quale a me è stata cara di vede-
no, e Giangiorgio Trissino, il principale avversa- re, perché egli insegna di molte cose, e della
rio del Bembo, veneto pure lui, il quale, nel 1529, ortografia, e della proprietà della lingua, del-
pubblicò un dialogo, il Castellano, in cui sostan- la variazion de’ nomi e de’ verbi.[….] E dob-
zialmente ripropone la teoria dantesca. Attorno biam sperar di vedere che la lingua in questo
a queste due tesi, da una parte il “fiorentinismo non si fermerà, che’ ne avremo anche degli
bembesco” e dall’altra la “lingua italiana” del altri scrittori.24
Trissino, si raccolsero tutti gli altri letterati che
intervennero nel dibattito sulla lingua da posi- Più tardi intervenne al dibattito con vari
zioni diverse. Chi volendo inserire nel modello scritti linguistici composti tra il 1533 e il 1574 e
bembesco anche termini tratti dalla lingua fio-
rentina parlata, chi affermando che la lingua da 22 Nives Zudič Antonič. “Girolamo Muzio e la questione della lingua
usare avrebbe dovuto essere quella toscana. Alla italiana,” in Hieronimo Mutio Iustinopolitano: Operette morali (Giolito,
fine però vinse la tesi del Bembo, e la lingua ita- in Vinegia 1550), Le Vergeriane (Giolito, in Vinegia 1550), Egloghe (Gio-
liana letteraria, fino alla metà del Settecento, era lito, in Vinegia 1550), Le battaglie (Dusinelli, in Vinegia 1582), Il duello
quella basata sul modello dei due grandi letterati (Compagnia de gli Uniti, in Venetia 1585), Lettere (Sermartelli, in Firen-
ze 1590), cur. Petre Štoka e Ivan Markovič (Capodistria: Biblioteca
20 Zudič Antonič, Storia e Antologia della letteratura italiana di Capodi- centrale Srečko Vilhar, 2013), 79-93.
stria, Isola e Pirano, 86.
23 La grammatica di Francesco Fortunio Regole grammaticali della vol-
21 Zudič Antonič, Storia e Antologia della letteratura italiana di Capodi- gar lingua (1516) era considerata la prima grammatica italiana a stam-
stria, Isola e Pirano, 86. pa.
24 Girolamo Muzio, Lettere inedite di Girolamo Muzio Giustinopolita-
no: pubblicate nel IV centenario della sua nascita (Capodistria: Comu-
ne, 1846), 11.