Page 40 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
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conoscere la forca, quasi quarant’anni primastudia universitatis her editati, letnik 7 (2019), številk a 2 40Le immagini dei soldati jugoslavi appaiono
di Giusì” (Quarantotti Gambini 1971, 561). contrapposte a quelle dei soldati neozelandesi:
hereditati
Il pregiudizio di matrice nazionale che tra- /…/poveri diavoli stremati, abbattuti, terri-
spare da queste opere letterarie, si intreccia in al- bilmente straccioni in confronto coi neo-
cuni casi con il pregiudizio di classe. Infatti Pao- zelandesi dalle belle divise soltanto impol-
lo, nonostante sia solo un bambino, prova quasi verate, rosei, ben nutriti e ben sbarbati. /…/
ribrezzo per coloro che non appartengono a una L’aspetto pietoso degli jugoslavi /…/ i loro
famiglia agiata come la sua. Durante l’incontro abiti scompagnati e i loro volti macilenti e
con una giovane coppia di contadini che il non- sporchi di barba non rasa, non fanno che ac-
no aveva fatto salire in carrozza Paolo crescere, semmai, il disdegno dei triestini.
(Quarantotti Gambini 2018, 116).
a vederli lassù, accomodati con quel bambi-
no sporco sul divanetto imbottito della vit- In alcuni passi del libro, le considerazioni
toria, dove sino a pochi minuti innanzi erano dell’autore sugli slavi si rifanno invece alle de-
stati lui e il nonno, sentì quella stizza quasi scrizioni dell’aspetto fisico:
esplodere, e li detestò (Quarantotti Gambi-
ni 2011, 97). Sono piccoli, in genere, questi sloveni; no-
tevolmente più bassi di quella che è la sta-
In questa prospettiva si inserisce anche l’in- tura media dei triestini e degli istriani. /…/
contro con il mondo slavo. Paolo continua a Questi sloveni della campagna /…/ sembra-
chiedersi: “Ma questi slavi, o schiavi, o s’ciavi, no non cresciuti qui vicino ma di tutt’altri
si può sapere chi sono?” (Quarantotti Gambini paesi, a paragone dei triestini che sono alti e
1964, 51; 1969, 126). In un passo de Il cavallo Tri- baldi /…/. Le slovene, di corporatura corta e
poli possiamo leggere: muscolosa /…/ sono esattamente l’opposto
delle triestine, dai torsi slanciati e dalle gam-
Slave erano le lavandaie e le donne che porta- be lunghe (Quarantotti Gambini 2018, 166).
vano latte e uova in città: le juzke dal fazzo-
letto colorato in testa e dalle gonne lunghe La complessità del sentimento di apparen-
larghe e spesse sotto il corpetto aderente che za nazionale però è interessato da un’evoluzione,
pareva un giacchettino da uomo, com’erano infatti il bambino Paolo nei diversi romanzi ini-
da uomo le loro scarpe quando non portava- zia a porsi delle domande che potremmo definire
no babbucce. Slave, anzi s’cave, erano le con- tipiche delle rappresentazioni di un’identità “flu-
tadine che scendevano dai monti con fagot- ida” e in divenire.
ti, con cesti e coi vasi argentei azzurrini del
latte (Quarantotti Gambini 1963, 106). Ne L’amore di Lupo, romanzo che narra le
vicende al termine della guerra e descrive la vita
L’elemento slavo in questi romanzi di Pier di alcuni soldati italiani che si erano insediati nei
Antonio Quarantotti Gambini è subalterno, in- pressi di Semedella, i reali caratteri degli italiani
fatti slavi sono i coloni che lavorano nei campi o appaiono agli occhi del bambino per quello che
prestano servizio nella casa dei signori (Magris sono. Se prima per anni aveva sentito parlare del-
2018, XII). Da semplice differenza di classe so- la loro gentilezza, della loro lealtà e del loro co-
ciale, si arriva però a un vero e proprio pregiu- raggio, ora che ha la possibilità di frequentarli e
dizio nazionale nei confronti degli slavi, esposto di conoscerli da vicino, Paolo può rendersi conto
in Primavera a Trieste. Ricordi del ’45, testimo- dei loro difetti. Dopo le vicende di Nerina, una
nianza in forma di diario in cui l’autore descri- ragazzina uccisa perché si era opposta alla violen-
ve i quaranta giorni d’occupazione di Trieste da za del soldato Frangisacchi (denominato Lupo
parte dell’esercito jugoslavo nel 1945. per la sua meschinità), Paolo si chiede:
di Giusì” (Quarantotti Gambini 1971, 561). contrapposte a quelle dei soldati neozelandesi:
hereditati
Il pregiudizio di matrice nazionale che tra- /…/poveri diavoli stremati, abbattuti, terri-
spare da queste opere letterarie, si intreccia in al- bilmente straccioni in confronto coi neo-
cuni casi con il pregiudizio di classe. Infatti Pao- zelandesi dalle belle divise soltanto impol-
lo, nonostante sia solo un bambino, prova quasi verate, rosei, ben nutriti e ben sbarbati. /…/
ribrezzo per coloro che non appartengono a una L’aspetto pietoso degli jugoslavi /…/ i loro
famiglia agiata come la sua. Durante l’incontro abiti scompagnati e i loro volti macilenti e
con una giovane coppia di contadini che il non- sporchi di barba non rasa, non fanno che ac-
no aveva fatto salire in carrozza Paolo crescere, semmai, il disdegno dei triestini.
(Quarantotti Gambini 2018, 116).
a vederli lassù, accomodati con quel bambi-
no sporco sul divanetto imbottito della vit- In alcuni passi del libro, le considerazioni
toria, dove sino a pochi minuti innanzi erano dell’autore sugli slavi si rifanno invece alle de-
stati lui e il nonno, sentì quella stizza quasi scrizioni dell’aspetto fisico:
esplodere, e li detestò (Quarantotti Gambi-
ni 2011, 97). Sono piccoli, in genere, questi sloveni; no-
tevolmente più bassi di quella che è la sta-
In questa prospettiva si inserisce anche l’in- tura media dei triestini e degli istriani. /…/
contro con il mondo slavo. Paolo continua a Questi sloveni della campagna /…/ sembra-
chiedersi: “Ma questi slavi, o schiavi, o s’ciavi, no non cresciuti qui vicino ma di tutt’altri
si può sapere chi sono?” (Quarantotti Gambini paesi, a paragone dei triestini che sono alti e
1964, 51; 1969, 126). In un passo de Il cavallo Tri- baldi /…/. Le slovene, di corporatura corta e
poli possiamo leggere: muscolosa /…/ sono esattamente l’opposto
delle triestine, dai torsi slanciati e dalle gam-
Slave erano le lavandaie e le donne che porta- be lunghe (Quarantotti Gambini 2018, 166).
vano latte e uova in città: le juzke dal fazzo-
letto colorato in testa e dalle gonne lunghe La complessità del sentimento di apparen-
larghe e spesse sotto il corpetto aderente che za nazionale però è interessato da un’evoluzione,
pareva un giacchettino da uomo, com’erano infatti il bambino Paolo nei diversi romanzi ini-
da uomo le loro scarpe quando non portava- zia a porsi delle domande che potremmo definire
no babbucce. Slave, anzi s’cave, erano le con- tipiche delle rappresentazioni di un’identità “flu-
tadine che scendevano dai monti con fagot- ida” e in divenire.
ti, con cesti e coi vasi argentei azzurrini del
latte (Quarantotti Gambini 1963, 106). Ne L’amore di Lupo, romanzo che narra le
vicende al termine della guerra e descrive la vita
L’elemento slavo in questi romanzi di Pier di alcuni soldati italiani che si erano insediati nei
Antonio Quarantotti Gambini è subalterno, in- pressi di Semedella, i reali caratteri degli italiani
fatti slavi sono i coloni che lavorano nei campi o appaiono agli occhi del bambino per quello che
prestano servizio nella casa dei signori (Magris sono. Se prima per anni aveva sentito parlare del-
2018, XII). Da semplice differenza di classe so- la loro gentilezza, della loro lealtà e del loro co-
ciale, si arriva però a un vero e proprio pregiu- raggio, ora che ha la possibilità di frequentarli e
dizio nazionale nei confronti degli slavi, esposto di conoscerli da vicino, Paolo può rendersi conto
in Primavera a Trieste. Ricordi del ’45, testimo- dei loro difetti. Dopo le vicende di Nerina, una
nianza in forma di diario in cui l’autore descri- ragazzina uccisa perché si era opposta alla violen-
ve i quaranta giorni d’occupazione di Trieste da za del soldato Frangisacchi (denominato Lupo
parte dell’esercito jugoslavo nel 1945. per la sua meschinità), Paolo si chiede: