Page 39 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
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ia universitatisnale. Nella stessa opera, si individua un confron- co sul viso tondo, quasi grasso. “Guardalo
indentità nazionale e immagini dell’ “altro” 39 to tra due personaggi che sono caratterizzati da bene, e non dire nulla a nessuno, - gli sussur-
due opposte posizioni ideologiche e che confer- rò il papà. - È un nostro ufficiale di marina
mano l’importanza della lingua: l’avvocato To- che gli austriaci hanno impiccato. Era amico
maso, fratello del capitano austriaco, è italiano di Manlio e anche mio. Siamo stati a scuola
e assieme alla cognata preferisce parlare france- insieme (Quarantotti Gambini 1971, 535-536).
se, perché lui non vuole parlare tedesco e lei non
vuole parlare italiano: “Tedesco non voglio par- La confusione e il turbamento di Paolo rag-
lare io, italiano non vuole lei /…/ Il francese le va! giungono i picchi più alti nei passi finali del bra-
Come se i francesi non fossero nemici dell’Au- no, quando ascolta i discorsi tra Matteo, legiona-
stria altrettanto di noi…” (Quarantotti Gambi- rio di Fiume, e il nonno. Matteo esprime la sua
ni 1963, 54). insoddisfazione per
Il romanzo termina con la disfatta definiti- /…/ quest’Italia convulsa, egoista, incoscien-
va dell’Austria e la vittoria dell’Italia: te, che sembra nata non dalla vittoria ma dal
dissolvimento di Caporetto, che noi tut-
La guerra era finita; l’imperatore aveva per- ti abbiamo combattuto? È per quest’Italia
duto; in serata o domani o dopodomani, sa- inetta, che non sa neanche governare i paesi
rebbero tornati lo zio Manlio e il nonno, con liberati /…/ (Quarantotti Gambini 1971, 560)
le navi italiane; e lo zio Marco sarebbe stato
liberato, e la nonna - vicino a Vienna dove l’a- e per la quale non si è raggiunto nulla. Il nonno
vevano portata - sarebbe stata messa in liber- di Paolo però replica:
tà anche lei (Quarantotti Gambini 1963, 241).
- Nella mia vita ho veduto molte cose. Ero
Gli italiani allora sono descritti come “gente per- bambino quando assistetti, nel 1848, alla pri-
bene, la gente più civile del mondo, coraggiosi, ma dimostrazione. Tutta una folla attraver-
gentili e leali” (Quarantotti Gambini 1963, 196). sava la città /…/ gridando “Viva Pio IX, Viva
la Costituzione!”, e quella sera vidi mio padre
Un altro caso in cui Paolo prova difficoltà rientrare con gli occhi sfavillanti e con la fa-
nel capire che cosa sia l’appartenenza naziona- scia della Guardia Nazionale… /…/ - Da quel
le riguarda il caso dell’ufficiale Giusì7 che vie- giorno /…/ sono trascorsi più di settant’anni,
ne descritto nel racconto Le estati di fuoco. I fatti e in questi settant’anni c’è dentro tutto il no-
si rifanno al periodo postbellico. Paolo si ritro- stro Risorgimento. Ebbene, credete che noi,
va a Semedella durante l’estate e in questo perio- ai nostri tempi, non abbiamo avuto le nostre
do conosce i figli di Giusì. Giusì, amico dello zio delusioni? Ci sono stati momenti (Quando
Manlio e giustiziato in guerra dagli austriaci per- Garibaldi rispondeva “Obbedisco”, quando
ché “/…/ era scappato “di là” per arruolarsi nel- Lamarmora, presidente dei ministri parla-
la marina italiana e combattere contro l’Impero” va di Trieste come di una città germanica, e
(Quarantotti Gambini 1971, 534). Considerato quando re Umberto indossava la divisa bian-
un traditore dagli austriaci e dal suo stesso padre, ca di colonnello austriaco per andar a strin-
per gli italiani invece era considerato un eroe. Lo gere la mano a Francesco Giuseppe) che ci
stesso padre di Paolo lo conosceva e gli aveva fat- siamo sentiti perduti, poveri illusi beffati, e
to vedere una sua foto: non abbiamo creduto più a nulla e a nessuno
/…/. E ci sono stati altri momenti che ci sia-
Un pomeriggio durante la guerra, in casa a mo sentiti come te, Matteo; e avremmo vo-
Trieste, il papà /…/ gli aveva fatto vedere una luto forzare le cose, sconvolgere il mondo: e
fotografia su una rivista. Era, dal busto in su, fu in uno di questi momenti che Oberdan,
un uomo dalla giubba scura abbottonata che tra noi era il più giovane, appena un ra-
sino al collo, che aveva il naso un po’ adun- gazzo, agì per tutti; e fu il primo dei nostri a
7 Nella figura di Giusì è facilmente riconoscibile Nazario Sauro.
indentità nazionale e immagini dell’ “altro” 39 to tra due personaggi che sono caratterizzati da bene, e non dire nulla a nessuno, - gli sussur-
due opposte posizioni ideologiche e che confer- rò il papà. - È un nostro ufficiale di marina
mano l’importanza della lingua: l’avvocato To- che gli austriaci hanno impiccato. Era amico
maso, fratello del capitano austriaco, è italiano di Manlio e anche mio. Siamo stati a scuola
e assieme alla cognata preferisce parlare france- insieme (Quarantotti Gambini 1971, 535-536).
se, perché lui non vuole parlare tedesco e lei non
vuole parlare italiano: “Tedesco non voglio par- La confusione e il turbamento di Paolo rag-
lare io, italiano non vuole lei /…/ Il francese le va! giungono i picchi più alti nei passi finali del bra-
Come se i francesi non fossero nemici dell’Au- no, quando ascolta i discorsi tra Matteo, legiona-
stria altrettanto di noi…” (Quarantotti Gambi- rio di Fiume, e il nonno. Matteo esprime la sua
ni 1963, 54). insoddisfazione per
Il romanzo termina con la disfatta definiti- /…/ quest’Italia convulsa, egoista, incoscien-
va dell’Austria e la vittoria dell’Italia: te, che sembra nata non dalla vittoria ma dal
dissolvimento di Caporetto, che noi tut-
La guerra era finita; l’imperatore aveva per- ti abbiamo combattuto? È per quest’Italia
duto; in serata o domani o dopodomani, sa- inetta, che non sa neanche governare i paesi
rebbero tornati lo zio Manlio e il nonno, con liberati /…/ (Quarantotti Gambini 1971, 560)
le navi italiane; e lo zio Marco sarebbe stato
liberato, e la nonna - vicino a Vienna dove l’a- e per la quale non si è raggiunto nulla. Il nonno
vevano portata - sarebbe stata messa in liber- di Paolo però replica:
tà anche lei (Quarantotti Gambini 1963, 241).
- Nella mia vita ho veduto molte cose. Ero
Gli italiani allora sono descritti come “gente per- bambino quando assistetti, nel 1848, alla pri-
bene, la gente più civile del mondo, coraggiosi, ma dimostrazione. Tutta una folla attraver-
gentili e leali” (Quarantotti Gambini 1963, 196). sava la città /…/ gridando “Viva Pio IX, Viva
la Costituzione!”, e quella sera vidi mio padre
Un altro caso in cui Paolo prova difficoltà rientrare con gli occhi sfavillanti e con la fa-
nel capire che cosa sia l’appartenenza naziona- scia della Guardia Nazionale… /…/ - Da quel
le riguarda il caso dell’ufficiale Giusì7 che vie- giorno /…/ sono trascorsi più di settant’anni,
ne descritto nel racconto Le estati di fuoco. I fatti e in questi settant’anni c’è dentro tutto il no-
si rifanno al periodo postbellico. Paolo si ritro- stro Risorgimento. Ebbene, credete che noi,
va a Semedella durante l’estate e in questo perio- ai nostri tempi, non abbiamo avuto le nostre
do conosce i figli di Giusì. Giusì, amico dello zio delusioni? Ci sono stati momenti (Quando
Manlio e giustiziato in guerra dagli austriaci per- Garibaldi rispondeva “Obbedisco”, quando
ché “/…/ era scappato “di là” per arruolarsi nel- Lamarmora, presidente dei ministri parla-
la marina italiana e combattere contro l’Impero” va di Trieste come di una città germanica, e
(Quarantotti Gambini 1971, 534). Considerato quando re Umberto indossava la divisa bian-
un traditore dagli austriaci e dal suo stesso padre, ca di colonnello austriaco per andar a strin-
per gli italiani invece era considerato un eroe. Lo gere la mano a Francesco Giuseppe) che ci
stesso padre di Paolo lo conosceva e gli aveva fat- siamo sentiti perduti, poveri illusi beffati, e
to vedere una sua foto: non abbiamo creduto più a nulla e a nessuno
/…/. E ci sono stati altri momenti che ci sia-
Un pomeriggio durante la guerra, in casa a mo sentiti come te, Matteo; e avremmo vo-
Trieste, il papà /…/ gli aveva fatto vedere una luto forzare le cose, sconvolgere il mondo: e
fotografia su una rivista. Era, dal busto in su, fu in uno di questi momenti che Oberdan,
un uomo dalla giubba scura abbottonata che tra noi era il più giovane, appena un ra-
sino al collo, che aveva il naso un po’ adun- gazzo, agì per tutti; e fu il primo dei nostri a
7 Nella figura di Giusì è facilmente riconoscibile Nazario Sauro.