Page 72 - Lazar, Irena, Aleksander Panjek in Jonatan Vinkler. Ur. 2020. Mikro in makro. Pristopi in prispevki k humanističnim vedam ob dvajsetletnici UP Fakultete za humanistične študije, 2. knjiga. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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ni relativi alla non-specificità, possiamo parlare di un approccio pura-
mente descrittivo senza l’impiego dei termini ‘specificità’ e ‘non-specifici-
tà’. Infatti, le formulazioni trovate descrivono il fenomeno spiegando che
“con l’assenza dell’articolo si dà il massimo dell’indeterminatezza” (S98,
97), “in alcuni casi si può scegliere di omettere l’articolo” (S98, 38) oppure
che “in molte espressioni comuni […] vengono omessi”. Da questo tipo di
descrizioni generiche non risulta chiara né la differenza di significato che
tale omissione può veicolare né è possibile dedurre delle regole. Infatti, pure
gli esempi riportati sono molto simili fra di loro e non vengono spiegati ul-
teriormente. Troviamo una lista esaustiva di tutte le eccezioni anche in S97
che dei SN indeterminati non-specifici al plurale scrive: “l’articolo manca
con un nome che indichi una categoria generale di individui”. Questa defi-
nizione presenta bene la situazione, infatti non-specifico significa con rife-
rimento a un’intera classe o categoria. In questo modo la grammatica spie-
ga la differenza senza ricorrere a termini scientifici che potrebbero essere
fuori dalla portata del pubblico d’arrivo. Purtroppo questa è l’unica gram-
matica per scuole medie superiori a scriverlo. Come accennato in prece-
denza, solamente in S04, scritta per insegnanti e studenti universitari, vie-
ne affrontato il fenomeno con l’uso dei termini ‘specifico’ e ‘non-specifico’
e viene spiegata la differenza di significato che può comportare l’omissione
del partitivo al plurale.
Passiamo ai parametri che trattano di esempi e di regole d’uso che af-
fronteremo insieme per due motivi principali: il primo riguarda la brevi-
tà di esposizione e il secondo si basa sul fatto che quasi tutte le grammati-
che dedicano all’intera esposizione del fenomeno solo qualche riga. Inoltre
sarebbe difficile scindere le spiegazioni dai relativi esempi, dato che gli uni
completano gli altri. La discussione verrà invece suddivisa in ulteriori sot-
tocapitoli in base alle regole più frequentemente citate.
In S08 troviamo scritto che l’omissione dell’articolo indeterminativo
con i nomi plurali si usa “quando si vuole comunicare un significato di in-
determinatezza” (S08, 146). La spiegazione è corredata dall’esempio (3).
(3) Ci sono pere? (S08, 146)
Se ci mettessimo nei panni di un qualsiasi studente che legge la gram-
matica, potremmo dedurre che la scelta di omettere l’articolo è legata all’in-
determinatezza usata con riferimento a SN plurali. Manca però una descri-
zione più specifica che riguardi il lato semantico di questa struttura.
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mente descrittivo senza l’impiego dei termini ‘specificità’ e ‘non-specifici-
tà’. Infatti, le formulazioni trovate descrivono il fenomeno spiegando che
“con l’assenza dell’articolo si dà il massimo dell’indeterminatezza” (S98,
97), “in alcuni casi si può scegliere di omettere l’articolo” (S98, 38) oppure
che “in molte espressioni comuni […] vengono omessi”. Da questo tipo di
descrizioni generiche non risulta chiara né la differenza di significato che
tale omissione può veicolare né è possibile dedurre delle regole. Infatti, pure
gli esempi riportati sono molto simili fra di loro e non vengono spiegati ul-
teriormente. Troviamo una lista esaustiva di tutte le eccezioni anche in S97
che dei SN indeterminati non-specifici al plurale scrive: “l’articolo manca
con un nome che indichi una categoria generale di individui”. Questa defi-
nizione presenta bene la situazione, infatti non-specifico significa con rife-
rimento a un’intera classe o categoria. In questo modo la grammatica spie-
ga la differenza senza ricorrere a termini scientifici che potrebbero essere
fuori dalla portata del pubblico d’arrivo. Purtroppo questa è l’unica gram-
matica per scuole medie superiori a scriverlo. Come accennato in prece-
denza, solamente in S04, scritta per insegnanti e studenti universitari, vie-
ne affrontato il fenomeno con l’uso dei termini ‘specifico’ e ‘non-specifico’
e viene spiegata la differenza di significato che può comportare l’omissione
del partitivo al plurale.
Passiamo ai parametri che trattano di esempi e di regole d’uso che af-
fronteremo insieme per due motivi principali: il primo riguarda la brevi-
tà di esposizione e il secondo si basa sul fatto che quasi tutte le grammati-
che dedicano all’intera esposizione del fenomeno solo qualche riga. Inoltre
sarebbe difficile scindere le spiegazioni dai relativi esempi, dato che gli uni
completano gli altri. La discussione verrà invece suddivisa in ulteriori sot-
tocapitoli in base alle regole più frequentemente citate.
In S08 troviamo scritto che l’omissione dell’articolo indeterminativo
con i nomi plurali si usa “quando si vuole comunicare un significato di in-
determinatezza” (S08, 146). La spiegazione è corredata dall’esempio (3).
(3) Ci sono pere? (S08, 146)
Se ci mettessimo nei panni di un qualsiasi studente che legge la gram-
matica, potremmo dedurre che la scelta di omettere l’articolo è legata all’in-
determinatezza usata con riferimento a SN plurali. Manca però una descri-
zione più specifica che riguardi il lato semantico di questa struttura.
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