Page 71 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
P. 71
ia universitatisla Zora dalmatinska nel 1848. Il titolo della tra- vese, Caterina, signora erzegovese, sua figlia Da-
l’insur r ezione er zegovese. la slavia – il mondo di bonaventur a vidovich 71 duzione era I popoli d’Ercegovina e Bosna ad An- niza, Giorgio, signore montenegrino, Adalberto,
tonio Gutta pel suo lamento nella Zora al n. 20 giovane signore italiano, fra Guido, cappuccino
anno corrente. Versione dall’illirico nella Zora di circa 60 anni, un oste, il servo di Caterina, il
al n. 40. Dedicata alle Guardie Nazionali Dal- Negro, due schiave turche, schiavi neri, il popolo
mate, Zara, 1848. L’introduzione alla traduzio- erzegovese, soldati turchi, i personaggi del pro-
ne venne fatta da Luigi Giurich. Marco Anto- logo, il personaggio allegorico rappresentante
nio Vidovich scrisse della necessità che gli slavi la fede. L’azione è ambientata a Trebinje, in Er-
dalmati aiutassero il popolo fraterno che soffriva zegovina. In un instante ci troviamo di fronte a
sotto il giogo straniero (Zorić 1961, 188), mentre uno spazio dilatato, in cui viene a situarsi un am-
uno dei motivi per la stesura dell’opera può esse- pio numero di personaggi, ma Vidovich sembra
re l’origine bosniaca della famiglia Vidovich (Vi- essere attratto più dalla dimensione dell’inter-
dovich 1875, 1). no che di quella dell’esterno. È solo nel prologo e
nella scena finale che presenta un ambiente aper-
I to. Nel prologo l’autore menziona una campagna
Il titolo del dramma L’insurrezione erzegovese. e un fiume che potrebbe essere Trebišnjica, il fiu-
La Slavia – Il mondo ci dirige inesorabilmente me che scorre per Trebinje. Si nota un’equivalen-
al dramma storico come punto di partenza. La za semantica tra il luogo dell’azione e le vicen-
rivolta, iniziata dai Croati, si svolse nel 1875 in de. Gli spazi chiusi sono presentati come spazi
Erzegovina, soffocata, però, dall’Impero otto- che generano ansia ed angoscia: “Fatim. […] Già,
mano, che poi fu sconfitto dalla Russia e dovet- così rinchiusa come sono, in un dorato e gemma-
te accordarsi per la pace a Santo Stefano, e più to sepolcro, la mia esistenza è inutile […]” (Vido-
avanti per un nuovo trattato di pace a Berlino nel vich 1875, 72), mentre gli spazi non limitati, cioè
1878, con il quale la Bosnia e Erzegovina furo- aperti, hanno una valorizzazione positiva e cre-
no incluse nel protettorato austro-ungarico7 (Pa- ano l’ambiente per le nozze di Paolo e Daniza e
vličević 2000, 12). L’anno di pubblicazione del la scena del prologo dove incontriamo il Destino
dramma coincide con l’anno della rivolta e ne il- delle Nazioni e la Vila.
lumina la prospettiva storica, ma Vidovich non
ha presente l’esito della rivolta, così lo sfondo Il prologo derealizza che il titolo implicas-
storico non è esplicitamente esposto. Egli, inve- se una vicenda storica precisa e sottintendesse
ce, privatizza un conflitto sociale e lo rappresen- una ricostruzione dell’episodio storico. Inoltre,
ta attraverso un intreccio amoroso, il che serve le dramatis personae del prologo incarnano le vir-
da incitamento alla rivolta. Il dramma consta di tù e le passioni e contribuiscono all’allegoria del
6 atti e presenta un’ampia panoramica dei per- dramma (Solar 2011, 13). Sono Il Destino delle
sonaggi che contribuisce a conferire al dramma Nazioni; un uomo d’imponente aspetto con una
una forma aperta (Pfister 1998, 246). Ci sono spada, La Vila rappresentata da una giovinetta
Mohamed-Pascià, governatore d’Erzegovina, in costume slavo con berretto rosso sul capo e i
Fatima, una giovane turca, moglie del Pascià, capelli sciolti; la guzla8 in mano, e i cinque geni
Ahmed, colonnello e comandante delle truppe rappresentanti delle diverse razze, ossia: la razza
turche, Djemal, un giovane capitano turco, l’ad- bianca, la razza tartaro-asiatica, la razza ameri-
detto al Pascià, Paolo, giovane possidente erzego- cana, la razza malese e la razza nera. Il prologo è
ambientato in campagna tra le colline dove scor-
7 Le fonti storiche testimoniano che il periodo degli anni Sessan- re il fiume sulle cui sponde è seduta la Vila, figu-
ta fu un periodo di pace e di lavoro per merito del visir Topal Šer- ra della mitologia slava. È notte e si sente il suono
if Osman-Paša, l’ultimo gran visir della Bosnia che assunse questo delle melodie tristi che la Vila vuole accompa-
incarico dal 1860 al 1869. Dagli anni Settanta, con l’arrivo di Safvet
Paša nel 1869, cominciano degli anni tormentosi contrassegnati da 8 Si tratta dello strumento musicale slavo simile alla viola, provvisto
insurrezioni e da un’intolleranza cristiano-musulmana (Pavličević di una sola corda che si fa vibrare mediante un arco.
2000, 12).
   66   67   68   69   70   71   72   73   74   75   76