Page 100 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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paesaggio culturale e ambiente del carso

tono la produzione e la raccolta di legname e foglie senza distruggere l’albero la cui vita,
anzi, si allunga in maniera rilevante rispetto a una pianta lasciata crescere in autonomia.
Si tratta di pratiche più tipiche della savana che del bosco«. La combinazione di diver-
se superfici destinate al pascolo e di differenti sistemi di foraggiamento aumenta sensibil-
mente il numero di capi di bestiame che l’ambiente è in grado di sopportare. È razionale
avere meno alberi e di conseguenza più pascolo, inoltre, nelle zone secche, gli alberi radi
possono meglio espandere le proprie radici e crescono con più vigore (Grove, Rackham,
2001, 55, 71, 192). In ragione della permeabilità del suolo, si presenta tale pure il Carso
dove soffia anche la bora, vento che sollecitava ulteriormente le radici, il cui sviluppo era
reso difficile dalla presenza di uno strato di terra molto sottile sopra le pietre, pertan-
to in quest’area una minor densità poteva costituire un ulteriore beneficio per gli alberi.

In passato le essenze arboree e il loro legno erano utilizzati in maniere e per sco-
pi diversi. È noto che nella Repubblica di Venezia, così come in Liguria e in Francia, i rami
dei roveri erano addirittura intenzionalmente e progressivamente potati e forzati ad as-
sumere la curvatura necessaria all’attività cantieristica (»stortami«). Un esempio simile è
documentabile per la vicina Istria veneta nella seconda metà del Settecento quando Giu-
lio Cesare Vittori, »soprastante alli boschi« della provincia, rappresentò dettagliatamen-
te il procedimento di »custodia, disciplina et coltura« dei boschi di rovere »per gli impor-
tanti usi dell’arsenale«. A tal fine illustrò lo stato iniziale di un giovane bosco coltivato, la
situazione dei boschi di quercia coltivati in Istria e il loro necessario sfoltimento (»schiari-
tione«), affinché gli alberi crescessero secondo le esigenze delle costruzioni navali. Impie-
gando le »distanze, e metodo di coltivar il bosco«, definiti fin nei minimi particolari, era
possibile ottenere l’effetto voluto, »acciò tutti li roveri divenir possino ottimi per le nava-
li costruzioni, e con le necessarie curve nel più beve tempo, e nella loro maturità«. Sono
raffigurati anche il metodo di potatura e i suoi risultati, ben dodici diverse modalità di cre-
scita forzata degli alberi e dei rami, ognuna con il proprio nome, nonché la combinazio-
ne più adeguata rispetto alla forma dell’albero vicino (Mappa 10). Per quanto riguarda la
Liguria è stato addirittura scritto che vi si coltivavano le »querce come ulivi« (Moreno,
1982). A prescindere da queste tecniche di selvicoltura, elaborate per scopi industriali, sia
le essenze arboree sia le superfici arborate erano utilizzate in numerosi modi diversi, an-
che contemporaneamente, tanto che le tipologie che abbiamo presentato relativamen-
te al Carso sono pienamente corrispondenti al panorama mediterraneo e anche a quello
più ampiamente europeo. Le foglie costituivano una forma antica di foraggio e in Euro-
pa lo sfruttamento degli alberi per trarne pastura era una prassi particolarmente diffusa,
che si è mantenuta a lungo (Sigaut, 1982). A seconda delle condizioni del territorio e del
bagaglio di conoscenze locali, una stessa superficie alberata era un luogo destinato a un
uso polivalente e combinato: contemporaneamente campo, pascolo e bosco, senza che
ciò determinasse la totale distruzione della copertura forestale. Questi modi di utilizzo
sono stati definiti »tecniche di uso multiplo delle risorse boschive« (Moreno, 1990, 34).

Il termine »savana«, che deriva da un termine amerindio, è stato solo in seguito
adottato per altre parti del mondo, in particolare per l’Africa. »La savana è composta da
pochi alberi isolati, sparsi su praterie o su terreni sassosi«, può inoltre comprendere su-
perfici coltivate e anche alcune forme di giardini si possono interpretare come esempi di
»savana artificiale«. Secondo Rackham, in passato in Europa, soprattutto nell’area medi-
terranea, erano molte le zone con una bassa densità di essenze arboree, il che consenti-

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