Page 36 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
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dia universitatis her editati, letnik 7 (2019), številk a 2 36i romanzi del cosiddetto ‘ciclo di Paolo’ raccol-no nella casa del cugino e della moglie, seppure
ti successivamente nella raccolta Gli anni ciechi6. molto breve perché il conte morirà di lì a poco,
hereditati porta alla memoria vecchi ricordi che il prota-
Nel 1958 uscì il romanzo La calda vita, opera gonista “alterna alle considerazioni sulla fine
esterna agli “anni ciechi” e tra le più ambiziose e dell’Impero austro-ungarico e sulla decaden-
controverse, mentre nel 1963 fu pubblicata l’ope- za della nobiltà capodistriana” (Zudič Antonič
ra di carattere diacritico e memorialistico, Sotto 2007, 42). La lingua e la discendenza familiare
il cielo di Russia. Nel 1964, anno in cui all’auto- quindi sono per Quarantotti Gambini due fat-
re fu affidato l’incarico di presidente dell’Asso- tori importanti dell’espressione dell’identità na-
ciazione degli scrittori veneti, fu pubblicato il ro- zionale (Gallo 2012, 1546). Nei passi del libro leg-
manzo I giochi di Norma (Iannuzzi 2016). giamo infatti che il conte Paolo

Quarantotti Gambini morì prematuramen- /…/ aveva un bel nome italiano e un titolo
te a Venezia nel 1965 per arresto cardiaco. italiano, e in fondo ci teneva ad essere italia-
no; per lui, non si trattava di intedeschirsi,
Gli scritti dell’autore rimasero al fratello Al- anche se tutta la vita aveva parlato tedesco;
vise che diede alle stampe i volumi di poesie Rac- era l’Impero piuttosto ch’era un poco anche
conto d’amore (1965) e Al sole e al vento (1970), italiano, e lo sarebbe stato di più se gli altri
oltre alla già menzionata raccolta Gli anni ciechi italiani d’Austria si fossero finalmente deci-
(1971) (Iannuzzi 2016). si a essere buoni sudditi (Quarantotti Gam-
bini 1967, 18).
Identità nazionale e immagini dell’“altro”
Ad una prima lettura, la maggior parte delle ope- Che l’Impero austro-ungarico avesse una
re narrative di Pier Antonio Quarantotti Gam- componente italiana, viene messa in evidenza da
bini sono percorse dalla coscienza di un’iden- Quarantotti Gambini perché nella stessa pagina
tità nazionale italiana a cui si contrappongono, dice che l’Imperatore, “gli aveva rivolto la paro-
di volta in volta, soldati austriaci, soldati italiani la in toscano” (Quarantotti Gambini 1967, 18), a
delle diverse regioni d’Italia e slavi. sottolineare di nuovo l’importanza della lingua
nel suo stretto rapporto con l’appartenenza. Tut-
Già nell’opera d’esordio dello scrittore, la tavia, durante la prima guerra mondiale, il con-
raccolta di racconti I nostri simili, la differenza te Paolo era stato guardato con sospetto per “il
tra gli italiani e gli ‘altri’ voleva dire possedere al- suo nome, le sue parentele, le sue simpatie con i
cuni tratti somatici e alcune caratteristiche com- popoli latini” (Quarantotti Gambini 1967, 84),
portamentali, che gli istriani sentivano di ave- mentre dopo il suo ritorno a Capodistria, suo cu-
re in comune con gli italiani, ai quali si sentono gino Piero temeva che l’ex generale austriaco po-
profondamente legati per storia, tradizione e lin- tesse venir affrontato in pubblico da chi invece
gua (Gallo 2012, 1545). aveva combattuto in guerra sul fronte italiano
(Gallo 2012, 1546).
Nella seconda opera di Quarantotti Gam-
bini, La rosa rossa, diventa invece molto impor- Nelle ultime pagine del libro si fa riferimen-
tante la questione della lingua, che viene sentita to invece alla situazione politico-sociale attuale.
come fattore dell’espressione dell’identità nazio- La signora Ines lamenta che “coi partiti non si ca-
nale e dell’appartenenza. Le vicende, ambientate pisce più niente, anche i nomi sono nuovi” (Qua-
a Capodistria nel periodo del primo dopoguerra, rantotti Gambini 1967, 257), a cui risponde suo
narrano il ritorno a casa del vecchio conte Paolo, marito Piero dicendo che sono solo i nomi ad es-
ex generale dell’esercito austriaco. Il suo soggior- sere nuovi, “ma la gente è sempre la stessa” (Qua-
rantotti Gambini 1967, 257).
6 La raccolta Gli anni ciechi uscì nel 1971 nella collana “Supercoralli”
della Einaudi ad opera del fratello Alvise Quarantotti Gambini che
si preoccupò di curare l’edizione seguendo il progetto com’era sta-
to concepito dal fratello (Qurantotti Gambini 1971, 657-659). Oltre
ai romanzi che erano stati precedentemente pubblicati, alcuni ven-
nero pubblicati postumi, mentre il breve racconto Le estati di fuoco
fu pubblicato per la prima volta proprio in questa raccolta.
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