Page 58 - Studia Universitatis Hereditati, vol. 4(2) (2016)
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dia universitatis her editati, letnik 4 (2016), številk a 2 58tà natale, la quale mantiene le sue radici sempremantenuto sempre salde le loro radici identita-
salde nello scrittore. Questo ha spesso ribadito il rie. Nonostante avessero operato in modi diver-
hereditatisuo sentirsi a proprio agio anche fuori da Fiume:si e spesso contrastanti uno rispetto all’altro, e di
conseguenza avessero avuto sorti di vita differen-
Penso che di tanto in tanto sarebbe bene ti, questo contributo ha voluto dimostrare come
parlare magari un po’ della nostra vita di esu- ci siano dei motivi che si ripetono e ritornano in
li in Italia. Nessuno può liberarsi delle pro- ciascuna delle storie raccontate.
prie radici, ma pure, tante volte qui, quanto
a Napoli, in Romagna e in Toscana mi sono Il modello culturale che Fiume ha offerto
sentito perfettamente a mio agio e in certo loro e l’attaccamento per questa città hanno in-
senso anche felice.32 fluito fortemente sul loro operato, il quale trova
espressione nelle loro opere e nella corrisponden-
Ma sono proprio le radici che rimangono in za personale che ci è disponibile. Questa espres-
Morovich, quelle radici che non si possono estir- sione è diversa da caso a caso e dipende in parte
pare e rimangono nell’individuo ovunque lui dalle differenti vicende biografiche. In Widmar
vada. Sono radici soprattutto culturali le quali, è evidente la curiosità per le diverse culture com-
più che attaccarsi all’individuo, sono origini a presenti in lui, in primis quella italiana e quel-
cui l’individuo si attacca: la ungherese, ma anche l’apertura a nuovi mondi
e spazi, visibile anche, per esempio, nell’interes-
Sono commosso. E rido. Di me, di noi che, se per la cultura giapponese, coltivato durante gli
se anche ci trasferissimo a Parigi, dove sen- anni di permanenza in Giappone come diploma-
za imbarazzo finiremmo per parlare france- tico dell’ambasciata italiana.
se e anche per scriverlo, resteremmo sempre
gente delle nostre parti. Anche in Ramous sono presenti questi trat-
ti, nonostante egli avesse avuto una sorte ben dis-
I sogni mi dicono che le radici per quanto ci simile da quella di Widmar e da Morovich, es-
si allontani, restano sempre attaccate. Os- sendo l’unico dei tre a essere rimasto a Fiume per
sia noi attaccati alle radici. In sogno mi sono tutta la vita. Anche se Fiume durante la sua vita
trovato anche in America. Ma senza farci aveva cambiato diverse volte lingua e nazionali-
gran caso. Una volta annotavo i miei sogni. tà, egli si assunse il compito di far dialogare i di-
Ora non più. versi mondi che vi transitavano e si compenetra-
vano.
I buoni sono indimenticabili, gli altri svani-
scano pure.33 Scrivendo a proposito delle riviste fiumane
degli anni ’20, “La Fiumanella” e “Delta”, Ervin
Conclusione Dubrović sottolinea:
Personaggi del calibro di Widmar, Ramous
e Morovich sono nati e cresciuti in un conte- Gli intellettuali raccolti attorno a questi pe-
sto che non solo era plurilingue, ma era il pun- riodici erano di cultura italiana, ma, passata
to d’incontro e di passaggio di altrettante cultu- la sbornia dovuta alla pronunciata ostenta-
re. È significativo che essi abbiano poi intrapreso zione d’italianità, essi avevano acquisito un
dei percorsi personali che, sebbene molto diver- orientamento cosmopolita essendo perfet-
si tra di loro, hanno una matrice in comune, e tamente consci della posizione culturale di
cioè l’impegno di tipo interculturale, che ha Fiume, trait d’union tra il mondo limitro-
fo slavo e le vicine culture mitteleuropee, ri-
32 Morovich Enrico, lettera a Rinaldo Derossi, senza data, in Morovi- conoscendo alla propria missione il ruolo di
ch, L’ultimo sapore della vigna, 16. intermediaria fra dette culture per cui aspi-
ravano a far conoscere agli italiani la cultu-
33 Morovich Enrico, lettera a Rinaldo Derossi, 27 marzo 1987, in Mo-
rovich, L’ultimo sapore della vigna, 108.
salde nello scrittore. Questo ha spesso ribadito il rie. Nonostante avessero operato in modi diver-
hereditatisuo sentirsi a proprio agio anche fuori da Fiume:si e spesso contrastanti uno rispetto all’altro, e di
conseguenza avessero avuto sorti di vita differen-
Penso che di tanto in tanto sarebbe bene ti, questo contributo ha voluto dimostrare come
parlare magari un po’ della nostra vita di esu- ci siano dei motivi che si ripetono e ritornano in
li in Italia. Nessuno può liberarsi delle pro- ciascuna delle storie raccontate.
prie radici, ma pure, tante volte qui, quanto
a Napoli, in Romagna e in Toscana mi sono Il modello culturale che Fiume ha offerto
sentito perfettamente a mio agio e in certo loro e l’attaccamento per questa città hanno in-
senso anche felice.32 fluito fortemente sul loro operato, il quale trova
espressione nelle loro opere e nella corrisponden-
Ma sono proprio le radici che rimangono in za personale che ci è disponibile. Questa espres-
Morovich, quelle radici che non si possono estir- sione è diversa da caso a caso e dipende in parte
pare e rimangono nell’individuo ovunque lui dalle differenti vicende biografiche. In Widmar
vada. Sono radici soprattutto culturali le quali, è evidente la curiosità per le diverse culture com-
più che attaccarsi all’individuo, sono origini a presenti in lui, in primis quella italiana e quel-
cui l’individuo si attacca: la ungherese, ma anche l’apertura a nuovi mondi
e spazi, visibile anche, per esempio, nell’interes-
Sono commosso. E rido. Di me, di noi che, se per la cultura giapponese, coltivato durante gli
se anche ci trasferissimo a Parigi, dove sen- anni di permanenza in Giappone come diploma-
za imbarazzo finiremmo per parlare france- tico dell’ambasciata italiana.
se e anche per scriverlo, resteremmo sempre
gente delle nostre parti. Anche in Ramous sono presenti questi trat-
ti, nonostante egli avesse avuto una sorte ben dis-
I sogni mi dicono che le radici per quanto ci simile da quella di Widmar e da Morovich, es-
si allontani, restano sempre attaccate. Os- sendo l’unico dei tre a essere rimasto a Fiume per
sia noi attaccati alle radici. In sogno mi sono tutta la vita. Anche se Fiume durante la sua vita
trovato anche in America. Ma senza farci aveva cambiato diverse volte lingua e nazionali-
gran caso. Una volta annotavo i miei sogni. tà, egli si assunse il compito di far dialogare i di-
Ora non più. versi mondi che vi transitavano e si compenetra-
vano.
I buoni sono indimenticabili, gli altri svani-
scano pure.33 Scrivendo a proposito delle riviste fiumane
degli anni ’20, “La Fiumanella” e “Delta”, Ervin
Conclusione Dubrović sottolinea:
Personaggi del calibro di Widmar, Ramous
e Morovich sono nati e cresciuti in un conte- Gli intellettuali raccolti attorno a questi pe-
sto che non solo era plurilingue, ma era il pun- riodici erano di cultura italiana, ma, passata
to d’incontro e di passaggio di altrettante cultu- la sbornia dovuta alla pronunciata ostenta-
re. È significativo che essi abbiano poi intrapreso zione d’italianità, essi avevano acquisito un
dei percorsi personali che, sebbene molto diver- orientamento cosmopolita essendo perfet-
si tra di loro, hanno una matrice in comune, e tamente consci della posizione culturale di
cioè l’impegno di tipo interculturale, che ha Fiume, trait d’union tra il mondo limitro-
fo slavo e le vicine culture mitteleuropee, ri-
32 Morovich Enrico, lettera a Rinaldo Derossi, senza data, in Morovi- conoscendo alla propria missione il ruolo di
ch, L’ultimo sapore della vigna, 16. intermediaria fra dette culture per cui aspi-
ravano a far conoscere agli italiani la cultu-
33 Morovich Enrico, lettera a Rinaldo Derossi, 27 marzo 1987, in Mo-
rovich, L’ultimo sapore della vigna, 108.