Page 46 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
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dia universitatis her editati, letnik 7 (2019), številk a 2 46chiusura all’altro, tra apertura al mondo e comu-emarginazioni, desideri e umiliazioni subite, at-
nità chiusa. Si pensi da un lato alla febbre arditi- traverso l’invocazione di un compagno, costitu-
hereditatitesca-futurista poi confluita, sia pure sotto nuoveisce un perfetto simulacro di tutto ciò, declinato
vesti politiche, nel ’68 e dall’altro al simbolismo però quale fantasia di abiezione.
pascoliano col mito struggente della demeure. Lo
straniero che arriva da fuori pertanto risulta di Nel trattamento negativo della figura, ri-
volta in volta arricchimento educativo o all’op- entra di diritto L’étranger di Albert Camus, del
posto traumatica minaccia. Lacerazione che in ’42, declinato in modo da far emergere una con-
fondo può essere ricondotta alla dicotomia an- dizione di fatto anaffettiva con cui il personag-
tropologica e sociologica tra comunità migran- gio osserva ad esempio la morte della madre, così
ti e sedentarie. E la paura che suscita tale fanta- come l’estraneità totale rispetto ai sentimenti e
sma è legata al fatto che lo straniero introduce ai valori dagli altri da cui non si lascia condizio-
virtualmente cambiamenti entro una società tra- nare, sino all’omicidio gratuito dell’arabo. Un’a-
dizionale. Ma tale oscillazione è implicita pure tonia che determina innanzitutto la lontananza
nei termini che connotano tale stereotipo. Non da se stesso. In questo territorio entra di dirit-
si dimentichi in effetti che hospes e hostis presen- to, altresì, anche se su di un piano di minor as-
tano la medesima radice nell’indoeuropeo (Ben- solutezza esistenziale e di un’autorevolezza lette-
veniste 1976, 272 e sgg.)2. E si può aggiungere che raria inferiore, il moraviano Gli indifferenti del
la detta coppia sprigioni una luce fosca, un fa- ’29. Si potrebbe inquadrare una simile variante
scinus, nell’ambivalente accezione antica, sem- nel concetto freudiano di Unheimlichkeit, ma-
pre pronto a virare la disponibilità benevola nel gari secondo lo schema di Julia Kristeva. Qui, lo
suo opposto (Fasano 1997, LVIII). Nondimeno, straniero, in quanto sradicato e privo della iden-
se hostis indica insieme chi ospita e chi è ospita- tità originaria, viene fuori da noi stessi, facendo
to, l’obbligo di ospitalità che spetta ad entram- affiorare impulsi nascosti e debolezze (Kriste-
bi i due ruoli dischiude in tale semantema l’ipo- va 1988)4. Rischiamo insomma di inabissarci nel
tesi di un dio travestito3. Virtualità che trascina cuore di tenebra del nostro io, con valenze con-
con sé ovviamente implicazioni erotiche, come radiane. Come dimostra la storia di Dioniso nel-
testimoniano Enea alla corte di Didone, Teseo le Baccanti euripidee, contrastato con furia com-
a Creta, Giasone nella Colchide, Medea a Co- pulsiva dal malcapitato Penteo, che si rifiuta di
rinto, tutti in grado di suscitare amori travolgen- riconoscerlo in quanto Dio e si riduce poi a tra-
ti. Tant’è vero che la diffidenza verso lo stranie- vestirsi in abiti muliebri per essere infine sbrana-
ro nutre e rimuove (non sempre) forti curiosità to dalle donne, e dalla madre Agave per giunta.
sessuali, da qui la fascinazione indubbia esercita- In compenso, lo straniero può essere valorizzato
ta dallo stesso, per quel misto di attrazione e mi- attraverso il mito del buon selvaggio, sulle orme
tizzazione circa la libertà dei costumi in ambiti di Montaigne (Fasano 1997, 463-481; Greenblatt
diversi rispetto al territorio ospitante. Basti cita- 1922)5, e in tal caso ci si sposta verso l’idealiz-
re il monologo, La nuit juste avant les forêts, di zazione arcadico-utopica della natura, mentre
Bernard-Marie Koltès del 1977. Qui, il protago- avanza il relativismo, smantellando il postulato
nista, un giovane straniero alla disperata ricerca etnocentrico, in funzione di una nuova raziona-
di una stanza che lo ripari dalla notte sotto una lità. Si costruiscono allora polarità quali primi-
pioggia devastante, nel suo ruminare appetiti e tivismo versus civiltà, stato di natura dei selvag-
gi senza governo e senza proprietà privata versus
2 Questo fa sì che l’ospite e il nemico risultino uniti “dalla comune
relazione di scambio e reciprocità” (Bodei 1997, 4). 4 La studiosa bulgara riprende il motivo dei processi psichici vissuti
dall’emigrante anche sotto forma di thriller metafisico nel roman-
3 Ad esempio, l’Odisseo omerico che ricorda nei suoi approdi a lidi zo Meurtre à Byzance del 2004.
sconosciuti “la sacralità dell’ospite straniero, sacro anche perché
può celare un dio travestito” Marcialis (1997, 20). Per gli aspetti sini- 5 Del resto, anche la tradizione ebraica-cristiana universalizza la
stri di tale stereotipo, cf. Perutelli (1997, 331-337). condizione dello straniero, in quanto ogni ’uomo sulla terra di Dio
è solo di passaggio (Ceserani, Domenichelli e Fasano 2007, 2384-
2385).
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