Page 37 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
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ia universitatis È però soprattutto nel cosiddetto “ciclo di e da Pirano, dopo il ’54 quasi tutti sono an-
indentità nazionale e immagini dell’ “altro” 37 Paolo”, serie di romanzi riuniti nella raccolta Gli dati via, come da Pola nel ’46… (Quarantotti
anni ciechi (1971), che la questione dell’identi- Gambini 2011, 22).
tà nazionale è rinforzata da immagini relative a
questioni identitarie che si inseriscono nei diffi- Le terre che erano state lasciate dalle perso-
cili rapporti tra diversi gruppi nazionali e/o cul- ne che se n’erano andate via, come le proprietà
turali. Nel volume è possibile individuare una della famiglia di Paolo, sono state poi prese dai
vera e propria linea di demarcazione tra “noi” e nuovi venuti:
“loro”, quindi tra Paolo (alter ego dello scrittore)
e la sua famiglia, animati da un profondo spirito Anche i miei poderi divennero proprietà dei
nazionale italiano, e gli altri. La raccolta è com- coloni. /…/ E mi fece piacere che quella terra
posta dai romanzi Le redini bianche, La corsa di fosse andata non ad altri ma a loro, che l’ave-
Falco, Il cavallo Tripoli, L’amore di Lupo, Le esta- vano coltivata. Ero contento /…/ che Momi,
ti di fuoco, I giochi di Norma. i suoi fratelli e i suoi cugini, che sono stati
miei amici d’infanzia, fossero divenuti pro-
Il ciclo si apre con il brano Tre bandiere, che prietari di ciò che era stato della mia fami-
compare all’inizio de Le redini bianche e fa da glia. E restai male quando appresi che essi
prologo all’intera struttura narrativa, e narra il avevano invece rinunciato a essere coltiva-
ritorno da esule alla terra natale di Paolo de Brio- tori-proprietari qua in Istria per cercare lavo-
nesi Amidei, quindici anni dopo la fine del se- ro, un lavoro qualsiasi, di nuovo sotto un pa-
condo conflitto mondiale. Il protagonista arriva drone, forse, a Trieste o altrove (Quarantotti
a Capodistria a bordo di un panfilo partito da Gambini 2011, 37-38).
Venezia per una crociera estiva. I territori dell’I-
stria ora si trovano sotto il dominio della Repub- Con l’esodo che ha coinvolto anche i con-
blica federativa di Jugoslavia, anche se Paolo si ri- tadini delle città costiere, erano venuti ad abita-
fiuta di considerare tali terre jugoslave: re le cittadine istriane gli slavi mandati da Tito
dai paesi al di là delle Alpi Giulie (Quarantotti
Per la Jugoslavia? Per l’Istria! Perché /…/ egli Gambini 2011, 39).
evitava di considerare come jugoslava l’Istria,
sebbene essa fosse ormai staccata dall’Italia: Il brano si chiude con la riflessione di Paolo
tanto che bisognava entrarvi con tutti i con- sulle tre differenti bandiere, da cui prende il tito-
trolli e con tutte le formalità di quando si va lo il racconto, che sono state issate a Capodistria
all’estero (Quarantotti Gambini 2011, 11). nel corso di venticinque anni:
Paolo, sebbene nato in quei luoghi (“Io sono di La gialla e nera, imperiale, dell’Austria, anzi
qui. Questi sono i paesi miei”; Quarantotti Gam- degli Asburgo, sino al 1918, poi l’italiana, e
bini 2011, 15), si ritrova in un “mondo nuovo”, di poi, già nell’autunno del ’43, quando fui qui
gente che parla un’altra lingua (“/…/ sentir par- una delle ultime volte, questa che sventola
lare nella propria città, da tutti, una lingua che oggi: la bandiera jugoslava con la stella co-
non si conosce!”; Quarantotti Gambini 2011, 27). munista (Quarantotti Gambini 2011, 44).
Il ricordo del passato serve a Paolo per par- I romanzi successivi riportano invece il let-
lare di avvenimenti storici drammatici che sono tore all’infanzia di Paolo passata a Semedella,
seguiti alla seconda guerra mondiale, quali le nella villa del nonno, e a Trieste. Ad ogni roman-
violenze jugoslave nei confronti della popolazio- zo fanno da sfondo vicende storiche e personag-
ne italiana dell’Istria, l’esodo, le foibe: gi facilmente riconoscibili che si intrecciano con
la storia personale della famiglia di Paolo. Così
Tito è riuscito nel suo intento, e come! /…/ ne Le redini bianche, La corsa di Falco e Il cavallo
Avevo sentito dire, è vero, e avevo anche let- Tripoli si attende lo sbarco degli italiani per libe-
to sui giornali, che da Capodistria, da Isola
indentità nazionale e immagini dell’ “altro” 37 Paolo”, serie di romanzi riuniti nella raccolta Gli dati via, come da Pola nel ’46… (Quarantotti
anni ciechi (1971), che la questione dell’identi- Gambini 2011, 22).
tà nazionale è rinforzata da immagini relative a
questioni identitarie che si inseriscono nei diffi- Le terre che erano state lasciate dalle perso-
cili rapporti tra diversi gruppi nazionali e/o cul- ne che se n’erano andate via, come le proprietà
turali. Nel volume è possibile individuare una della famiglia di Paolo, sono state poi prese dai
vera e propria linea di demarcazione tra “noi” e nuovi venuti:
“loro”, quindi tra Paolo (alter ego dello scrittore)
e la sua famiglia, animati da un profondo spirito Anche i miei poderi divennero proprietà dei
nazionale italiano, e gli altri. La raccolta è com- coloni. /…/ E mi fece piacere che quella terra
posta dai romanzi Le redini bianche, La corsa di fosse andata non ad altri ma a loro, che l’ave-
Falco, Il cavallo Tripoli, L’amore di Lupo, Le esta- vano coltivata. Ero contento /…/ che Momi,
ti di fuoco, I giochi di Norma. i suoi fratelli e i suoi cugini, che sono stati
miei amici d’infanzia, fossero divenuti pro-
Il ciclo si apre con il brano Tre bandiere, che prietari di ciò che era stato della mia fami-
compare all’inizio de Le redini bianche e fa da glia. E restai male quando appresi che essi
prologo all’intera struttura narrativa, e narra il avevano invece rinunciato a essere coltiva-
ritorno da esule alla terra natale di Paolo de Brio- tori-proprietari qua in Istria per cercare lavo-
nesi Amidei, quindici anni dopo la fine del se- ro, un lavoro qualsiasi, di nuovo sotto un pa-
condo conflitto mondiale. Il protagonista arriva drone, forse, a Trieste o altrove (Quarantotti
a Capodistria a bordo di un panfilo partito da Gambini 2011, 37-38).
Venezia per una crociera estiva. I territori dell’I-
stria ora si trovano sotto il dominio della Repub- Con l’esodo che ha coinvolto anche i con-
blica federativa di Jugoslavia, anche se Paolo si ri- tadini delle città costiere, erano venuti ad abita-
fiuta di considerare tali terre jugoslave: re le cittadine istriane gli slavi mandati da Tito
dai paesi al di là delle Alpi Giulie (Quarantotti
Per la Jugoslavia? Per l’Istria! Perché /…/ egli Gambini 2011, 39).
evitava di considerare come jugoslava l’Istria,
sebbene essa fosse ormai staccata dall’Italia: Il brano si chiude con la riflessione di Paolo
tanto che bisognava entrarvi con tutti i con- sulle tre differenti bandiere, da cui prende il tito-
trolli e con tutte le formalità di quando si va lo il racconto, che sono state issate a Capodistria
all’estero (Quarantotti Gambini 2011, 11). nel corso di venticinque anni:
Paolo, sebbene nato in quei luoghi (“Io sono di La gialla e nera, imperiale, dell’Austria, anzi
qui. Questi sono i paesi miei”; Quarantotti Gam- degli Asburgo, sino al 1918, poi l’italiana, e
bini 2011, 15), si ritrova in un “mondo nuovo”, di poi, già nell’autunno del ’43, quando fui qui
gente che parla un’altra lingua (“/…/ sentir par- una delle ultime volte, questa che sventola
lare nella propria città, da tutti, una lingua che oggi: la bandiera jugoslava con la stella co-
non si conosce!”; Quarantotti Gambini 2011, 27). munista (Quarantotti Gambini 2011, 44).
Il ricordo del passato serve a Paolo per par- I romanzi successivi riportano invece il let-
lare di avvenimenti storici drammatici che sono tore all’infanzia di Paolo passata a Semedella,
seguiti alla seconda guerra mondiale, quali le nella villa del nonno, e a Trieste. Ad ogni roman-
violenze jugoslave nei confronti della popolazio- zo fanno da sfondo vicende storiche e personag-
ne italiana dell’Istria, l’esodo, le foibe: gi facilmente riconoscibili che si intrecciano con
la storia personale della famiglia di Paolo. Così
Tito è riuscito nel suo intento, e come! /…/ ne Le redini bianche, La corsa di Falco e Il cavallo
Avevo sentito dire, è vero, e avevo anche let- Tripoli si attende lo sbarco degli italiani per libe-
to sui giornali, che da Capodistria, da Isola