Page 69 - Lazar, Irena, Aleksander Panjek in Jonatan Vinkler. Ur. 2020. Mikro in makro. Pristopi in prispevki k humanističnim vedam ob dvajsetletnici UP Fakultete za humanistične študije, 2. knjiga. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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indeter minatezza e non-specificità dell’articolo italiano
fermarsi seppure ci sarebbe ulteriore potenzialità per continuare il percor-
so. Quando la G giunge a termine l’articolo indeterminativo, oramai a tut-
ti gli effetti, deve poter introdurre un nuovo referente sconosciuto all’ascol-
tatore e conosciuto o no al parlante, specifico o non-specifico, singolare o
plurale, numerabile o di massa.
Applicando tale modello all’italiano, vediamo che l’omissione del
partitivo si può, nella lingua viva, applicare a SN non-specifici al plurale.
Questa è la conseguenza della G che non è giunta completamente al termi-
ne. Infatti, è solamente nel quinto passo che l’uso dell’articolo indetermi-
nativo diventa obbligatorio anche con SN non-specifici al plurale. Stando
a Berezowsky (2007), nessuna fase è quantificabile in termini temporali né
è prevedibile il periodo in cui dovrebbe giungere a compimento. È ugual-
mente impossibile fare previsioni sulla possibilità che l’elemento analizzato
compia l’intero ciclo e che quindi passi attraverso tutte le fasi, oppure che
rimanga fossilizzato in una di esse (Hopper e Traugott 2003). È possibile
asserire con certezza solamente che la sequenza proposta è l’unica possibi-
le e quindi prevedere quale sarà la fase successiva qualora lo sviluppo pro-
ceda e non si fermi. In italiano l’articolo indeterminativo (e partitivo come
forma suppletiva) hanno quindi conquistato tutti i possibili contesti, con
però una fossilizzazione dell’ultima fase che si osserva oggi nei SN indeter-
minati non-specifici al plurale. Tuttavia, il fatto che in questi contesti l’u-
so del partitivo sia equivalente alla sua omissione indica che comunque la
G sta avanzando e che – stando al modello teorico – si tratta solamente di
una questione di tempo prima che la possibilità di omissione scompaia del
tutto dalla lingua. Tale ipotesi è avvalorata pure da diversi linguisti i qua-
li notano che in passato il suo uso fu molto più esteso, anche al soggetto in
prima posizione, ma oggi quest’uso non è più grammaticale (S97). In me-
rito al fenomeno troviamo scritto che “nell’italiano dei secoli scorsi l’arti-
colo poteva essere assente in contesti che oggi lo richiederebbero” (S97, 131)
oppure “l’assenza di articolo è un fenomeno più esteso nella lingua scrit-
ta e letteraria che nel parlato, più nella poesia (tradizionale e contempora-
nea) che nella prosa, più nell’italiano dei secoli passati che nell’italiano di
oggi” (S89, 89).
2. Materiale e metodi
Nello svolgere la presente ricerca ci si è basati su un campione di esempi
rappresentativo, tratto da 11 grammatiche di italiano contemporaneo che
coprono il periodo temporale dal 1989 al 2011. Sono state consultate sette
445
fermarsi seppure ci sarebbe ulteriore potenzialità per continuare il percor-
so. Quando la G giunge a termine l’articolo indeterminativo, oramai a tut-
ti gli effetti, deve poter introdurre un nuovo referente sconosciuto all’ascol-
tatore e conosciuto o no al parlante, specifico o non-specifico, singolare o
plurale, numerabile o di massa.
Applicando tale modello all’italiano, vediamo che l’omissione del
partitivo si può, nella lingua viva, applicare a SN non-specifici al plurale.
Questa è la conseguenza della G che non è giunta completamente al termi-
ne. Infatti, è solamente nel quinto passo che l’uso dell’articolo indetermi-
nativo diventa obbligatorio anche con SN non-specifici al plurale. Stando
a Berezowsky (2007), nessuna fase è quantificabile in termini temporali né
è prevedibile il periodo in cui dovrebbe giungere a compimento. È ugual-
mente impossibile fare previsioni sulla possibilità che l’elemento analizzato
compia l’intero ciclo e che quindi passi attraverso tutte le fasi, oppure che
rimanga fossilizzato in una di esse (Hopper e Traugott 2003). È possibile
asserire con certezza solamente che la sequenza proposta è l’unica possibi-
le e quindi prevedere quale sarà la fase successiva qualora lo sviluppo pro-
ceda e non si fermi. In italiano l’articolo indeterminativo (e partitivo come
forma suppletiva) hanno quindi conquistato tutti i possibili contesti, con
però una fossilizzazione dell’ultima fase che si osserva oggi nei SN indeter-
minati non-specifici al plurale. Tuttavia, il fatto che in questi contesti l’u-
so del partitivo sia equivalente alla sua omissione indica che comunque la
G sta avanzando e che – stando al modello teorico – si tratta solamente di
una questione di tempo prima che la possibilità di omissione scompaia del
tutto dalla lingua. Tale ipotesi è avvalorata pure da diversi linguisti i qua-
li notano che in passato il suo uso fu molto più esteso, anche al soggetto in
prima posizione, ma oggi quest’uso non è più grammaticale (S97). In me-
rito al fenomeno troviamo scritto che “nell’italiano dei secoli scorsi l’arti-
colo poteva essere assente in contesti che oggi lo richiederebbero” (S97, 131)
oppure “l’assenza di articolo è un fenomeno più esteso nella lingua scrit-
ta e letteraria che nel parlato, più nella poesia (tradizionale e contempora-
nea) che nella prosa, più nell’italiano dei secoli passati che nell’italiano di
oggi” (S89, 89).
2. Materiale e metodi
Nello svolgere la presente ricerca ci si è basati su un campione di esempi
rappresentativo, tratto da 11 grammatiche di italiano contemporaneo che
coprono il periodo temporale dal 1989 al 2011. Sono state consultate sette
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